Dopo la scoperta del “radio”, quella della “penicillina” e forse quella un po’ trascurata delle mutande usa e getta, ci si domanda ancora senza aver trovato ancora risposta alcuna, su cosa accada all’uomo intorno alla settantina. Possiamo solo restare testimoni basiti, davanti a cotanti cambiamenti e bizzarri mutamenti che attraversano sia la mente, che il corpo di soggetti nati prima dello sbarco in Normandia
Le strade della penisola italica brulicano di uomini avviati sul viale del tramonto, che tentano d’illuminare, puntandogli contro i fari abbaglianti di ridicole automobili sportive, che si regalano, cercando di comprarsi un pezzetto di giovinezza. In realtà, vederli scorazzare con espressione semi assente da cataratta mal curata, dietro montature eccentriche che sembrano comprate in un negozio di caramelle, fa quasi tenerezza. Alcuni cercano aiuto nella chirurgia estetica, tentando una blefaroplastica che dona uno sguardo perennemente attonito, fanno lampade come polletti nel girarrosto e per carità, berciano, cercando di tacchinare pollastrelle rigorosamente sotto la quarantina, meglio se sotto la trentina, ecco forse è troppo.
L’uomo dovrebbe capire che vuoi, o non vuoi, ad una certa età, arriva la merlite, ovvero, le gambette diventano come quelle di un canarino, e il corpo somiglia a quello di un pollo, con l’addome prominente, che allarga le gambette stesse. Suvvia, serve a poco usare un abbigliamento sgargiante, dai colori fluorescenti, mette solo in evidenza la “merlite” e allarga la differenza tra il nonno e la nipote!
Per carità! Guai a parlargli di “viagra”, loro non ne hanno bisogno, no, infatti, il medico, non quello di famiglia, ma un amico connivente, gli prescrive il “Cialis”, evitando terribili effetti collaterali, che durante un incontro sessuale, sarebbero anche loro grotteschi. Ad un certo punto la malcapitata non farebbe in tempo a comporre il 118, dovrebbe chiamare direttamente le pompe funebri o il prete.
La moglie che incontrarono quando era Papa Pio XII la considerano una mummia, mentre loro hanno voglia di vivere, fare mille esperienze, spendere, e con il denaro credono di poter comprare tutto, anche l’artificiale affetto della pollastrella di turno, meglio se minigonnata.
Non accettare l’età che avanza e non affrontarla con dignità e leggerezza, può essere molto pericoloso, sia per le coronarie, che per l’immagine di noi stessi che rimbalza qua e là, regalando al pubblico ludibrio, non pochi argomenti di conversazione.
A volte questi soggetti si vergognano di questo stile di vita con i vicini e nel proprio ambiente, quindi cercano di allontanarsi, dove nessuno li conosce, per inseguire quel “respiro di giovinezza” che sentono d’aver perduto, e allora vagano per “night club”, perché loro credono che si chiamano ancora così, per rimorchiare.
A volte ricchi, o comunque benestanti, in avanzato stato di decomposizione e semplicemente orrendi come satiri all’assalto, ma convinti d’avere un fascino irresistibile, avanzano. La natura è stata ingenerosa con loro; sarebbero schifati anche dalla propria madre se non fossero carne della loro carne, almeno per lo stile di vita che stanno conducendo.
E’ quello che mi viene da pensare ogni qual volta si verificano casi di uomini anziani,o comunque sopra i 50anni,che senza essere né Brad Pitt né tipi col conto in banca di Flavio Briatore, ci provano con ragazze 20enni approfittando di normali situazioni che diventano patetiche. Ma io mi domando se si guardino allo specchio, se pensano davvero che una si faccia rimorchiare dal primo vecchio panzone che ci prova su due piedi per amore!
Davvero pensano di poter fare colpo in questo modo? D’avere una speranza con ragazze giovani che si possono trovare di molto meglio? Ma si rendono conto della figura ridicola e patetica che fanno oppure sono proprio convinti?
Sono domande che mi faccio. Secondo me hanno paura d’invecchiare, morire e vogliono ad ogni costo fare ciò che non hanno potuto fare da ragazzi. E le fanciulle in questione trovano un sostituto della figura paterna. Inoltre spesso il denaro ha un significato al di là della materialità e dei benefici che da esso derivano come forte segno simbolico dell’affetto mancato.
Signori miei, riscoprite il senso del ridicolo.
Di Simona Aiuti
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