Reportage Russia Donbass 3 e la chiesa cattolica di San Giuseppe, sprangata. La puntatina a Volnovakha, ad una trentina di chilometri da Donetsk, il coraggio di Marina Ashifina, 28 anni, che non s’è arresa al delinquenziale silenzio riguardo alla sorte di suo marito Pavel, 33 anni, della Marina militare. La sua determinazione le ha consentito finalmente di venire a sapere il luogo di detenzione del marito dopo mesi
Reportage Russia Donbass 3 puntata tra disperazione, impotenza, coraggio. 21 settembre 2023 – Rientrando, il giorno precedente, da un sopralluogo nella stazione ferroviaria di Donetsk (dal traffico interrotto da tempo e nei cui pressi, poco prima, era rimasto vittima d’un razzo ucraino un uomo uscito da casa semplicemente per fumarsi una sigaretta), mi sono accorto d’una chiesa cattolica al lato sinistro della direttrice verso il centro.
Reportage Russia Donbass 3 la chiesa di San Giuseppe
Ho voluto farmi portare in quel luogo dal fixer Nicola Rangeloni per documentare lo stato della struttura religiosa dedicata a San Giuseppe, di fronte, all’altro lato della strada, ad una chiesa protestante altrettanto sprangata.
Intatto, ma chiuso al culto ed ai rari fedeli, ai due lati in basso rispetto alla statua di Cristo a braccia allargate, l’edificio cattolico presenta due lapidi con iscrizioni in lingue polacca ed ucraina.
L’asfalto della via davanti è intaccato dalle tracce d’impatto d’un ordigno esploso in un’arteria di collegamento d’uso civile, non militare.
Rangeloni ha poi suggerito una puntatina a Volnovakha, ad una trentina di chilometri da Donetsk, ennesima cittadina travolta dai durissimi eventi bellici russo-ucraini.
Abbiamo constatato l’opera di ristrutturazione degli edifici bombardati in una prima fase e nuovamente presi di mira una decina di giorni fa. Il lavoro è, per assurdo, assicurato nel drammatico tira e molla dell’ostinazione d’ambo le parti, l’ucraina distruttivo-terroristica e la russa della ricostruzione nonostante tutto.
Disperazione e impotenza
Lo sfacelo di quelli che dicevano essere negozi od attività popolari, devastati e bruciati dagli attacchi, sembra gridare al vento disperazione ed impotenza.
Vokha e Motorola
E non solleva certo il morale il busto bronzeo su piedistallo marmoreo in ricordo di Vokha (nome di battaglia, 20 maggio 1993 – 5 marzo 2022), caduto in combattimento, comandante del Battaglione Sparta della Repubblica Popolare di Donetsk, insignito da Putin del titolo d'”eroe della Russia” alla memoria. Era subentrato al comando in seguito alla morte del leggendario Motorola.
Reportage Russia Donbass 3: la caparbietà di Marina
Un’intervista incombe. Ed allora abbiamo lasciato Volnovakha per incontrare a Donetsk Marina Ashifina, 28 anni, caparbia donna e moglie che non s’è arresa al delinquenziale silenzio dei vertici ucraini riguardo alla sorte di suo marito Pavel, 33 anni, della Marina militare, fatto prigioniero dai russi a Mariupol.
La sua determinazione, osteggiata pesantemente dalle autorità ucraine, le ha consentito finalmente di venire a sapere il luogo di detenzione del marito dopo mesi senza notizie ed incertezza. E di poterlo riabbracciare, infine, dopo la sua liberazione.
Militari scomparsi di cui non si ha traccia
Trasferitisi a vivere a Mosca, ora Marina s’occupa con generosa disponibilità dei tanti casi come il suo, di cari di militari detenuti dei russi senza che il governo di Kiev fornisca indicazioni o faccia qualcosa. Ci ha subito detto, quasi raggiante nella sua minuta bellezza, che il giorno prima 33 militari ucraini catturati avevano potuto rivedere loro parenti. Non certo grazie a Zelensky, idolo dell’Occidente…
Claudio Beccalossi backstage
Donetsk. Nelle immagini l’unica chiesa cattolica della città, dedicata a San Giuseppe e chiusa da tempo. Per mancanza di fedeli e per la pericolosità del luogo, sottoposto a sporadici bombardamenti ucraini. Di fronte sorge la chiesa protestante, altrettanto deserta e serrata. L’asfalto stradale nei pressi è stato sfregiato dallo scoppio d’un razzo.
Nota del Direttore
Nota del Direttore
Seguiamo con trepidazione i reportage di Claudio Beccalossi che, dalle zone di guerra, tra i combattimenti, riferisce ciò che la maggior parte dei media non riporta, “fotografando” la situazione “sul campo”. Un racconto che è un vero e proprio diario di guerra, fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari. Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori piace fornire più versioni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinché possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. Un Mondo d’Italiani lo sa.
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