Reportage Russia Donbass 9 No pasaran! E l’imam denuncia: “La nostra moschea a Donetsk colpita ben sei volte in un anno”. Nella chiesa Icona della Madonna, nel distretto Budyonnovsky, incontriamo, in esclusiva UMDI, padre Aleksandr. Le conseguenze dello scisma ortodosso del 2018
Reportage Russia Donbass 9 a Donetsk, 25 settembre 2023 – Nel brutale dissidio stragista russo-ucraino tra fratelli (come sento ripetere spesso dai vari intervistati che guardano a Mosca) riportato in esclusiva UMDI UN MONDO D’ITALIANI in questo reportage, ha un ruolo non evidenziato a dovere (men che meno dai media occidentali, piattamente invasati pro Ucraina) la missione religiosa al fronte di preti ortodossi volontari nell’assistenza spirituale ai militari.
Reportage Russia Donbass 9 Russkaja pravoslavnaja cerkov e Moskovskiy patriarkhat
Si tratta di sacerdoti appartenenti alla Chiesa ortodossa russa (Russkaja pravoslavnaja cerkov) o Patriarcato di Mosca (Moskovskiy patriarkhat) retta dal patriarca di Mosca e di tutte le Russia, Kirill (Cirillo, al secolo Vladimir Michajlovic Gundjaev, nato a Leningrado -oggi Sankt Peterburg, 20 novembre 1946), in carica dal 1 febbraio 2009.
Lo scisma ortodosso del 2018
Quindi, nessuno di loro ha a che fare con l’autocefala Chiesa ortodossa dell’Ucraina (in ucraino, Pravoslavna cerkya Ukrainy), al centro (con il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli) dello “scisma ortodosso del 2018” dai retroscena nel 2014, con l’occupazione della Crimea e la sua successiva annessione alla Federazione Russa.
Reportage Russia Donbass 9, l’incontro con Padre Aleksandr
Nei pressi della chiesa Icona della Madonna, nel distretto Budyonnovsky, incontriamo padre Aleksandr, 45 anni, cappellano militare al momento non impegnato con i soldati al fronte o nelle retrovie. Alla mia domanda su quale sia il morale dei combattenti, ai quali è rivolta la sua attività di supporto spirituale, risponde che, pur avendo inizialmente e nella maggior parte dei casi un forte carattere, nelle operazioni vivono difficili situazioni che, poco alla volta, minano la loro “corazza”.
No pasaran!
“La guerra è morte – sottolinea padre Aleksandr – e quando vediamo un uomo soffrire cerchiamo di farci forza comprendendo, combattendo l’indifferenza“.
Il prete informa della presenza di cattolici, tra le fila dei mobilitati, ma non ha contatti con loro. Per lui le ideologie dell’Occidente sono sataniche. E, a chi gli chiede una previsione sull’esito della guerra, risponde con un perentorio No pasaran!
Nessun dialogo tra le due Chiese ortodosse russa e ucraina
In merito ad eventuali dialoghi tra le due Chiese ortodosse russa ed ucraina, ne conferma l’inesistenza. Ma si dice pure convinto che tutto si risolverà: “Siamo popoli fratelli, si litiga, certo, ma poi s’arriva alla pace. Il grande problema è il governo ucraino”.
Reportage Russia Donbass 9: 22 cappellani militari per il Ministero della Difesa di Mosca
Padre Aleksandr, come da rituale, benedice le truppe che vanno in prima linea, va a visitare le famiglie dei caduti (talvolta portando ferali notizie) per recar loro qualche parola di conforto. Lui e gli altri 21 cappellani militari in organico sono coordinati dal ministero della Difesa di Mosca. Nei loro confronti ci sarebbe, secondo quanto riferito da padre Aleksandr, una sorta di caccia all’uomo da parte delle forze armate ucraine, soprattutto cecchini.
