Sindaco Campobasso De Benedittis: un avvocato in lizza spiazza tutti gli altri contendenti. Il jolly di Francesco Roberti per vincere la partita a Tetris, «l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare» di Pio XI, Il comunicato stampa del candidato quando non sapeva di essere candidato: “una figura autorevole, senza future velleità, facilmente individuabile e disponibile”, dal ritratto all’autoritratto. Quando Aldo perse la poltrona nel 2013
Sindaco Campobasso De Benedittis, l’uomo capace di mettere tutti d’accordo nella terribile empasse in cui da settimane si dibatte il centrodestra molisano. Come se non lo avessimo saputo! UMDI Un Mondo d’Italiani lo scriveva in tempi non sospetti (LEGGI QUI L’ARTICOLO DEL 24 FEBBRAIO 2024) che il candidato sindaco sarebbe stato una new entry, un nome mai fatto al tavolo delle trattative, dove si sono alternati i vari candidati in pectore: Quintino Pallante, Francesco Pilone, Franco Mancini, Nicola Cefaratti, Salvatore Colagiovanni, Gianluca Cefaratti, Alberto Tramontano Stefano Maggiani, Fausto Parente, Rodolfo Cocozza e compagnia bella.
Sindaco Campobasso De Benedittis: di donne non se ne parla!
Nemmeno una donna, che fosse una, che nell’immaginario del centrodestra molisana possa amministrare un tantino meglio la città capoluogo, rispetto ai sindaci che si sono succeduti nel corso dei decenni! Di donne non se ne parla, ma nemmeno di uomini, a giudicare da come stanno le cose: elenchi interminabili di assessori, ex assessori, consiglieri, ex consiglieri, avvocati, imprenditori ecc., buttati lì tanto per movimentare la scena, perché poi il jolly lo avrebbe tirato fuori il presidente della Giunta Regionale, Francesco Roberti, montefalconese alla guida del Molise dal 6 luglio 2023.
Michele Iorio doceat
Così come fece a suo tempo Michele Iorio, Roberti dall’alto della cattedra di via Genova ha evocato il nome che tutti aspettavano, ex assessore nella Giunta di centrodestra di Gino Di Bartolomeo. E lo ha fatto in quello che dovrebbe essere l’ultimo tavolo delle trattative, dopo il flop dell’incontro romano, prima dell’ufficializzazione del nome candidato sindaco della coalizione di Centrodestra.
Come giocare a Tetris e vincere il nome!
Un tempismo impressionante, che la dice lunga sulla capacità di giocare a Tetris dei centrodestristi molisani. Come si gioca a Tetris? Prendiamo la descrizione di Wikipedia con le dovute rettifiche. I candidati, anche detti tetramini, cadono giù uno alla volta in uno spazio rettangolare nel cuore di Campobasso, fino a fermarsi sul fondo. Il compito del giocatore (leggi segreterie regionali e media) è ruotarli mentre cadono, in modo che quando si posano creino una riga orizzontale di blocchi senza interruzioni. Quando la riga è completa, i mattoni (leggi candidati o tetramini) spariscono. Si viene sconfitti quando i blocchi si accumulano fino a riempire l’area di gioco. Si vince se arriva un provvidenziale nuovo e inaspettato blocco (leggasi nome intonso del candidato sindaco) capace di mutare forma come un’ameba adattandosi alle necessità, dopo un comunicato stampa di monito ai giocatori.
Aldo De Benedittis sindaco in pectore
Aldo De Benedittis, ex assessore al bilancio nella giunta Di Bartolomeo, sposato con la dirigente regionale Gabriella Santoro, potrebbe essere «l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare» di Pio XI, papa Ratti, nella sua allocuzionedue giorni dopo il famoso Concordato,il 13 febbraio 1929. Il cappello a cilindro lo ha portato ieri Roberti, estraendo con le sue proprie mani il bigliettino del vincitore, alla lotteria, ops, al tavolo dei coordinatori regionali dei partiti della coalizione: Di Sandro (FdI), Marone (Lega), Niro (Popolari), Di Pietro (Udc), Cofelice (Noi Moderati) con la sola assenza di Lotito. De Benedittis sembra l’uomo giusto (ma ripetiamo che avremmo bisogno di una donna candidata, non sempre e solo uomini!) per la sua esperienza in politica, la sua professione, la militanza.
