Statue divelte Trump firma il decreto e crea una task force contro gli estremisti antigovernativi. Forte la risposta della comunità italo-americana che difende Cristoforo Colombo. “Queste statue – le parole di Donald Trump – fanno parte del patrimonio storico americano. Varato un ordine esecutivo per inasprire le pene, fino a 10 anni. Mobilitati Filitalia International, NIA-PAC, Order of Suns and Daughters of Italy in America
Statue divelte, Trump firma il decreto per proteggere i monumenti, le lapidi commemorative, le statue e per combattere la violenza criminale”. Fino a 10 anni di carcere per questi atti illegali che non sempre leggono la storia con obiettività e assurgono a titolari di revisionismo fai da te. Negli Usa esiste già una legge che tutela i monumenti federali.
Ma evidentemente andrebbe applicata, o almeno attualizzata, in considerazione del rincorrersi di atti vandalici basati su presunte riletture della storia. Trump ha anche disposto di far ripristinare la statua di un generale confederato tirata giù durante le proteste, assieme a quelle di altri eroi confederati considerati razzisti, come il monumento al generale Lee e quello al sindaco di Philadelphia, Rizzo.
Quando riavremo le nostre strade?
Nel corso di una “tow hall” con il conduttore di Fox News, Sean Hannity, un cittadino del Wisconsin aveva chiesto al presidente Trump: “Quando il governo ci restituirà le nostre strade?”. Un chiaro monito alle violenze, alla furia scatenata, alle proteste dei Black Lives Matter che vanno avanti da ormai un mese. Trump aveva immediatamente risposto garantendo ai suoi sostenitori “una punizione” per i “vandali” che abbattono le statue, e in quell’occasione li aveva definiti terroristi.
“Queste persone sono vandali – le parole del presidente – sono agitatori ed in un certo senso sono veramente dei terroristi”.
Monumenti e statue fanno parte del patrimonio storico americano
Trump si era rivolto agli esponenti repubblicani esortandoli ad essere meno “politcally correct” e a prendere le distanze, pubblicamente, dai manifestanti che provocano disordini e attaccano monumenti e statue di generali e leader della Confederazione. “Queste statue – le parole di Donald Trump – fanno parte del patrimonio storico americano. Provvederò a varare un ordine esecutivo per inasprire le pene – fino a 10 anni, per chi vandalizza statue e monumenti”
Task force per proteggere Colombo
Statue divelte Trump firma, e ora che succederà? Dopo che i manifestanti hanno cercato di abbattere la statua del settimo presidente degli Usa, Andrew Jackson a Lafayette Square, Trump ha anche chiesto al ministro della giustizia, William Barr, di dare priorità assoluta alle azioni penali contro chi danneggia statue e monumenti. Il ministro ha subito concretizzato una risposta alle richieste di Trump, invitando i funzionari del Dipartimento di giustizia a creare una task force dedicata a combattere “gli estremisti antigovernativi”.
Statue divelte, Trump firma e gli italiani tornano a sperare
In quest’ottica si inserisce la risposta sistematica e coordinata di numerose associazioni di italiani, prima fra tutti Filitalia International & Foundation fondata dal dr. Pasquale Nestico, diretta oggi da Paula Bonavitacola, che ha risposto all’appello di Amato Berardi, senatore della Repubblica Italiana e Ambasciatore della Regione Molise nel Mondo, assieme al NIA-PAC e al OSIA, Order Sons and Daughters of Italy in America, il cui presidente della Commissione per la giustizia sociale, Robert M. Ferrito, aveva scritto una lettera indirizzata al sindaco di Philadelphia, Jim Kenney.
Nessuno tocchi Cristoforo Colombo
Al grido di “Nessuno tocchi Cristoforo Colombo” associazioni, comunità, club tricolori hanno avviato un sit in con tanto di striscioni e tricolori. L’appello di Amato Berardi, l’11 giugno 2020, aveva prodotto una riunione presso il suo ufficio in Presidential Boulevard BalaCynwyd sul tema della rivalutazione della piazza Thomas Payne, che ha ospitato la statua del sindaco di Philadelphia, di origini italiane, Frank Rizzo, rimossa nottetempo. Le associazioni italo-americane si erano offerte per mettere a disposizione del sindaco Kenney, esperti di arte, design, architettura per disegnare la nuova piazza.
