Studenti zone arancioni rientrano a scuola. La Calabria e in Lombardia, passate dal rosso all’arancione, ritornano a seguire le lezioni in presenza. Il Piemonte, invece, ha stabilito che gli alunni di seconda e terza media saranno ancora in dad
Studenti zone arancioni rientrano a scuola. Dopo le decisioni del governo di venerdì 27 novembre che hanno cambiato il colore di cinque regioni, riducendo le restrizioni per il contenimento del Covid, oggi rientrano sui banchi gli studenti delle zone arancioni fino alla terza media. La Calabria e in Lombardia, passate dal rosso all’arancione, ritornano a seguire le lezioni in presenza circa 719mila alunni, per la maggior parte delle classi seconde e terze di scuola secondaria. Il Piemonte è passato da zona rossa ad arancione, ma i 79.995 alunni di seconda e terza media saranno ancora in dad: il governatore Cirio, infatti, ha deciso di tenere ancora questi studenti a casa. In Campania, ancora zona rossa, dal 25 novembre tornati a scuola solo i più piccoli, cioè i bambini della scuola dell’infanzia e la prima classe della scuola elementare, mentre verrà prorogato fino al 7 dicembre il regime di didattica a distanza dalla seconda classe della scuola primaria.
Studenti zone arancioni rientrano a scuola. Misure per il ritorno a scuola
Le misure per il ritorno a scuola al tempo del Covid. Entrata degli alunni con misurazione temperatura e distanziamento alla scuola a Torino. A casa oltre 507mila alunni del primo ciclo nelle zone rosse rimaste (Campania, Toscana e Abruzzo), per un totale complessivo di 3 milioni e 241mila ragazzi. Invece, tra gli alunni che seguiranno le lezioni in presenza ci saranno anche 164.140 alunni con disabilità. A Milano, a causa dell’ emergenza Coronavirus, sono stati distribuiti ai medici gel e mascherine protettive fornite dal Comune presso l’Hub 4 di via Zante, che sostituisce anche da centro di raccolta per generi alimentari in arrivo da Caritas e Banco Alimentare per famiglie e individui bisognosi che hanno difficolta a muoversi e che vengono poi distribuiti un paio di volte a settimana. Sono 331.557 i professori che continueranno a insegnare da casa. Saranno in classe anche 110.091 docenti di sostegno.
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