di Alfonsina Ventola*
Valutazione dei Dirigenti Scolastici in Italia, tema cruciale ma controverso, caratterizzato da una scarsa formalizzazione rispetto agli standard europei. La mancanza di valutazione sistematica impatta negativamente sulla qualità della leadership, favorendo un potere discrezionale e rischi di gestione autoritaria. Inoltre, l’assenza di rotazione dei dirigenti ostacola l’innovazione e crea una cultura di complacency. È necessaria una riforma che introduca criteri di valutazione chiari e coinvolga il corpo docente, per promuovere un sistema educativo più equo e collaborativo
Valutazione dei Dirigenti Scolastici in Italia, tema di grande importanza e, al contempo, di grande controversia. La figura del dirigente scolastico è centrale nel sistema educativo in quanto si occupa del management scolastico. L’aspetto organizzativo e gestionale, proprio dei doveri istituzionali del dirigente scolastico, deve essere funzionale a garantire la qualità dell’azione didattica e formativa. Tuttavia, a differenza dei sistemi scolastici di altri paesi europei, la valutazione formale e sistematica delle azioni messe in campo dal dirigente scolastico da parte degli ispettori scolastici rimane una pratica scarsamente sviluppata nel contesto italiano.
Valutazione dei Dirigenti Scolastici: differenze tra Italia ed Europa
In molte nazioni europee, i dirigenti scolastici sono sottoposti a una valutazione regolare e strutturata che tiene conto delle loro performance, della gestione del personale e dei risultati ottenuti dagli studenti. Questo processo non solo serve a garantire elevati standard qualitativi nell’insegnamento, ma costituisce anche uno strumento di accountability che stimola il miglioramento continuo delle istituzioni scolastiche. In Italia, al contrario, una pratica di questo tipo è quasi assente e la valutazione dei dirigenti scolastici è frequentemente relegata a circostanze informali e sporadiche.
Impatto della mancata valutazione sulla leadership scolastica in Italia
Questo deficit nel sistema di valutazione scolastico nazionale ha una ricaduta diretta sulla qualità della leadership nelle scuole italiane. Quando mancano criteri chiari ed obiettivi specifici per favorire il miglioramento del sistema scolastico, i dirigenti possono trovarsi ad operare senza una direzione precisa, alimentando incertezze e difficoltà non solo per loro, ma anche per il corpo docente e gli studenti. Di conseguenza, il sistema educativo può risultare stagnante, incapace di ottimizzare le proprie risorse e di adattarsi alle esigenze in continua evoluzione della società.
Conseguenze dell’autonomia scolastica sul potere discrezionale dei dirigenti
Un altro aspetto preoccupante è il crescente potere discrezionale del dirigente scolastico, promosso già a partire dall’ istituzione dell’autonomia scolastica e del conseguente ruolo dirigenziale. In assenza di una valutazione rigorosa, i dirigenti godono di un ampio margine di autonomia decisionale, che non è sempre accompagnato da una visione sistemica, democratica e imparziale del sistema scuola.
Rischi di autoritarismo
La mancanza di un sistema di valutazione, infatti, potrebbe portare a una gestione autoritaria in cui il dirigente scolastico tende a imporre le proprie visioni e strategie senza coinvolgere gli insegnanti. La democrazia all’interno della scuola, un principio fondamentale per il funzionamento di qualsiasi istituzione educativa, viene quindi messa duramente a repentaglio. In un ambiente in cui il dialogo e la collaborazione sono relegati a ruoli secondari, il rischio di conflitti e dissidi aumenta e la motivazione del personale può ridursi drasticamente.
Principio di rotazione per una maggiore accountability
Un altro punto che merita attenzione è l’assenza del principio di rotazione per i dirigenti scolastici, in vigore invece in molte altre amministrazioni pubbliche italiane. In contesti diversi, il ricambio regolare dei dirigenti consente di portare idee e approcci innovativi, oltre a prevenire l’insorgere di situazioni di favoritismo o di mal gestione. La rotazione promuove una maggiore accountability e favorisce la trasparenza, creando un ambiente di lavoro in cui la crescita professionale è incentivata.
Conseguenze della permanenza prolungata dei presidi
In Italia, invece, i dirigenti scolastici possono rimanere in carica per periodi prolungati, spesso senza che si facciano valutazioni concrete delle loro prestazioni. Questa condizione non solo ostacola l’innovazione, ma mina anche la possibilità di implementare cambiamenti essenziali all’interno delle scuole. La persistenza di una leadership stagnante può generare una cultura di complacency in cui manca la spinta a migliorarsi e a rispondere alle reali esigenze degli studenti e della comunità educativa.
Serve una riforma
Considerati questi aspetti, è evidente che si rende necessaria una riforma della valutazione dei dirigenti scolastici in Italia. È fondamentale sviluppare un sistema che preveda valutazioni sistematiche e la corretta applicazione del principio di rotazione. I criteri di valutazione dovrebbero essere chiari, oggettivi e accessibili, in modo da garantire che i dirigenti scolastici possano lavorare in un contesto di responsabilità e crescita professionale. Inoltre, la partecipazione del corpo docente nelle valutazioni e nelle decisioni strategiche potrebbe favorire un modello scolastico più inclusivo e collaborativo.
La scuola italiana ha bisogno di un cambiamento che possa restituirle dignità e democrazia. Solo così sarà possibile costruire un sistema educativo più equo, efficace e in grado di affrontare le sfide del futuro.
*Alfonsina Ventola – Insegnante e Psicologa
E ancora
- Amazon assume 100.000 persone. Jeff Bezos: Covid19 non ci ferma. Insieme, ce la faremo
- Al Piper Club di Roma si festeggiano i 50 anno dei Rolling Stones
- Genealogia: dal Molise a Vibo Valentia. Umdi e Fondazione Francesco II di Borbone
- BLSD a Termoli. Corso del Rotary Club Termoli e la Misericordia
- Regionali Molise 2018, chiuse ora le urne. Dati affluenza comune per comune