Stagione venatoria 2024 2025, il rapporto AVC, nelle prime due settimane di attività, rivela un tragico bilancio di due cacciatori morti e uno ferito in ambito venatorio, e due donne uccise dal padre/marito in ambito extravenatorio. Il resoconto evidenzia uno spaccato più ampio di una realtà complessa e variegata
Stagione venatoria 2024 2025, l’AVC (Associazione Vittime della Caccia) denuncia il continuo pericolo rappresentato dalla caccia. L’apertura della caccia domenica 15 settembre aveva già segnato una vittima grave – un anziano cacciatore ferito – nelle sole preaperture – dal 1 al 14 settembre in sedici regioni – sono sati conteggiati due cacciatori morti e uno ferito in ambito venatorio, e due donne uccise dal padre/marito in ambito extravenatorio.
Stagione venatoria 2024 2025 – il drammatico resoconto
A lunedì 16 settembre si contano quindi:
– 2 cacciatori morti e 2 feriti in ambito venatorio
– 2 non cacciatori morti in ambito extravenatorio,
ovvero 4 morti e 2 feriti.
L’ordine cronologico dei casi
– 1 cacciatore morto in ambito venatorio a Caulonia, Reggio Calabria, 01.09.2024
– 1 cacciatore ferito in ambito venatorio a Montalfano di Cupello, Chieti, Abruzzo, 01.09.2024
– 2 donne uccise in ambito extravenatorio, Fratticciola Selvatica, Perugia, Umbria, news 10.09.2024
– 1 cacciatore morto in ambito venatorio a Vobarno, Brescia, Lombardia, news 13.09.2024
– 1 cacciatore ferito in ambito venatorio a Marcellina, Roma, Lazio, 15.09.2024.
Il tragico bilancio
“La situazione, all’inizio di questa stagione venatoria 2024 2025, – afferma l’Associazione Vittime della Caccia – registra già il consueto e tragico bollettino di guerra che ogni anno ci obbliga a raccogliere e testimoniare questo scempio, che purtroppo non accenna a diminuire, contrariamente a quanto sostengono le associazioni venatorie.”
Una realtà più complessa
“Queste raccolte, – continua l’AVC – d’altra parte, offrono a chi vuole comprendere questo assurdo fenomeno masochistico, uno spaccato più ampio di una realtà complessa e variegata. Da una parte la dipendenza da quella che definiscono Ars venandi, quella foga predatoria che attanaglia il cacciatore sanguigno (parte dei clienti di una politica di scambio), la politica che in tal modo incassa voti e può gestire il territorio nel solo interesse della categoria armata (alla faccia di chi ci vive e alle armi non ci pensa proprio essendo cittadini sereni e normali), lo sfruttamento del territorio e delle proprietà private nel solo interesse privato di aziende faunistico venatorie che sottraggono fondi e giardini privati a chi delle armi magari ha paura. Tante altre le sfaccettature che interessano il mondo venatorio, mondo costituito sempre da meno appassionati, sempre più vecchi e pericolosi.”
Il caso di Perugia
“Come il caso di Perugia, – prosegue l’Associazione – un uomo anziano quasi 70enne con la sua licenza di caccia e porto d’armi rinnovato un anno prima, ma a cui da ben prima di un anno era stato diagnosticato un grave disturbo depressivo. Nonostante tutto aveva ancora le armi a disposizione, strumento usato per uccidere figlia e moglie in una serena giornata di sole.
Storie di ordinaria follia, Cacciatore spara ma sbaglia mira: colpito il cavo dell’alta tensione, il paese resta senza corrente elettrica. È successo in provincia di Arezzo domenica 15 settembre.”
Emergenza sicurezza
“In che mani siamo,– conclude l’AVC – chi tutelerà i normali cittadini in questa stagione, visto che nella precedente 2023-2024 di vittime innocenti ne abbiamo contate ben 28!
6 MORTI e 22 FERITI, di cui 7 MINORI*
13 sono i FERITI Non-cacciatori in Ambito Venatorio, di cui 2 MINORI*
9 i FERITI Non-cacciatori in Ambito Extravenatorio, di cui 5 MINORI*”
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