Rinascimento a Ferrara la mostra curata da Sgarbi, che rimarrà aperta fino al 19 giugno 2023. Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth (iniziato dall’architetto americano Louis Khan nel 1912 e ampliato dal nostro “archistar” Renzo Piano), la tavola con Porzia e Bruto che si ricongiunge alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena. Le Storie degli Argonauti riunite ora per la prima volta, l’Adorazione del Bambino del Musée des Beaux-Arts di Lione, i Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio giunti da Washington, la nuova maniera di Leonardo e Perugino.
– di Luisa Chiumenti –
Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa è il titolo della mostra curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte (diretta da Pietro Di Natale) e Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara, in collaborazione con la Direzione generale archeologia, belle Arti e paesaggio del Ministero della Cultura, con il patrocinio del Ministero della Cultura.
Rinascimento a Ferrara da Borso ad Alfonso II d’Este
Si tratta dell’avvio di un più vasto progetto dal titolo “Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este”, che si propone una accurata disamina della “vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a Ducato e il suo successivo passaggio dalla Dinastia Estense al diretto controllo dello Stato Pontificio”.
Ercole de’ Roberti: da Bologna a Ferrara
Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara, c. 1450 –1496) era l’erede dell’Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso d’Este. Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò una impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l’ambiente più adatto in cui esprimersi durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della Corte.
Lorenzo Costa: la nuova maniera di Leonardo e Perugino
Fu Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova, 1535), di dieci anni più giovane, a raccogliere l’eredità di Ercole de’ Roberti e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna, la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Costa fu uno dei maggiori interpreti del cambiamento che il mondo dell’arte stava subendo con le figure di artisti quali Leonardo e Perugino che stavano imponendo una nuova “maniera. Ed è così che i visitatori possono seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere dagli esordi alla compiuta maturità come i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio giunti da Washington, e testimoni di una commissione che sancisce il prestigio dell’arte ferrarese, raggiunto nella vicina Bologna e che ora ritornano dagli USA.
Porzia e Bruto da Forth Worth
Interessantissimi i passaggi culturali e artistici tanto attivi tuttora con un mondo lontano, ma vivo fin dal Rinascimento. Ad esempio, quando ho visitato il Kimbell Art Museum di Forth Worth (iniziato dall’architetto americano Louis Khan nel 1912 e ampliato con l’extension del 2013, dal nostro “archistar” Renzo Piano), ho potuto vedere la tavola con Porzia e Bruto che, giunta ora a Ferrara, per la presente mostra, potrà ora essere ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena.
Rinascimento a Ferrara, prestito eccezionale della National Gallery di Londra
Le sale dedicate agli ultimi anni di Ercole, che, dopo il rientro in patria, era divenuto pittore di corte degli Este, sono impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d’Aragona, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese.
Costa: gli Argonauti riuniti per la prima volta
Molto ricca anche la selezione di lavori di Costa, fin dal periodo giovanile, durante il quale il pittore si era impegnato in un fervido confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti riunite ora per la prima volta a Palazzo dei Diamanti. Questa fase, con l’Adorazione del Bambino del Musée des Beaux-Arts di Lione, si presenta come una sorta di sintesi in una notevole successione di pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento.
Mantegna, Zoppo, Perugino in bella compagnia
I due protagonisti sono affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Niccolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiscono il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offrono una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.
Rinascimento a Ferrara da Palazzo Schifanoia a Palazzo dei Diamanti
E’ stato giustamente notato come la mostra abbia il suo “prologo ideale a Palazzo Schifanoia, dove il giovane Ercole de’ Roberti esordisce nel Salone dei Mesi realizzando il mese di Settembre, e un proseguimento naturale, nelle sale della Pinacoteca Nazionale al piano nobile di Palazzo dei Diamanti dove, per l’occasione, è proposto un itinerario tematico che approfondisce il contesto artistico in cui de’ Roberti e Costa operano.
Ferrara e la sua straordinaria bellezza
La straordinaria bellezza di Ferrara è dovuta non solo alla presenza di un complesso di edifici e monumenti che l’hanno fatta crescere nel tempo, dal Medioevo al Rinascimento, fino all’epoca moderna, ma anche dal profondo amore con cui ogni cittadino in qualche modo se ne occupa, la tutela in ogni sua parte e ne conserva ogni più nascosta o più famosa tradizione.