Il comunicato stampa del candidato quando non sapeva di essere candidato
Aldo De Benedittis non sapeva che sarebbe stato estratto il suo nome. E così, proprio solo tre giorni fa aveva lanciato un appello alla coalizione, invitando i suoi a concentrarsi presto sulla scelta dell’uomo giusto “anche per evitare i risultati non particolarmente lusinghieri come quelli di cinque anni fa”. De Benedittis aveva anche dato precise indicazioni sulle qualità dell’innominato (fino a quel momento!) Doveva essere “una figura autorevole, senza future velleità, facilmente individuabile e disponibile, che voglia dedicarsi solo ed esclusivamente a Campobasso e che non voglia usare la carica di sindaco come trampolino di lancio per futuri ed ulteriori appuntamenti elettorali”.
De Benedittis: dal ritratto all’autoritratto. Un artista a tutto tondo
Il ritratto tracciato da De Benedittis, che non immaginava la pesca di Roberti da lì a pochissimi giorni, si è rivelato un autoritratto. D’altronde quel “facilmente individuabile e disponibile” si è rivelato un messaggio decisivo per accendere la lampadina nella testa di Roberti, il quale ha colto la palla al balzo individuando, seduta stante “la figura autorevole, senza future velleità” del noto avvocato che ha esordito in politica con la mitica Democrazia Cristiana nei primi anni Novanta, candidandosi poi col Pdl ed eletto nella legislatura di Gino Di Bartolomeo, con delega al Bilancio.
Quando Aldo perse la poltrona
C’è da dire che quella delega importante fu tolta a De Benedittis nel 2013 quando Gino Di Bartolomeo fece un rimpasto di giunta e piazzò Donato Toma come assessore esterno al Bilancio al posto di De Benedittis. Ma Aldo diede prova di maturità e self control. Nel 2014, l’avvocato esperto di diritto bancario e finanziario (uno studio nel cuore di Campobasso con il figlio Stefano) fu nuovamente al fianco di Big Gino nella campagna elettorale. Ma andò male per la lista e De Benedittis non fu eletto. Così come non divenne sindaco Big Gino, scavalcato da Antonio Battista nel responso delle urne del 25 maggio 2014.
E la first lady alla Regione Molise
Roberti deve aver pensato a De Benedittis dopo l’appello di quest’ultimo a scegliere una figura autorevole che avesse a cuore la città, anche in considerazione dei forti interessi personali di taluni candidati alla carica. Ci voleva un professionista serio per risollevare le sorti della coalizione e spegnere le velleità di futuri sindaci del capoluogo di regione. L’appello deve aver riaperto i ricordi per focalizzare meglio l’uomo. Solo 5 mesi fa, proprio il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, con proprio decreto, il 2 ottobre 2023, aveva nominato la dirigente regionale Gabriella Santoro, moglie dell’avvocato Aldo De Benedittis, Commissario straordinario Arsarp, l’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca, ex Arsiam. Già dirigente, Gabriella ha dovuto garantire la transizione amministrativa dell’ente subregionale. E ci è riuscita!
Sindaco Campobasso De Benedittis. L’accendiamo?
Adesso si aspetta l‘ufficializzazione, a meno di un colpo di scena dell’ultimo momento. Ma anche i candidati forti sembrano disposti ad un passo indietro per fare fronte comune. Oggi si riunisce nuovamente il coordinamento regionale di FdI e solo dopo si ufficializzerà il nome del candidato. Se la candidatura di De Benedittis sarà, come sembra, confermata, si potrà fare seriamente campagna elettorale coagulando forze, esperienze, professionalità, impegno e volontà attorno alla figura dell’avvocato De Benedittis. Non che non ci fossero uomini adatti tra tutti gli altri nomi fatti finora. Anzi, noi di UMDI siamo convinti che ci fossero altrettante donne adatte e competenti e che sia ora per il centrodestra di cominciare a dare la possibilità alle donne di amministrare! Ma De Benedittis rappresenta la quadra che mancava e allora ben venga. Auguri Campobasso!
E ancora
- Einstein, venduta all’asta la formula della felicità per 1,56 milioni
- Addio all’astronauta Eugene Cernan, ultimo uomo ad aver camminato sulla Luna
- Donne, Pace e Sicurezza: come opporsi alla violenza di genere. Se ne parla a Nettuno
- Almanegretta e Africa Unite in concerto a Roma
- Faglia sismica attiva sotto il pilone del Ponte sullo Stretto di Messina