Ritratte al Museo Bilotti, 40 storie, 40 volti fotografate dal creativo della Factory di Andy Warhol. Modelli ai quali rifarsi, da un’idea di Diana Bracco. Il Museo fondato dall’italo americano Carlo Bilotti, nativo di Cosenza. La Fondazione Bracco si propone la “valorizzazione del patrimonio culturale storico e artistico nazionale e internazionale, nonché della cultura scientifica
di Luisa Chiumenti *
Ritratte al Museo Bilotti. I volti di 40 protagoniste inquadrati dall’obiettivo di Gerald Bruneau in mostra a Roma all’Aranciera di Villa Borghese in Viale Fiorello La Guardia, al civico 6. Sono le protagoniste del mondo della scienza e dell’arte che sfilano in mostra. Accanto al ritratto di ognuna, un pannello riporta il curriculum vitae in poche righe e le risposte a tre domande: “Cosa l’ha spinta a fare questo lavoro?”, “Essere donna nel mondo dei beni culturali in Italia: tre carte vincenti che non devono mancare? “, Il patrimonio culturale in Italia è?”
Ritratte al Museo Bilotti con l’imprimatur Fondazione Bracco
La mostra è scaturita da un’idea di Diana Bracco, presidente dell’omonima Fondazione, che ha voluto, con grande impegno, far sì che venisse creata e diffusa una ben chiara espressione “della cultura, dell’arte e della scienza quali mezzi per migliorare la qualità della vita e la coesione sociale, con una specifica attenzione all’universo femminile e al mondo giovanile. “Lo spettatore può osservare le vaste competenze, il merito, le qualità intrinseche o acquisite che hanno portato queste donne a rivestire ruoli di primo piano nell’arte e nella scienza”.
Donne riconosciute nel loro ruolo, visibili al mondo
In effetti è da notare come questa mostra così originale abbia in certo modo modificato la consuetudine per cui queste grandi Donne, che danno un così forte contributo alla cultura, all’arte, alla scienza, conducano il proprio lavoro in solitudine. Per la prima volta, insomma, vengono riconosciute da tutti nei loro precisi ruoli rendendo visibili le loro specifiche competenze.
Simonetta Di Pippo, Space Economy Evolution Lab (See Lab) Università Bocconi di Milano
Ed è infatti obiettivo fondamentale della Fondazione Bracco la “valorizzazione del patrimonio culturale storico e artistico sia nazionale che internazionale, come pure la valorizzazione della cultura scientifica. Accanto ai ritratti, ecco i pannelli con la vita e le opere della singola persona, mentre alcuni totem circolari riportano le risposte delle protagoniste, ad alcune specifiche domande come quelle, ad esempio, rivolte a Simonetta Di Pippo, professoressa di economia dello spazio e direttrice dello Space Economy Evolution Lab (See Lab) presso la School of Management dell’Università Bocconi di Milano.
Cannonate nel 1849
Promossa dall’Assessorato alla Cultura, Soprintendenza Capitolina ai beni Culturali, con i servizi museali di Zetema, l’esposizione si sviluppa in una galleria fotografica con 40 volti posti sotto l’obiettivo di Gerald Bruneau ed esposti fino al 10 settembre 2023 sulle pareti del Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, il “Casino dei giochi d’acqua”, luogo affascinante trasformato oggi in preziosa Aranciera e ricostruito in gran parte dopo le gravi distruzioni provocate dai cannoneggiamenti del 1849.
Gerard Bruneau
Ricordiamo come Gerard Bruneau, che dopo aver collaborato alla Factory di Andy Warhol, ha realizzato reportage in tutto il mondo, ritraendo personaggi politici, dello spettacolo, dello sport, della cultura, pubblicati dai maggiori giornali: “Time”, ”Washington Post”, ”Le Monde”, “Vanity Fair”, “Corriere della Sera”,
Donne ai vertici senza notorietà
Bruneau affronta qui un compito assai particolare: quello di ritrarre donne che hanno raggiunto i vertici delle loro specifiche realizzazioni lavorative di eccellenza, senza entrare a far parte della notorietà ricorrente.
Alfonsina Russo al Colosseo, la radice quadrata di Ersilia Scarpetta
E vediamo così il Colosseo inquadrare Alfonsina Russo con la “sua” cassetta di reperti, ma vediamo anche Ersilia Vaudo Scarpetta, laureata in astrofisica, dal ’91 all’Agenzia Spaziale Europea a Parigi, con ruoli in settori strategici, ESA, NASA, membro dell’International Women’s Forum, che preferisce mostrarsi in trasparenza dietro le formule!
*Luisa Chiumenti, Architetto e giornalista, progettista e Direttore Lavori per committenze pubbliche e private per edilizia scolastica, piani urbanistici, restauri, recupero e valorizzazione di edilizia industriale. CTU del Tribunale di Roma, nata a Milano il 30 maggio del 1940. Docente presso Istituti Superiori e presso la Facoltà di Ingegneria di Roma La Sapienza, relatrice in Master, Seminari e corsi di aggiornamento presso sedi universitarie (Roma e Reggio Calabria).
