La canna della pistola calibro nove in bocca, e il 55enne è morto sul colpo all’interno della Caserma di via Croce. Inutili i soccorsi. L’uomo stava per andare in pensione
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Un colpo di pistola, uno solo, la canna in bocca, la mano che preme il grilletto senza esitazione , la mente assente e la morte che sopraggiunge immediatamente. Senza lasciare la possibilità di un ripensamento, senza consentire di ricollegarsi alla realtà. Aveva solo 55 anni il carabiniere che questo pomeriggio si è tolto la vita all’interno della Caserma di Bojano. 55 anni e due soli mesi di servizio da svolgere ancora: poi la pensione, per godersi la vita, la famiglia, gli amici. Ma niente di tutto ciò è riuscito a smuovere il 55enne dal proposito maturato in lunghe ore di riflessione solitaria. Il brigadiere, impiegato nel Nucleo Comando e autista del comandante, ha atteso il momento opportuno, quando è potuto scendere nel garage interno della palazzina di via Croce, che da tempo immemore ospita la sede della Compagnia Carabinieri, quasi a ridosso del passaggio a livello. E’ bastato un attimo perché la mente implodesse, un corto circuito emozionale che in quel mentre non ha trovato nessuno pronto a fermarlo, a farlo ragionare, a “svegliarlo” dal proposito suicida.
CHE E’ ACCADUTO
Mario ha aspettato di trovarsi solo nei locali del garage, ha estratto dalla fondina la pistola calibro nove, ha infilato la canna in bocca e ha sparato. Pochi secondi per mettere fine ad una esistenza apparentemente tranquilla. Un pomeriggio tragico, questo mercoledì 6 febbraio 2019, che gettato l’orrore sulla comunità di Bojano, che conosceva e stimava il carabiniere, originario di Isernia, dove viveva con la moglie e una figlia. Sotto shock familiari e colleghi, che mai avrebbero potuto immaginare cosa stava passando per la testa e per il cuore dell’uomo. Inutili, purtroppo i soccorsi del vicino 118, allertati da alcuni amici nella stessa caserma, dove il rumore dello sparo ha immediatamente messo tutti in subbuglio. Sul posto sono subito arrivati i vertici dell’Arma e, ovviamente, i familiari. Al Comando Provinciale di Campobasso non fanno che rispondere “no comment”, mentre le ipotesi più disparate si fanno strada per spiegare le cause dell’insano gesto. Problemi di cuore, disagio esistenziale, difficoltà economiche. Sono questi i campanelli di allarme che fanno scattare l’ultimo count down. E loro, i carabinieri che spesso si trovano a correre sul luogo di un omicidio, e a volte di un suicidio, oggi hanno avuto il compito ingrato di soccorrere, senza speranza, un loro collega.