Trapianto epatico metastasi fegato. Presso l’Accademia di Medicina di Torino la seduta scientifica dal titolo “Il trapianto epatico nelle metastasi al fegato dei tumori solidi: realtà e prospettive”. Il primo studio prospettico randomizzato TransMet al congresso ASCO, il trapianto di fegato ha già guadagnato da alcuni anni un ruolo nella cura dei più rari tumori neuroendocrini maligni del tratto gastro-entero-pancreatico. Solo di recente la consacrazione a terapia salva-vita in lesioni non altrimenti resecabili chirurgicamente
Trapianto epatico metastasi fegato: una patologia sempre più devastante, sempre più diffusa. Si calcola che nel giro di cinque anni quasi il 50% dei carcinomi del colon retto si presenta o diventa metastatico. Sono circa 50.000 i nuovi casi all’anno, che rappresentano un grave problema epidemiologico e sociale.
Trapianto epatico metastasi fegato, come affrontarlo?
Se ne parlerà approfonditamente illustrando le più moderne metodologie venerdì 28 giugno alle ore 21:00 nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino. Introduce il Primario di Oncologia ASL di Torino, il prof. Alessandro Comandone, interverranno Massimo Aglietta, Professore di Oncologia all’Università di Torino e Renato Romagnoli, Direttore della Struttura complessa di Chirurgia Generale 2 e del Centro Trapianti di Fegato della Città della Salute e della Scienza di Torino. Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18, a Torino, sia collegandosi da remoto al sito dell’Accademia.
La classificazione ESMO
La classificazione ESMO (European Society of Medical Oncology) riconosce tre diverse situazioni: metastasi operabili immediatamente (sopravvivenza del 35-45% a 5 anni), metastasi operabili dopo terapia medica neoadiuvante (sopravvivenza 20%-30% a 5 anni), metastasi non resecabili (sopravvivenza <5% a 5 anni e sopravvivenza mediana di 12 mesi).
Le possibilità di ricaduta
I risultati delle varie terapie mediche sono positivi, con risposte obiettive del 45%, mentre le forme operate radicalmente hanno una possibilità di ricaduta superiore al 50%. Di conseguenza, la possibilità di trattare questi pazienti con metastasi con il trapianto epatico apre nuove possibilità di cura in un campo purtroppo cristallizzato nei risultati da oltre 10 anni.
L’utilizzo come terapia salva-vita
Per i più rari tumori neuroendocrini maligni del tratto gastro-entero-pancreatico il trapianto di fegato ha già guadagnato da alcuni anni un ruolo nella cura di alcuni pazienti affetti da metastasi epatiche non resecabili; per la più ampia coorte di soggetti affetti da metastasi epatiche da neoplasie colo-rettali, invece il trapianto epatico ha ricevuto solo recentemente la consacrazione quale terapia salva-vita in pazienti selezionati affetti da lesioni non altrimenti resecabili chirurgicamente.
Studio prospettico TransMet
Di recente la pubblicazione dei dati del primo studio prospettico randomizzato TransMet al congresso ASCO (American Society of Clinical Oncology) di Chicago, nel quale la sopravvivenza registrata nei pazienti nel braccio chemioterapia + trapianto epatico rispetto a quelli nel braccio solo chemioterapia è risultata straordinario (sopravvivenza a 5 anni intent-to-treat 57% vs 13%, per protocol 73% vs 9%).