Rizzo, sindaco italiano
Per la comunità italo-americana, il contributo che Rizzo ha dato all’America, in qualità di commissario di polizia e sindaco della città più importante della Pennsylvania, è enorme. Rizzo rappresenta l’apporto degli italiani emigrati, è il simbolo di tanti pionieri che hanno ricercato, con coraggio, una vita migliore per la propria famiglia, che hanno contribuito alla crescita degli Stati Uniti. L’atto di rimuovere la statua deve essere letto come un’ingiustizia verso la popolazione italo-americana.
Alla riunione in Presidential Boulevard BalaCynwyd avevano partecipato Gina Calvitti, Roberto Caiaro, Anthony Colavita, Mary Colavita, Michael Minghenelli, Claudio Cifoni, Gabrielle De Grandi, HinnDeGrandi, Scott Sigman, Antonio Mirarchi, Maurizio Lo Piccolo, Domenic Sabatini, Salvatore D’Angelo, Salvatore Darigo, Ernie Difilippo, Saverio Nestico, Tom Vitel, Joe D’Ascenzo, Don Sabatini, Pasquale Nestico, Tanya Tecce, Paula Bonavitacola, Marco Nykiel, Fred Santarelli, Paul Panepinto, Peter De Feo, Michael Bonasera, Jody Della Barba.
Via Cristoforo Colombo. Ma Filitalia non ci sta
E’ di queste ore la proposta del sindaco Jim Kenney di rimuovere la statua di Cristoforo Colombo. Filitalia International & Foundation torna alla carica capeggiata da Marco Circelli, direttore esecutivo dell’organizzazione non profit di Philadelphia che si occupa di preservare, diffondere e difendere la cultura, tradizione e lingua italiana negli Stati Uniti e che da anni sostiene in Italia, i giovani, con Borse di Studio ed Exchange Program, presso i vari Chapter regionali.
Statua finanziata con i soldi degli italiani
“La rimozione della statua, se così deciderà la Philadelphia Art Commission – spiega Circelli – non è solo un attacco alla figura di Cristoforo Colombo, ma è un attacco a tutta la comunità italo-americana, perché quella statua, eretta ai primi del ‘900 del secolo scorso, è stata finanziata con i soldi degli italo-americani”.
In realtà viviamo in un momento storico delicato, e non tanto per la Pandemia da Covid che ha travolto l’America con il resto del mondo. Piuttosto per l’avvicinarsi della scadenza elettorale che pone il sindaco democratico della città, in vista del voto per la Casa Bianca di novembre, orientato a scalzare Donald Trump e i repubblicani, per i quali vota ormai gran parte della comunità italo-americana.
“Noi – ha precisato Circelli – lavoreremo per contrastare punto per punto le tesi revisioniste tese a cancellare i meriti del grande navigatore italiano, Cristoforo Colombo “
The First Founding Father & First Civil Rights Activist of the Americas
Statue divelte, Trump firma, ma la storia non si può cambiare. Lo scorso 21 giugno, infatti, Nicholas Santangelo di Filitalia International ha indetto una conferenza di Robert Petrone, dal titolo: The First Founding Father & First Civil Rights Activist of the Americas.
Robert Petrone, Esquire, is an attorney and researcher who has worked pro bono for Philadelphia City Council to investigate the controversy recently levied against Christopher Columbus. His findings have been astonishing: Columbus not only never harmed a soul, but spent his life actively fighting against the enslavement of the indigenes by the hidalgos, and successfully petitioned the king of Spain to pass the first civil rights legislation of the Americas, to protect the indigenes.
Robert Petrone, Esquire, è un avvocato e ricercatore che ha lavorato pro bono per il Consiglio comunale di Filadelfia per indagare sulla controversia recentemente sollevata contro Cristoforo Colombo. Le sue scoperte sono state sorprendenti: Colombo non solo non ha mai fatto del male a un’anima viva, ma ha trascorso la sua vita combattendo attivamente contro la schiavitù degli indigeni da parte degli hidalgos e ha presentato una petizione con successo al re di Spagna per approvare la prima legislazione sui diritti civili delle Americhe, per proteggere gli indigeni.
Insomma, tutta questa ondata di rappresaglie, sembra piuttosto un sintomo dei tempi. Cristoforo Colombo è stato un italiano geniale e coraggioso e non c’è revisionismo dell’ultima ora che possa cancellare la sua opera. Inoltre, nessuna statua è stata abbattuta quando il presidente degli Stati Uniti era un nero. La rivincita la si ottiene dimostrando quanto si vale, non distruggendo ciò che è stato. E la discriminazione nei confronti delle donne, allora? Dovremmo distruggere tutte le statue maschili del pianeta? Andiamo avanti, che c’è ancora tanto da fare.
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