Il quarantennale del sisma in Friuli è stato commemorato a Toronto con una toccante cerimonia alla Famee Furlane. Filmati, testimonianze e la partecipazione del coro del Friuli Terrace hanno fatto rivivere una terribile catastrofe che contò mille morti, 2.400 feriti e 157mila sfollati.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Il Canada non dimentica il terremoto in Friuli: la Famee Furlane di Toronto ha commemorato il quarantennale del terremoto in Friuli domenica scorsa, primo maggio 2016, ricordando l’immenso contributo del Canada nella ricostruzione dei paesi terremotati, con una raccolta fondi di ben 4.416.700 di dollari. Un capitolo di storia importante, che forse molti non conoscono. Ma quello dello scorso primo maggio è stato soprattutto un evento che ha messo in risalto il grande senso di responsabilità del popolo canadese. Grazie alla solidarietà di tantissimi cittadini e vari livelli di governo, in poco tempo furono raccolti ben 4.416.700 di dollari, con cui si costruirono 180 case e due strutture per anziani in Friuli. Quel 6 maggio 1976, tuttavia, ebbe un significato ancora più profondo per i nostri connazionali che vivono a Toronto e nelle città circostanti. “Gli italiani diventarono comunità con quella tragedia”, ha affermato il giornalista Paolo Canciani, che ha presentato la commemorazione. “Fu il momento in cui friulani, calabresi, ciociari, veneti, siciliani, tutti indistintamente, per la prima volta si ritrovarono con orgoglio a lavorare assieme per un’unica causa”, ha aggiunto Canciani. Per averne conferma, basta sfogliare i libri di storia. La grande casa per anziani “Villa Colombo” di Toronto si preparava da mesi a un telethon per finanziare i costi della struttura. Ma a poche ore dalla notizia del sisma in Friuli, gli organizzatori decisero che la maratona di beneficenza si sarebbe svolta in favore dei connazionali terremotati.
Una scelta di cuore e responsabilità presa da gente come Tony Fusco e Paul Ariemma, ai vertici dell’allora Italian Canadian Benevolent Corporation (oggi Villa Charities). Il giorno della “festa della mamma” si raccolsero ben 700mila dollari. Donazioni arrivate non solo da italiani ma, trasversalmente, da persone di tutte le provenienze. Nel frattempo si creò un comitato per il cosiddetto “Friuli Earthquake Fund”, formato da imprenditori edili friulani come Marco Muzzo ed Elvio Del Zotto, dotati del know-how per la ricostruzione. E presieduto da un altro friulano, Primo De Luca, oggi console onorario del Canada a Udine. La Famee Furlane di Toronto diventò il “centro operativo” della solidarietà. “Ricordo con le lacrime agli occhi gente di ogni età donare quello che potevano per la causa. Pensare che i bambini venivano alla Famee con il loro salvadanaio pieno di monetine, gesti che ti fanno scaldare il cuore”, ha commentato Paolo Canciani. Il terremoto del Friuli, in sostanza, ebbe una forza “aggregativa” che solo i grandi eventi sportivi possiedono (come i Mondiali del ’82), quale veicolo trainante del senso più profondo di italianità, di comunità. L’allora presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi, dott. Laureano Leone, organizzò una raccolta fondi su scala nazionale. Mentre il governo federale, guidato da Pierre Trudeau (padre dell’attuale primo ministro Justin), dedicò un milione di dollari alla ricostruzione in Friuli. La provincia dell’Ontario donò 500mila dollari. In pochi mesi furono raccolti ben 4.416.700 dollari, con cui si costruirono due strutture per anziani, a Taipana e Bordano, e circa 180 case: 92 a Venzone, 58 a Forgaria e 30 a Pinzano. Un contributo immenso per l’epoca, che ancora oggi fa inorgoglire gli italiani residenti in Canada. Durante la commemorazione della Famee Furlane, il presidente Matthew Melchior ha donato una targa a Laureano Leone, a riconoscimento dell’operato suo e del Congresso Nazionale. L’evento ha visto la presenza di circa 200 invitati, tra cui Tony Carella, consigliere comunale della città di Vaughan, Stephen Lecce e Mattia Bello, rispettivamente primo vice presidente e membro dell’attuale Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi di Toronto.