Reportage Russia Donbass 10 Smentite da parte dei militari ceceni. “Il Generalissimo”, la troupe televisiva di Russia Today, il primario dell’ambulatorio medico, Elena Deminia e il primario di chirurgia nell’ospedale di Prymorsk, tra Melitopol e Berdyansk, Dadashov Murad Makhamadovich. Repubblica” scriveva di “soldati di Putin nel nome di Allah”. E poi il Sindaco Galina Danilchenko, il monaco ortodosso Vasily ed il direttore Artyom Sharlay Vladimirovich
Reportage Russia Donbass 10 a Melitopol, 26 settembre 2023 – Occorrono circa 4 ore d’auto per superare i 300 km e passa che separano Donetsk da Melitopol, nell’oblast di Zaporož’e, attaccata dalle forze armate russe già il 25 febbraio 2022, nella fase iniziale dell’“Operazione militare speciale” e poi occupata il 1° marzo.
Reportage Russia Donbass 10
Nonostante certi media abbiano affermato (come il sito di “Avvenire”, il 1° luglio 2023) che “la città porta ovunque i segni della distruzione”, vista con occhi non solo miei, ma pure degli altri quattro con me, devo replicare che nei vari posti visitati o di passaggio a Melitopol non ho constatato alcun sfacelo bellico, anche se, ovviamente, qualche zona deve aver subito danni.
Sindaco Galina Danilchenko
La mia stessa domanda al sindaco Galina Danilchenko (che ci ha accolti nel suo ufficio) sulla percentuale di edifici distrutti o deteriorati nel corso di combattimenti, non è stata nemmeno tradotta e girata dall’interprete perché da questi ritenuta estranea alla realtà oggettiva.
Islamizzazione forzata? Non se ne parla proprio!
Sulla stessa falsariga di storpiamento della verità (ma quale informazione super partes?) è pure quanto ha abbaiato alla luna il sito de “la Repubblica” (il 6 settembre 2023), alludendo ai rischi d’una sorta d’islamizzazione imposta col terrore dai miliziani ceceni, “soldati di Putin nel nome di Allah” (frase estrapolata sempre dal sito “la Repubblica”, stavolta del 15 aprile 2022). Circostanza, quella dell’asservimento forzato di Melitopol all’Islam da parte delle formazioni cecene, non confermata e, anzi, decisamente negata anche da rappresentanti religiosi ortodossi locali interpellati.
Andrea Palmeri dei Bulldog guida da Donetsk a Melitopol
È l’effervescente Andrea Palmeri (ex capo dei Bulldog, soprannominato a suo tempo “Il Generalissimo”, ex combattente tra i secessionisti filorussi, ora cittadino russo, piccolo imprenditore nella panificazione e divulgatore “alternativo” di quanto succede non solo a Lugansk, dove vive ormai da una decina d’anni) a guidare la sua auto verso Melitopol da Donetsk dopo aver programmato per noi giornalisti alcuni incontri.
L’ambulatorio medico di Elena Deminia
Aggregandoci ad una troupe televisiva di Russia Today già in attesa, accediamo alla nuova palazzina d’un attrezzato ambulatorio medico che serve un bacino di quasi 30mila utenti. Ci accoglie il primario, Elena Deminia, che fornisce indicazioni sulla struttura in cui operano 16 medici.
Sottolinea che, dopo il trapasso da quella ucraina, la gestione è decisamente cambiata, con altri regolamenti e maggiori precisione e professionalità. Seguono gli standard sanitari russi, quindi il livello di servizio, a suo dire, s’è alzato. Un dottore ed un’infermiera sono tornati in città per lavorarvi.
A Melitopol esistono una decina di ambulatori a disposizione dei circa 156mila abitanti e questo è il più recente ed il più grande. I farmaci sono distribuiti gratuitamente su prescrizione medica. Il complesso è stato inaugurato il 16 febbraio 2023 con intervento online del presidente Vladimir Putin.
Pizza Verona. Perchè quel nome? Bo…
In attesa della venuta d’un medico ceceno al quale rivolgere domande, gironzolo nei paraggi e “scopro” Pizza “Verona”, cioè una pizzeria dal nome della mia città. Vi entro per curiosità ed ai vari giovani camerieri che m’accolgono (nei servizi di ristorazione russi il personale non manca come in Italia, anzi, talvolta è esageratamente folto) dico in inglese che sono di Verona.
Verona sul mio passaporto
Non capiscono ed allora mostro la pagina del mio passaporto dove risulta il mio luogo di nascita, appunto Verona. Smuovo solo qualche loro sorrisetto, forse di compatimento, certo d’indifferenza. Prendo un caffè, pago, saluto ed esco. Ciao, Pizza “Verona”. Il mio punto di domanda su chi e perché abbia dato quel nome al locale rimane nell’aria…
Dr Dadashov Murad Makhamadovich
Rientro con gli altri all’ambulatorio per un breve faccia a faccia con Dadashov Murad Makhamadovich, primario di chirurgia nell’ospedale di Prymorsk, tra Melitopol e Berdyansk.
È medico volontario da quando è iniziato il conflitto, convinto che, tra lui come ceceno e la gente del posto, non ci sia alcun problema. «Siamo uno stesso popolo – rimarca – e non c’è alcun pregiudizio nei miei confronti perché ceceno. Per le persone io sono un medico e tanto basta».
