punto-7-san-marco

PUNTATA 7. San Marco in Lamis e Convento di San Matteo, tappa micaelica dal medioevo

Articoli Old

L’inedita eredità del medioevo all’ombra delle strutture ecclesiastiche. Monasterichiese e conventi, custodi di un antico tesoro culturale di inestimabile suggestione. Le antique vie del Tratturo dei pellegrini, e in origine dei pastori italici, aperte grazie all’archeologia medievale.

Tour movimentato quello che attende i camminatori/ciclisti micaelici. La tappa di oggi è la Castelnuovo della Daunia – San Marco in Lamis, con sosta a Torremaggiore e Stignano, per poi raggiungere attraverso un sentiero montano in salita il Convento di San Matteo. La novella numero sette della guida Micaelis Tales approfondisce la storia e la tradizione del Convento di San Matteo nella città destinazione della tratta della direttrice Pescasseroli-Candela di oggi. Il Tratturo in cui si sono avventurati i pellegrini di San Michele si fa sempre più arduo, ma la fede li supporta e li invoglia a proseguire per arrivare a Monte Sant’Angelo il 30 settembre prossimo. Ebbene sì! Mancano solo due giorni alla fine di questo viaggio tra cultura e paesaggio che ha appassionato lettori e viaggiatori del santo che ha sconfitto il demonio. Per oggi la redazione UNMONDODITALIANI, tramite la corrispondente Adriana NIRO, e la FIDAPA BPW Italy, sezione di Bojano, nella figura dell’archeologa Serena ZAPPITELLI, allieteranno la giornata con l’analisi/guida del luogo che ha segnato un bel pezzo di storia, durante il medioevo della Puglia.

Il medioevo, si sa, da molti definito il periodo dei secoli bui, in realtà non lo è affatto: perché la cultura si spostava nei monasteri e nei conventi, appannaggio degli ecclesiastici, ciò non significa che questa non si sia evoluta e che non abbia costituito fonte di ispirazione per studiosi, poeti, letterati, chierici ed artisti dei secoli successivi. Infatti, proprio l’ingresso della cristianità nelle arti ha consentito un grande sviluppo soprattutto delle arti visive, in particolare per la pittura e la scultura, e dell’architettura (studiata anche attraverso la branca scientifica dell’archeologia degli elevati, insieme ai castelli) dell’epoca, che ad oggi ha visto il suo massimo splendore proprio a partire dall’alto medioevo per raggiungere il suo acme nel Rinascimento con la Cappella Sistina affrescata da Michelangelo BUONARROTI e da altri artisti. Un processo, il Rinascimento, nato dalla sapiente mano di Giotto, che se non avesse preso spunto ed ereditato le conoscenze di chi lo ha preceduto in questi tanto screditati e, a volte trascurati, secoli bui, non avrebbe portato ad un bel niente. In questa parentesi di cultura che si sposta all’ombra delle strutture della Chiesa, si inserisce anche ilconvento dedicato al santo apostolo.

San Marco in Lamis, deriva la sua denominazione dal latinismo lamis, ossia palude, a corroborare la testimonianza che un tempo la zona era sita prevalentemente su un terreno paludoso, a ragione di questo il toponimo utilizzato per il centro storico della città è Padula, dalla fisionomia urbanistica, ovviamente, di tipo medievale.

La meta odierna, cittadina in provincia di Foggia, ha una storia che si interseca con quella del convento/monastero di San Matteo Apostolo, una struttura apparentemente edificata come fortezza, ma in realtà luogo e sede di culto, nonché di ospitalità eretto tra il IX e il X secolo. In epoca medievale, infatti, l’imponenza della stessa garantiva protezione agli insediati e residenti del luogo, data la strategica posizione d’altura su un colle. In epoca moderna, a partire dal XVII secolo fino ad oggi è sede di frati dell’ordine di San Francesco.

Prime attestazioni scritte lo vogliono sotto il nome di Convento di San Giovanni in Lamis, monastero dalla figura imponente, situato alle pendici del Monte Celano. Le fonti non hanno ancora restituito una data certa della fondazione della struttura più antica, anche se si presume che la paternità sia da attribuire ai longobardi. Certamente assodata è l’esistenza di alcuni complessi di natura ecclesiastica, già dal V/IV secolo, identificati come chiesa e refettorio, funzionali alla sosta di pellegrini dall’Abruzzo e dal Molise, che, anche allora, come oggi, con la seconda edizione sperimentale della “Via Micaelica Molisana” di FIDAPA e Matese Mountain Bike, che si recavano in processione verso Monte Sant’Angelo, per godere della visita della grotta dell’arcangelo; la zona del convento si trova, infatti, a solo un giorno di cammino dalla cavità cultuale rupestre. È molto accreditato l’afflusso di pellegrini lungo l’antica Via Francigena, prova convalidata dall’esistenza di un convento titolato a San Nicola, di cui le rovine ne comproverebbero ulteriormente l’autenticità dell’ipotesi.

La documentazione attesta come prima datazione il 1007, la fondazione di San Giovanni De Lama ad opera dei monaci dell’ordine di san Benedetto da Norcia. Questo costituì uno dei principali insediamenti ecclesiastici della Capitanata, che a differenza degli altri accrebbe notevolmente in prestigio nella sfera sociale dell’epoca. Il feudo omonimo, uno dei maggiori insieme a quello di Castelpagano, diede i natali al sobborgo attuale di San Marco in Lamis.

All’apice della sua fortuna, il convento declinò dopo un lungo periodo di crisi, provocato da lotte intestine in ambito clericale (come accadde anche per San Vincenzo al Volturno) che scosse sensibilmente l’equilibrio dell’ordine benedettino. Dopo la partenza dei frati, il pontefice Clemente V emanò una bolla papale (1311), con la quale decretò l’affidamento del Monastero ai Circestensi dell’abbazia di santa Maria di Casanova, presso Villa Celiera, nella provincia di Pescara, per poi passare, infine, alla competenza di alcuni abati commendatari. Una svolta si verificò più tardi, allorché l’amministrazione del monastero si trasferì nelle mani dei Frati Minori Osservanti, nel 1568, i quali rinvigorirono la vita del convento restituendogli la gloria di un tempo. In quegli anni, difatti, la struttura ecclesiastica si arricchì di una reliquia (un molare)attribuita all’apostolo evangelista Matteo, proveniente dalla cattedrale di Salerno. La novità divenne ben presto un attrattore turistico di tale vigore da fare aumentare l’afflusso di pellegrini recatisi sul monte Gargano, alla ricerca di stimoli e impulsi validi all’accrescimento della propria spiritualità.

Scopri la bellezza del Tavoliere delle Puglie, scrigno naturalistico e paesaggistico d’Italia, passaggio del tratto di ieri.

Una zona davvero ricca di religiosità e misticità quella di oggi, 28 settembre, che entusiasmerà i pellegrini durante il viaggio.

La tappa di domani vedrà i viandanti lasciare la città di San Marco in Lamis per arrivare a Monte Sant’Angelo, tappa lunga, premiata dalla festività in onore del santo arcangelo.

di Serena Zappitelli Adriana Niro

Redazione Umdi Luana

sono di San Polo Matese ed ho 28 anni. Nella vita sono mamma a tempo pieno di un bambino di 3 anni e mezzo! Sono diplomata in Scienze Sociali, e iscritta al terzo anno di Lettere e Beni Culturali. Amo la natura, e il periodo primaverile è il mio preferito. Ho molti hobby, di fatti lavoro ad uncinetto, punto croce e pannolenci! Sono appassionata di arte, e ammiro in particolar modo Canova.

Lascia un commento