Sacerdoti uccisi: motivano i soldati
Tre sacerdoti sono già stati uccisi, uno dei quali centrato da un drone. Sono nel mirino perché conoscono l’incisività di quanto fanno nel sorreggere, motivare i soldati. Il loro ruolo nel tenere alto per quanto possibile il morale è importante, molto efficace. La parte ucraina lo sa bene e per questo cerca in tutti i modi di eliminarli.
Rashid Khazrad, imam dal 1993 sempre rieletto ogni 5 anni
Dall’inedita ed angosciosa pagina dei preti ortodossi russi obiettivi scelti di attacchi ucraini, arriviamo all’imam della Comunità islamica dell’oblast di Donetsk, che conta circa 120mila fedeli, due moschee (a Donetsk ed a Mariupol‘) e tre sale di preghiera in altre località.
È Rashid Khazrad, imam dal 1993 (cioè da quando s’è formata ufficialmente la collettività), sempre rieletto ad ogni scadenza quinquennale della carica. Concordato un appuntamento con lui in un parco nel centro di Donetsk, ha subito rimarcato “il dovere d’ogni musulmano di difendere la propria patria“.
Reportage Russia Donbass 9: combattiamo contro il satanismo degli Stati Uniti
E prosegue: “Noi abbiamo supportato il referendum per entrare a fare parte della Federazione Russa. Io sono nato qui, amo il mio Paese. Viviamo piena libertà di religione e della sua pratica. Stiamo combattendo contro il satanismo degli Stati Uniti. In un anno la nostra moschea a Donetsk è stata colpita da bombardamenti ucraini ben sei volte“.
Per i cappellani militari ortodossi e per l’imam della comunità islamica, perciò, il Grande Satana sarebbe l’Occidente, foriero e portatore di male, depravazione, lutto, ateismo, rovina. Ma, secondo loro, non invincibile …
Claudio Beccalossi Backstage
[22:57, 5/10/2023] Claudio Beccalossi: Ciao Direttore. Invio la nona parte. Il reportage si conclude con la decima puntata da Melitopol.
[23:16, 5/10/2023] Claudio Beccalossi: Foto per puntata 10: da selezionare.
[23:17, 5/10/2023] Claudio Beccalossi: Probabilmente ho materiale anche per una puntata 11 da Mosca. Vedremo.
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E ancora
Nota del Direttore
Seguiamo con trepidazione e interesse i reportage in esclusiva UMDI di Claudio Beccalossi che, dalle zone di guerra, tra i combattimenti, riferisce ciò che la maggior parte dei media non riporta, “fotografando” la situazione “sul campo”. Un racconto che è un vero e proprio diario di guerra, fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Una visione “diversa” da quella che ci propongono i media ufficiali, vista con gli occhi di chi si trova sul territorio e riferisce ciò che vede, con tanto di materiale fotografico e video. Certo, c’è il pericolo di uno “sviamento” opposto, ma l’idea è di dare voce a tutte le parti in causa, senza abbracciare “verità” per partito preso. Personalmente ritengo che un cappellano militare, quando benedice le armi, i soldati, la guerra, vada contro il messaggio evangelico, contro ogni religione. E il vedere il Male nel nemico è la miccia delle cd guerre di religione. In questo caso i racconti sono “particolarmente orientati” e viene lecito domandarsi se i soggetti intervistati abbiano calcato la mano per sostenere la propria causa. Ma è lo stesso dubbio che ci viene quando sentiamo le notizie “approvate” e a senso unico dalla Tv. Lo abbiamo visto nei deliri pubblici che hanno cacciato ballerine russe, che hanno messo alla porta professori russi, che hanno vietato la lettura di romanzieri russi, annullato convegni di scienziati russi. Diteci se tutto questo non è terribilmente, atrocemente folle!
Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari.
Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori ci piace fornire più versioni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinché possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. UMDI Un Mondo d’Italiani lo sa. Grazie, Claudio Beccalossi, per il servigio che rendi alla Verità!