Via Appia sito Unesco, alle soglie dell’imminente riconoscimento (grazie all’attuale direttore del Parco dell’Appia Antica, l’arch. Simone Quilici) per la Regina Viarum che Antonio Cederna definisce come “un monumento unico da salvare religiosamente intatto” “La strada che ci ha insegnato a viaggiare”, è stata recentemente illustrata nella mostra curata da Lorenza Campanella e Simone Quilici, con immagini assai suggestive (realizzate da Andrea Fazzetta durante il suo viaggio condotto da Roma a Brindisi per National Geographic). Nuovi monumenti come Capo di Bove o il Casale di Santa Maria Nova e i beni storici acquisiti al patrimonio dello Stato: dal Mausoleo di Sant’Urbano al IV miglio della via Appia Antica, alla cosiddetta Villa dei Tritoni che, con la sa posizione strategica nei pressi del bivio del Domine Quo Vadis, consente ai visitatori di accedere dall’Appia Antica alla Valle della Caffarella, la Villa Massenzia
Via Appia sito Unesco, monumento unico da salvare religiosamente intatto come ha scritto Antonio Cederna, il primo vero “difensore” del patrimonio costituito dalla Via Appia:
“…i beni culturali e ambientali sono un bene comune e scopo finale della loro conservazione deve essere l’uso e il godimento pubblico, la loro tutela è una questione di principio e non ammette scelte discrezionali…”
“Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall’altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti…”
Via Appia sito Unesco per il Dna della bellezza
Ed ecco nascere il grande appellativo di “Regina Viarum” che leggiamo nei diari dei Grandtouristi, oltre che da eminenti archeologi e studiosi, per quella vera e propria emozione vissuta da ognuno di fronte a tanta bellezza! Ed è piacevole qui ricordare quanto un articolo redatto scrisse Lance Hosney circa il“Il DNA della bellezza” per il quale“la bellezza metterebbe ognuno di noi istintivamente “in movimento” perché pronti “ad allungare la mano per afferrare tutto ciò che è bello. “
La via che ci ha insegnato a viaggiare
La Via Appia, “la strada che ci ha insegnato a viaggiare”, è stata recentemente illustrata in un modo ampio e innovativo nella mostra curata da Lorenza Campanella e Simone Quilici, presentata in immagini assai suggestive (realizzate da Andrea Fazzetta durante il suo viaggio condotto da Roma a Brindisi per National Geographic) colte tra passato e presente, come indicato dal titolo stesso di “Appia moderna” della mostra stessa.
Forarono montagne, spianarono colline
La via rappresentò a suo tempo la realizzazione di un progetto audace e grandioso per cui fu necessario forare montagne, spianare colline e colmare valli acquitrinose, ma anche realizzare importanti opere d’arte con il lavoro pluriennale di migliaia di schiavi, centinaia di soldati agli ordini di architetti, agrimensori e ingegneri di grande esperienza.
Simone Quilici, un lottatore solitario
Siamo ora alle soglie dell’imminente inclusione dell’Appia quale sito UNESCO.
E se Cederna fu il primo “difensore” di un tale, grandioso patrimonio, dobbiamo oggi all’entusiasmo, competenza e dedizione dell’attuale direttore del Parco dell’Appia Antica, l’architetto Simone Quilici, se la Via Appia approderà a breve, al prestigioso titolo. Infatti il percorso seguito dal giovane architetto, anno dopo anno, ha visto quell’ incessante lavoro di nuove scoperte, con nuovi monumenti poi integrati nel circuito di visita, come, ad esempio, Capo di Bove o il Casale di Santa Maria Nova: un patrimonio che ha continuato ad essere splendidamente restaurato e valorizzato.
Mausoleo di Sant’Urano, Villa dei Tritoni, Caffarella e Villa Massenzia
Negli ultimi anni infatti sono stati acquisiti al patrimonio dello Stato diversi beni di grande rilevanza:dal Mausoleo di Sant’Urbano al IV miglio della via Appia Antica, alla cosiddetta Villa dei Tritoni che, con la sa posizione strategica nei pressi del bivio del Domine Quo Vadis, consente ai visitatori di accedere dall’Appia Antica alla Valle della Caffarella, la Villa Massenzia, e tanti altri luoghi atti fra l’altro al consolidamento della “vocazione naturale” dell’Appia ad ospitare un turismo lento e sostenibile” atto ad integrare gli strumenti di tutela con misure volte al recupero del patrimonio.
E’ questo il significato di quel “restauro del paesaggio”, da collegare al presente, di cui più volte hanno segnalato l’importanza architetti quali Franco Purini, che pure ha costruito in Roma i primi due (e per ora ancora unici) grattacieli.
Cammino da Roma a Brindisi
E qui volentieri ricordiamo il progetto “Dalla città alla campagna romana”, che si sta avviando, quale una delle più grandi “occasioni di conoscenza, ricerca, ampliamento delle aree fruibili e sviluppo del potenziale dell’intero Parco e che si affianca agli interventi di mobilità sostenibile alle diverse scale, tra cui quello relativo all’“Appia Regina Viarum”, per la valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo il tracciato della via Appia da Roma a Brindisi”.
Valorizzare l’intero percorso dell’Appia
E in questa direzione è particolarmente importante il riconoscimento UNESCO, il cui risultato potrà mettere a sistema le varie realtà locali e in cui il Parco Archeologico, che ha tra i compiti istituzionali il coordinamento delle attività di valorizzazione dell’intero percorso dell’Appia, potrà certamente avere un ruolo significativo.
Luisa Chiumenti è architetto
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