Il folklore è tornato a vivere sulla scalinata di via San Martino, gremita di persone, e dall’eco delle poesie del Molise. Il vico per dentro si è colorato di parole, musica e ricordi. Nella serata, immancabile il ricordo rivolto a Modesto Zaccaro; consegnata targa alla famiglia.
La fine dell’estate, una patina nostalgica che si abbatte sulla cittadina pentra di Bojano, silenziosa, dormiente, che saluta agosto dai monti… Una nebbia impercettibile avvolge le case e segna l’imminente settembre, che arriva tra pioggia e tradizione, arriva piano e fa sentire la sua voce, risparmiando però l’ultimo giorno di sole, quello dedicato a Parole e Musica, l’evento culturale dedicato alla memoria di Bojano e i suoi poeti, svoltosi venerdì 31 agosto. Attraverso il “vico per dentro”, così affettuosamente chiamato dai cittadini pentri, con le sue stradine che si diramano alle pendici rocciose del Matese, centro storico intrinseco di tradizione, odori e profumi tipici della cucina antica, quella di una volta, che raccolgono segreti e li accolgono nelle familiari braccia di pietra, il folklore bojanese è tornato a vivere proprio lì, sulla scalinata di via San Martino, gremita di persone, e dall’eco delle poesie dei poeti locali. Lungo la salita per raggiungere la gradinata, suggestive candeline illuminavano il buio aranciato dei lampioni, e accoglievano le persone, che non hanno perso l’occasione di fotografare l’atmosfera soffusa che la luce dei lumini donava alle stradine. Parole, musica, ricordi ed emozioni alloggiavano negli occhi degli spettatori, che con lo sguardo volto alla commozione, rivivevano nei canti popolari e le rime inedite degli artisti nella loro diffida poetica, con musica dal vivo, testi classici, in vernacolo, in lingua, contemporanei e di sperimentazione linguistica, nel suggestivo vico di via San Martino, nel cuore del centro storico della città, che si diparte in salita e su gradoni, da corso Umberto I all’antico tratturo Pescasseroli Candela. “Un quartiere virtuoso – sottolinea Mina Cappussi – che ha recepito con gioia la proposta, esempio di unità e di amicizia di buon vicinato. E’ grazie a Dora Nero, a Franca Romano, Bruno Liberatore, Annamaria, Giuseppe, Liberato, Maria Luia, Mafalda, Anna, Gaetano, Maria Luisa e a tutti gli altri del rione San Martino che la manifestazione si svolgerà in uno degli angoli caratteristici e suggestivi, complice la luce calda dei lampioni e le fiammelle dei lumini che indicheranno la location, dal vicolo di fronte al municipio e dalla strada al lato della Cattedrale. Artisti e poeti verranno da Roma, Napoli, Pozzuoli, Matera, Campodipietra, Campobasso, Isernia, Vinchiaturo, Monteroduni, Montagano, Baranello, Agnone, Mirabello, San Polo, Campochiaro, Colle D’Anchise a ricordarci che la poesia non ha confini e che siamo tutti uniti nella Bellezza”. La kermesse culturale è stata introdotta e presentata da Mina Cappussi, giornalista-artista ideatrice del movimento artistico e-MOVO Mirr or Art e pioniere di Molise Noblesse Movimento per la Grande Bellezza di una Piccola Regione, e Maurizio Varriano, per Molise è Cultura. La manifestazione, però, ha avuto un inizio un po’ particolare, commovente, dedicato al ricordo di Modesto Zaccaro, attraverso le parole Mina Cappussi, Claudia Patricelli, Costantino Pietrangelo; lui, punto di riferimento della cultura popolare bojanese, che esattamente 25 anni fa fu l’ideatore dalla prima edizione della manifestazione “Pietrecadute Poesia e Musica”, da lui inaugurata proprio il 30 agosto, del 1994. “Nessuno aveva mai pensato a dedicare un tributo a Modesto Zaccaro – continua la Cappussi – che tanto ha dato alla città di Bojano, tentando di unire le diverse fazioni con il collante della cultura popolare. Ho proposto l’idea alla famiglia, che ne è stata subito entusiasta. Non potevo immaginare che la data fissata ricalcasse esattamente il venticinquennale!” Prima della diffida poetica, c’è stato anche l’intervento di don Rocco Di Filippo, parroco dell’Antica Cattedrale, che ha parlato della bellezza.
Il programma si è diviso in due parti più propriamente poetiche, la sezione Memoria, dedicata ai versi di poeti che non sono più con noi, quali Mario D’Alessio, Gino Tellaroli, Valentino Nero, interpretati da Elisa e Franca D’Alessio, Antonella Colangelo e Samuele Doganiero. Per la sezione Storia Patria, una vera e propria chicca, i versi di Berengario Amorosa, “O Pentro Guerriero” recitati da Alessio Spina, composti e presentati in occasione dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti il 24 maggio 1922. Ancora in esclusiva la poesia “Alle venditrici di origano”, presentata da Lucia Buttino in abito tradizionale di Campochiaro. C’è poi la sezione di Sperimentazione linguistica, con Mina Cappussi (Requiem musca) e il giovanissimo Giuseppe Marro (Dolci Demoni). In anteprima, è stata presentata anche una scena della commedia in dialetto bojanese “Trica e venga bona!”, scritta dal pugno di Alessio Spina e interpretata da Alessio Spina (Luigino), Claudia Patricelli (Cesira), Sabina Iadarola (Carolina), Mina Cappussi (narratore). I versi sono stati sottolineati e intercalati da brani musicali a cura di Costantino Pietrangelo (voce), Federica Castrilli (chitarra e voce); Lorenzo Spina (clarinetto). Dicitori: Mariantonietta Romano, Alessio Spina, Salvatore Brunetti. A fine serata,c’è stato un momento conviviale curato dal Comitato di Quartiere San Martino.
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