Le lastre sono venute giù come fuscelli, abbattendosi sul corpo minuto di Michele. Un colpo alla testa, il torace schiacciato, il respiro che si è fatto piccolo, mentre il cuore faticava a resistere. Sigilli all’area, sotto sequestro il muletto. Le indagini di Carabinieri e Polizia per ricostruire la dinamica dell’incidente
Schiacciato dalle lastre di marmo che stava scaricando. E’ morto così, durante un’operazione ripetuta centinaia di volte, Michele Calabrese, il 43enne di Bojano, operaio presso la Edilforniture Bernardo Marmi. Lavorava lì da quando aveva 20 anni, una vita con i proprietari, con i colleghi, con quelle lastre di marmo pesanti tonnellate, che spostava come fossero di vetro, avvezzo ormai a caricarle e a scaricarle con il muletto. Una giornata come tante, quella del 20 novembre: la colazione in soggiorno, il tragitto in auto da contrada Pitti a via Molise, nei pressi del passaggio a livello lungo la strada che porta a Monteverde. Erano le 9.00 quando Michele ha cominciato a scaricare, assieme ad altri colleghi, un camion appena giunto dalla provincia di Foggia, carico di pesanti lastre di marmo. Una mattina soleggiata, il clima mite, qualche chiacchiera, un paio di battute per sorridere alla vita e il muletto da condurre sapientemente, con quell’esperienza maturata sul campo, che lo rendeva forse troppo sicuro di sé. Ma qualcosa deve essere andata storta, mercoledì 20 novembre: nel silenzio di un mattino d’autunno il tonfo è stato terribile, un rumore improvviso e violento. Le lastre sono venute giù come fuscelli, abbattendosi sul corpo minuto di Michele. Un colpo alla testa, il torace schiacciato, il respiro che si è fatto piccolo, mentre il cuore faticava a resistere. Non hanno aspettato un attimo a chiamare il 118, i compagni impietriti che si trovavano sul posto e l’autoambulanza è giunta immediatamente, con il personale sanitario a bordo. Ma le condizioni di Michele sono apparse subito critiche, addirittura disperate. Inutile la corsa verso l’ospedale Cardarelli di Campobasso. Michele se ne è andato durante il tragitto e all’arrivo al nosocomio del capoluogo ai medici non è restato altro da fare che constatarne il decesso. Prima in ospedale, poi sul luogo dell’incidente, sono giunti i Carabinieri della Compagnia di Bojano, la Polizia, i Vigili del Fuoco, coadiuvati da inviati dell’Ispettorato del Lavoro.
OTTO TRA FRATELLI E SORELLE. LO SHOCK IN CITTA’
Si sta indagando per accertare la dinamica dell’incidente e stabilire eventuali responsabilità in merito al rispetto della normativa sulla sicurezza del lavoro. Certo è che Michele era molto conosciuto a Bojano, amato in fabbrica e nella vasta cerchia di amici. Allegro, sempre pronto alla battuta, solare, scherzoso, Michele non si era sposato e viveva con la sorella Anna, con il fratello Pietro e la mamma Clementina in località Pitti di Bojano, nei pressi dei Laghi di Alifana. Otto tra fratelli e sorelle (alcune di loro sposate a Morcone, Frosolone, Spinete e Campobasso), Michele aveva sofferto molto per la perdita del padre, ma con il suo carattere gioviale era stato vicino alla famiglia. Da qualche anno si vedeva un po’ meno spesso in giro, latitante persino da Bastone, diviso tra casa e lavoro, dedicando tutto il suo tempo alle cinque sorelle, in particolare ad Anna, ai fratelli e alla mamma. Sotto shock la città di Bojano, che ha accolto con composto distacco e dolore la pletora di giornalisti giunti sul posto. Una tragedia, insomma, che getta nella disperazione l’intera comunità di Bojano e gli operai che questa mattina erano a lavoro con Michele e che hanno sperato fino alla fine che potesse farcela. Poi la notizia del decesso a cancellare l’ultimo filo di speranza.
SIGILLI ALL’AREA. SEQUESTRATO IL MULETTO
Come da prassi sono stati apposti i sigilli all’area dove è avvenuto l’incidente, mentre il magistrato incaricato ha disposto per ora l’ispezione cadaverica, ma non è escluso che si proceda poi con l’autopsia per escludere eventuali malori o comunque per stabilire le cause del decesso e dunque le eventuali responsabilità. Se, come sembra, ci si trovasse di fronte ad un incidente sul lavoro, Michele Calabrese sarebbe il numero nove delle morti bianche in regione nel 2019. Posto sotto sequestro anche il muletto con il quale venivano trasportate le lastre che hanno schiacciato il 43enne.
di Mina Cappussi e Sabina Iadarola
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