Umbria caccia vietata, ma serve il pungolo. Le associazioni Enpa, LAV, LIPU, LNDC, WWF diffidano la Regione affinché dia immediata esecuzione dell’ordinanza e disponga l’immediata chiusura della caccia alla Beccaccia e ai Turdidi.
Umbria caccia vietata con l’ordinanza del 15 gennaio, la sesta sezione del Consiglio di Stato ha accolto la domanda cautelare di Enpa, LAV, Lipu, LNDC e WWF, assistite dall’avv. Andrea Filippini, disponendo l’immediata chiusura della caccia per turdidi e beccaccia e confermando quanto già disposto con decreto lo scorso dicembre.
Umbria caccia vietata a causa dei gravi danni alla biodiversità
“Quanto accaduto è un fatto gravissimo – commentano Enpa, LAV, Lipu, LNDC e WWF – Alcune associazioni venatorie, in modo del tutto scorretto e irresponsabile, hanno strumentalizzato una nota della Regione Umbria, pubblicata all’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento della modifica della legge sulla caccia, che, con evidenti violazioni costituzionali, impedisce ai giudici amministrativi di sospendere i calendari venatori, anche in caso di rischi di gravi danni per la biodiversità. L’azione delle associazioni venatorie – proseguono le associazioni – è stata finalizzata ad instillare nei cacciatori l’idea che si potesse continuare a cacciare. Abbiamo quindi inviato una segnalazione alla Regione, motivata da ragioni tecniche, chiedendo di chiarire che la modifica non si possa applicare al caso umbro.”
Umbria caccia vietata: tesi confermata dal Consiglio di Stato
“La nostra tesi è stata di fatto confermata dal Consiglio di Stato con l’ordinanza di ieri, tuttavia, mentre le associazioni venatorie continuano a negare l’evidenza, la Regione ci ignora, assumendo un grave atteggiamento di inerzia”.
Abbattuti beccacce e tordi
“Di fatto – proseguono le associazioni – si sta concedendo ai cacciatori di uccidere impunemente centinaia di uccelli selvatici appartenenti a specie per le quali la caccia è chiusa da dicembre, come confermato da numerose foto e video di beccacce e tordi abbattuti da cacciatori che irridono le associazioni ambientaliste non rendendosi conto di essere autori di atti non consentiti.”
Secondo le associazioni, i dirigenti venatori ignorano le norme
“Questi animali sono stati uccisi illegittimamente solo perché chi avrebbe dovuto operare nell’interesse generale ha preferito dare ascolto solo ai soliti dirigenti venatori che hanno dimostrato di essere ubriachi di potere al punto di prendersi gioco delle istituzioni e delle norme.”
Livelli di estremismo senza precedenti
“Le associazioni di protezione ambientale continueranno a presidiare gli interessi collettivi denunciando in tutte le sedi questi abusi sempre più frequenti a causa di un mondo, quello della caccia, che ha raggiunto livelli di estremismo senza precedenti.”
Le associazioni sollecitano le istituzioni a un maggior controllo
Le regioni e le istituzioni pubbliche – concludono Enpa, LAV, Lipu, LNDC e WWF – dovrebbero aprire gli occhi e smettere di farsi dettare l’agenda da chi ha dimostrato di essere dannoso, incompetente e inaffidabile e la stessa cosa dovrebbero fare i cacciatori che continuano a fare affidamento su chi, per ottenere consenso e potere, è disposto ad esporli a rischi di ricevere pesanti sanzioni”.
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