Non vuole parlare della guerra in corso. E risponde sorridendo ad un mio quesito su eventuali inneschi di un’altra “guerra parallela”, quella di religione, tra cristiani (ortodossi) e musulmani (ceceni). Afferma che la Russia è un Paese multietnico e multireligioso, dove chiunque può praticare la propria fede. «Avvisaglie o dissidi per motivi religiosi, qui od altrove? Assolutamente no!», conclude.
Nel monastero di San Sana il monaco ortodosso Vasily ed il direttore Artyom Sharlay Vladimirovich
Della stessa opinione (che sbatte le porte in faccia alle illazioni giornalistiche nostrane) sono l’anziano monaco ortodosso Vasily ed il direttore dell’Ufficio per le organizzazioni religiose del Dipartimento delle Politiche sociali di Melitopol dell’Oblast di Zaporož’e, Artyom Sharlay Vladimirovich, ambedue incontrati presso il suggestivo monastero di San Sana.
Ed anche nei due successivi appuntamenti (con Stanislav Krutyanski, direttore a sua volta del Dipartimento delle Politiche sociali di Melitopol dell’Oblast di Zaporož’e e con la già citata Galina Danilchenko, sindaco di Melitopol) non sono emersi contrasti o sopraffazioni, nemmeno episodici, di matrice religiosa tra ceceni e locali, tra fedeli musulmani ed ortodossi.
Danilchenko ha detto che la gente, ormai, si considera lontana dall’Ucraina e dal suo ritenere un nemico chi riceve il passaporto russo, in possesso del 70% della popolazione. Gli anziani che hanno il nuovo passaporto e che prima percepivano la pensione dall’Ucraina, ora la ricevono regolarmente dalla Russia. Il cambio delle vecchie targhe ucraine in quelle russe, invece, va ancora a rilento ma dovrà terminare entro il 2026.
I canali televisivi ucraini non si vedono e, chi li cerca, deve rimediare su Internet.
Cina e India all’attacco
«Qui sta ripartendo tutto. – aggiunge il sindaco – Gli imprenditori hanno ripreso a lavorare meglio di prima, con le Repubbliche della Federazione Russa, vicina Crimea compresa. Imprese d’affari straniere non si sono ancora insediate a Melitopol, ma stanno mostrando interesse Cina ed India”.
Presto sorgerà un nuovo distretto. Parola di sindaca!
Il morale dei cittadini è alto. – conclude il sindaco, Galina Danilchenko – Stiamo provvedendo a rimettere in sesto strade dissestate, scuole ed ospedale, pessime eredità ucraine. E presto sorgerà un nuovo distretto».
Claudio Beccalossi Backstage
[13:50, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Per la puntata 10. Melitopol. Intervista al medico ceceno Dadashov Murad Makhamadovich.
[18:14, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Ancora per puntata 10. Pizza Verona, “scoperta” a Melitopol.
Per la puntata 10. Melitopol. Intervista al medico ceceno Dadashov Murad Makhamadovich.
[18:24, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Ancora per puntata 10. Pizza Verona, “scoperta” a Melitopol. Nella foto il primario Elena Deminia.
[18:20, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Nella foto: il medico ceceno Dadashov Murad Makhamodovich
[18:16, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Nella foto: l’anziano monaco ortodosso Vasily.
[18:14, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Nella foto: Stanislav Krutyansky.
[18:10, 6/10/2023] Claudio Beccalossi: Nella foto: Galina Danilchenko, sindaco di Melitopol.
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E ancora
Nota del Direttore
Seguiamo con trepidazione e interesse i reportage in esclusiva UMDI di Claudio Beccalossi che, dalle zone di guerra, tra i combattimenti, riferisce ciò che la maggior parte dei media non riporta, “fotografando” la situazione “sul campo”. Un racconto che è un vero e proprio diario di guerra, fatto da un testimone oculare di quella che è la situazione della guerra Russia Ucraina. Una visione “diversa” da quella che ci propongono i media ufficiali, vista con gli occhi di chi si trova sul territorio e riferisce ciò che vede, con tanto di materiale fotografico e video. Certo, c’è il pericolo di uno “sviamento” opposto, ma l’idea è di dare voce a tutte le parti in causa, senza abbracciare “verità” per partito preso. Il fine è quello di instillare il dubbio quando sentiamo le notizie “approvate” e a senso unico dalla Tv. Lo abbiamo visto nei deliri pubblici che hanno cacciato ballerine russe, che hanno messo alla porta professori russi, che hanno vietato la lettura di romanzieri russi, annullato convegni di scienziati russi. Diteci se tutto questo non è terribilmente, atrocemente folle!
Abbiamo assistito, durante la cosiddetta pandemia, alla uniformizzazione della informazione che, di fatto, è divenuta strumento in mano al potere che ha messo a punto una strategia di controllo che oggi sta venendo fuori, poco a poco, grazie al quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro e alle battaglie composte e rilassanti di Francesco Borgonovo, alle inchieste e le interviste di Fabio Duranti su Radio Radio, a Diego Fusaro, BioBlu a pochi altri media non allineati insieme a filosofi senza paraocchi come Giorgio Agamben e Massimo Cacciari.
Giusto dubitare, dunque, su quello che ci arriva su giornali e Tv come verità sacrosanta. E’ una versione. Ai nostri lettori ci piace fornire più versioni, più punti di vista, letture e interpretazioni divergenti e diversificate affinché possano farsi un’idea propria e personale dei fatti. E’ questo il ruolo dell’Informazione. UMDI Un Mondo d’Italiani lo sa. Grazie, Claudio Beccalossi, per il servigio che rendi alla Verità!
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