Seconda ondata contagi Covid: Stando ai dati quotidiani dei nuovi positivi a Sars-Cov-2 verrebbe da pesare che la seconda ondata sia già in atto. Alla domanda se la situazione potrebbe precipitare, nei prossimi giorni, assumendo le sembianze del periodo nero di marzo e aprile, Pregliasco risponde che è importante saper monitorare nuovi focolai
Seconda ondata contagi Covid–19, un quesito ormai posto da tutti, che genera scompiglio tra virologi e epidemiologi che spesso si ritrovano in completo disaccordo, con pareri contrastanti e talvolta opposti. Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele, è uno degli studiosi che sostengono una non ricaduta da Coronavirus. “Non arriverà – sostiene Pregliasco – ma dobbiamo lavorare come se dovesse esserci e attrezzarci per il meglio”. Il virologo, si appella soprattutto al ‘buon senso collettivo’ per scongiurare la minaccia di una mega reinfezione. “Serve cautela” afferma nel corso di un intervento al programma televisivo Agorà Estate su Raitre.
Seconda ondata contagi Covid: già iniziata?
Stando ai dati quotidiani dei nuovi positivi a Sars-Cov-2 verrebbe da pesare che la seconda ondata sia già in atto. Alla domanda se la situazione potrebbe precipitare, nei prossimi giorni, assumendo le sembianze del periodo nero di marzo e aprile, Pregliasco risponde che è importante saper monitorare nuovi focolai, in modo da non saturare le risorse messe a disposizione dalla sanità. “Abbiamo dimostrato di essere capaci di controllare questi focolai – afferma Fabrizio Pregliasco – ma come cittadini dobbiamo impegnarci a fare tutto quello che serve, anche scaricando l’App Immuni ma soprattutto dimostrando buonsenso nel quotidiano. Se no è come fare uno sgambetto a chi corre”.
No ai focolai Covid
“L’obiettivo per i prossimi mesi è quello di ridurre i focolai locali – sostiene il virologo – attraverso azioni tempestive di contenimento”. “La capacità dei laboratori alle prese con i test per Covid-19 è sotto stress imponente – continua poi Pregliasco – credo che l’elemento determinante è riuscire a monitorare ogni focolaio. Però dobbiamo far sì che questi focolai non siano eccessivi, perché la capacità laboratoristica è finita. I focolai, e l’azione di contenimento di questi casi, sono la scommessa del prossimo futuro, considerando anche l’arrivo dell’influenza”.
“Io – conclude Pregliasco – rimango ottimista sul fatto che una seconda ondata non arriverà, ma dobbiamo lavorare come se ci dovesse essere e attrezzarci al meglio”.
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