Tragico deja vu Covid: la situazione non è delle migliori, visto il picco di contagi avuto nell’ultimo mese. Nuovo record di casi in 24 ore, sfiorando quota 9 mila. In cima alla classifica, Milano
Tragico deja vu Covid, secondo Massimo Galli, direttore del Sacco di Milano, soffermarsi sui dati giornalieri da contagi Covid non è la soluzione ottimale. Per l’infettivologo infatti attualmente è più importante concentrarsi sulle proiezioni. E la situazione non è delle migliori, visto il picco di contagi avuto nell’ultimo mese. Il bollettino del 15 Ottobre ha riportato un nuovo record di casi in 24 ore, sfiorando quota 9 mila. In cima alla classifica, Milano. “Tragico dejà vu – afferma Galli, ai microfoni di Repubblica – lo temevamo già da agosto, ma speravo di sbagliarmi”.
Tragico deja vu Covid: possibile lockdown natalizio?
Il Sacco di Milano è ormai affollato da pazienti Covid. “La situazione si sta facendo molto allarmante – ha detto Galli – al limite della saturazione. E ci sono forti criticità anche altrove. Dobbiamo far funzionare le indicazioni del Dpcm, diversamente la strada già tracciata è quella degli altri Paesi europei”. In sostanza, sembra essere tornata l’ipotesi lockdown natalizio. “Non me lo auguro – continua Galli – dobbiamo lavorare per evitarlo: è la misura più semplice, perché non hai bisogno di lambiccarti il cervello a trovare altre soluzioni, ma anche la più drammatica perché le conseguenze sarebbero inevitabili”.
Italia come Francia e Spagna. Il quadro di Galli
Secondo il virologo, la tragica profezia sta per avverarsi. “Tra 15 giorni saremo come la Francia, la Spagna, e il Regno Unito. In più, abbiamo una distribuzione dei contagi in tutto il territorio. Quando cominci a vedere la realtà nelle aree dove la prima ondata ha colpito meno – ha aggiunto Galli – sai che il rimescolamento delle carte di quest’estate creerà grossi problemi perché si tratta di aree che non hanno vissuto questa esperienza e non hanno strutture attrezzate“. “Quest’estate in vacanza, positivi giovani. A settembre ritorno a casa, positivi giovani. Poi il contagio in famiglia, l’età cresce – continua Galli -adesso toccherà agli anziani, e dunque cresce la paura, la sintomatologia, il ricorso alle cure ospedaliere, le terapie intensive“. “Le vittime, ormai lo sappiamo – conclude il virologo – le vedremo più in là”.
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