Tomba del gatto Romeo, la storia del micio abbandonato che è diventato un’icona del Cimitero acattolico di Roma. Il felino che ha animato questo luogo di memoria silenziosa adesso riposa vicino ad illustri personaggi italiani e stranieri
Tomba del gatto Romeo, non solo tombe d’intelligentia et potentia, non solo biografie diventate storia, non solo esiti di successi, eccessi e decessi. Non solo l’arte di chi l’ha messa da parte per i posteri, non solo nomi altisonanti nei terreni bassifondi di loculi semplici o pregiati, non solo vite spente nella lux gloriae…, ma anche Romeo, un gatto diventato la mascotte del Cimitero acattolico di Roma.
Tomba del gatto Romeo in compagnia di personaggi illustri
Oltre ad un lungo elenco di personaggi illustri italiani e stranieri, il Cimitero acattolico (prima Cimitero degli inglesi o dei protestanti oppure, ancora, Cimitero del rione Testaccio o degli artisti e dei poeti, vicino a Porta San Paolo ed alla stazione ferroviaria Roma Ostiense, a lato della Piramide Cestia) accoglie nel rispetto anche una particolare sepoltura di cui ben pochi conoscono esistenza ed ubicazione nel dedalo stretto stretto di sepolcri e verde.
La vicinanza alla tomba di Antonio Gramsci
Si tratta del tumulo, in un angolo appartato, che ricopre i resti del gatto Romeo, appartenente alla nutrita colonia felina del posto di cui era diventato un po’ la mascotte, il simbolo, qui ricordato da una lapide a terra con nome, effigie stilizzata ed anno (il 2006) di decesso, con una statuetta di terracotta accovacciata in placido sonno. Si trova a poca distanza dall’avello che custodisce le ceneri di Antonio Gramsci (Antonio Sebastiano Francesco Gramsci, Ales, Oristano, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937, politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario).
La storia agrodolce di Romeo
La vicenda di Romeo è un percorso agrodolce. Abbandonato da chi prima l’aveva voluto, venne investito da un’auto proprio nei paraggi del cimitero. Con una sua zampa lesionata fu accudito dai volontari che s’occupavano dei gatti della colonia nell’acattolico e resistette finché ha potuto zoppicando. Ma le varie, irrimediabili infezioni costrinsero all’amputazione dell’arto, senza far demordere Romeo dalla sua vitalità istintiva e dal suo far comunella con i gattoni dispersi che, coccoloni e panciuti, animano il luogo di tanta memoria silenziosa.
Il micio del mistero
Si racconta del tenero legame di Romeo con una ragazza giapponese abituale frequentatrice del cimitero (forse più per accarezzare il gatto che per girovagare tra pietre sepolcrali pregne di insigni trascorsi) e qualcuno accenna ancora al seppellimento d’un altro felino chiamato Nerone e, pure questo, benvoluto dai visitatori. Non si sa, però, se la circostanza sia vera, quando sia eventualmente campato e deceduto e dove si trovi la sua ipotizzata… ultima dimora… Il micio del mistero?
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