Note del Direttore, Mina Cappussi
Il Museo Bilotti a Villa Borghese
Villa Borghese è conosciuta per la celeberrima Galleria Borghese che annovera opere di Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Bernini e Canova. Ma la Villa più nota di Roma contiene anche due minuscoli musei che costituiscono due piccoli scrigni della bellezza: il Museo Bilotti e la Casa Museo di Pietro Canonica, i quali annoverano numerose opere di Giorgio De Chirico, risalenti agli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. Il Museo Bilotti è situato nell’ex Aranciera della Villa, all’interno dell’area del Giardino del Lago, ai margini dell’area che contiene il laghetto e il Tempio di Esculapio, al tempo di Marcantonio Borghese denominato “Casino dei Giochi d’Acqua”. Venne gravemente danneggiato dalle cannonate che posero fine alla Repubblica Romana del 1849, successivamente adibito a deposito di agrumi (da cui il nome Aranciera). Questo scrigno di arte e di storia si deve a Carlo Bilotti, industriale italo-americano, mecenate e collezionista di notevoli opere d’arte, che donò le collezioni e gli immobili al Comune di Roma. Un museo, quello di Bilotti, di caratura internazionale, nato sotto il segno dello stretto rapporto che legava Bilotti a Larry Gagosian ed a grandi artisti, primo fra tutti Damien Hirst.
Carlo Bilotti, mecenate calabrese in Usa
Carlo Bilotti, originario di Cosenza e per anni residente in Florida dove ha fatto la sua fortuna, morto a New York nel 2006, è stato proprietario di una delle più importanti collezioni al mondo di arte contemporanea, con pezzi da Picasso a Warhol. Bilotti ha già donato alla sua città d’origine alcune opere di Greco e Consagra e al Comune di Roma venti opere di De Chirico oggi in mostra al Museo Carlo Bilotti nell’Aranciera di Villa Borghese. Negli ultimi anni della sua vita Carlo Bilotti ha sentito l’esigenza di rendere fruibile al pubblico la propria collezione e ha realizzato diversi progetti di mecenatismo nelle città di Cosenza e di Roma. Ha trascorso gli ultimi decenni con la moglie ed i figli adottivi Eric e Megan, tra Palm Beach, New York e Roma. Carlo Bilotti è scomparso all’età di 72 anni, il 17 novembre 2006.
“Con il suo pragmatismo imprenditoriale – leggiamo in un articolo di necrologio – che poco tempo lasciava ai bizantinismi e agli opportunismi, badando al fare, era piombato come un fulmine a ciel sereno sui flemmatici ritmi romani, anzi italiani, che si riflettono – e tutti lo possono constatare – anche nei nuovi progetti museali. E lui, nel tempo che normalmente si impiega per una sola delibera amministrativa, era riuscito a passare dall’idea alla realizzazione e all’apertura del suo museo, nell’Aranciera di Villa Borghese: il Museo Carlo Bilotti.
Carlo Bilotti è morto a New York, all’età di 72 anni, stroncato dalla malattia implacabile che una ventina di anni fa gli portò via anche una figlia ventenne. Negli ultimi tempi della malattia, se ne era tornato in quell’America che ne aveva visto i successi e l’arricchimento, lui nato in Italia, a Cosenza.
E proprio da Cosenza era ricominciato il suo trionfale rientro in patria, che lui aveva deciso dovesse passare per l’arte contemporanea. Proprio in memoria della figlia Lisa aveva creato nel complesso di Sant’Agostino un piccolo museo con le sue tele più famose, Picasso, De Chirico, Fontana, Chagall, fino alla sala dedicata ad Andy Warhol con un ritratto della moglie e della figlia. In seguito aveva creato una sorta di museo all’aperto, con cinque grandi statue di Pietro Consagra, e la città si era sdebitata intitolando a Lisa una piazza, appunto largo Lisa Bilotti”.
Biografia di Carlo Bilotti
Dopo aver completato gli studi giuridici a Napoli e Palermo, inizia la sua prima esperienza lavorativa nelle cartiere e nelle altre industrie dei genitori Mario e Edvige Miceli dei baroni di Serradileo. Nel 1963 è a New York per frequentare i corsi della Columbia University e nel 1968 sposa Margaret Embury Schultz. Nominato vicepresidente per l’Europa della multinazionale Shulton, si trasferisce a Parigi. Nel 1973 a New York diventa presidente della Jacqueline Cochran, produttrice di profumi delle più note case cosmetiche europee come Nina Ricci, Carven e Pierre Cardin. In Svizzera acquista la società La Prairie e crea una linea di trattamento promossa da Christian Barnard. Oltre che a Parigi e New York, è molto attivo nel mondo della finanza e dell’arte anche a Zurigo, Basilea, Londra. La sua figura di collezionista si caratterizza per l’amicizia con molti artisti tra cui de Chirico, Warhol, Lichtenstein, Dalì, de Saint-Phalle, Rivers, Rotella.
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