Rinascimento a Ferrara: la cucina ferrarese
Perfino la cucina ferrarese è mantenuta in essere con forza, non solo nei locali, dai più semplici ai più lussuosi, ma anche nelle case private, in cui l’ospite viene accolto con gioia e sulla tavola apparecchiata trova sempre un piatto tipico, dalla salama da sugo alla bondiola, dai cappelletti ai tortelli alla zucca. Ma soprattutto Ferrara va vista come la prima città rinascimentale, in quanto venne sviluppata secondo un vero e proprio, antesignano e complesso piano urbanistico, basato essenzialmente su una disposizione armoniosa delle prospettive urbane e non più soltanto sulla consistenza architettonica dei singoli edifici. Furono gli anni in cui la città raggiunse altresì i massimi vertici della bellezza architettonica coordinata e diretta dal prestigio cui era giunta la grande Casata della famiglia d’Este.
Il primo vero Piano Regolatore d’Italia
Gli Estensi, che fecero di Ferrara la propria corte, considerarono la disposizione urbana interna alla prima cinta di mura difensive inadatta a rappresentare la propria grandezza e il proprio predominio sul territorio. Da qui derivò la decisione di intervenire in modo radicale sull’ assetto stesso della città, dando vita appunto al primo, vero e proprio “piano regolatore”. Ne scaturirono una serie di progetti urbanistici mai realizzati fino ad allora, fra cui fondamentale fu quello relativo alla cosiddetta “Addizione Erculea”, disegnata da Biagio Rossetti, intorno al 1492 (l’anno della scoperta dell’America). Essa venne basata sul concetto di prospettiva, dell’equilibrio tra le architetture e lo spazio esterno, recuperando terreni della campagna intorno alla città, creando poi nuovi canali e strade, e grandi tenute agricole peraltro dotate di palazzi di pregio e ampi giardini collegati alla città attraverso un fitto reticolo di vie d’acqua fra loro comunicanti e la costruzione di notevoli residenze nobiliari, le famose “delizie estensi”. Si trattava di palazzi, ville e padiglioni destinati a rappresentare luoghi di svago e divertimento, celebrati per le loro qualità ambientali ed architettoniche e per essere lo specchio del potere e teatro di magnificenze della “familia principis”.
Da addizione erculea a Patrimonio Mondiale Unesco
Ed ecco quindi che Ferrara, città del Rinascimento, dopo un Medioevo pur colmo di iniziative culturali, artistiche e sociali notevoli, ha avuto il suo sviluppo immediato nell’urbanistica rinascimentale, proprio a seguito della realizzazione dell’“addizione erculea”. Legata al prestigio degli Estensi ne nacque,in pieno Rinascimento, una capitale conosciuta a livello internazionale come la vera città moderna (ora com’è noto, iscritta nel Patrimonio Mondiale Unesco).
Rinascimento a Ferrara. La mostra nel quadrivio più originale ed unico al mondo, icona dell’Addizione
E ci troviamo proprio qui, all’angolo fra via Ercole d’Este e Corso Porta Mare nel quadrivio forse più originale ed unico al mondo, in certo modo “icona” dell’Addizione, dove sorge il Palazzo dei Diamanti, le cui facciate presentano una serie ininterrotta di piccole piramidi che appaiono come diamanti appunto. Ed ecco oggi, a sottolineare e valorizzare le caratteristiche ambientali di Ferrara, quale prototipo di una città rinascimentale, concludersi l’eccezionale restauro del complesso cinquecentesco del Palazzo dei Diamanti che ha così raggiunto un perfetto adeguamento degli spazi esterni ed interni a scopo espositivo, mettendo in rilievo come l’architettura, oltre ad essere Arte in se stessa, sia destinata ad accogliere l’Arte, come moderno “spazio espositivo”.
Rinascimento a Ferrara: conosciamo Palazzo dei Diamanti
Progettato da Biagio Rossetti, nel 1492, il Palazzo dei Diamanti, articolato nel piano nobile, con il salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, ospita anche la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, mentre, al piano terra, dal 1991, è stato utilizzato già come sede per esposizioni temporanee dalla Fondazione Ferrara Arte, offrendo quindi l’opportunità di continuare a produrre e veicolare cultura in futuro.
E così è avvenuta, con il restauro del Palazzo dei Diamanti, la scelta di una esposizione delle opere di due artisti che hanno saputo valorizzare appieno lo stretto rapporto fra arti visive e architettura.
E’ quello che sta avvenendo infatti con la mostra
Per informazioni:
- Luisa Chiumenti, architetto
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