Produrre carne consuma acqua, tantissima acqua: una risorsa non inesauribile. Nella classifica Water Footprint Network al primo posto c’è la carne bovina. Molte sono le persone che decidono di seguire una dieta vegana o vegetariana, scelta ottima sia per il nostro organismo, ma soprattutto per il futuro del pianeta, l’ambiente e gli animali. Le verdure e legumi rispetto a carne e latticini richiedono molta meno acqua
Produrre carne consuma acqua, le ricerche ci mostrano risultati esorbitanti. La Water Footprint Network ha stilato un grafico per vedere quanta acqua è necessaria per determinati alimenti: al primo posto c’è la carne bovina.
Produrre carne consuma acqua
Per la produzione di carne, viene consumata moltissima acqua, inoltre è responsabile del 15% delle emissioni di gas serra emessa da attività umane. Scegliere una dieta vegetariana o vegana è una giusta soluzione per l’ambiente e per gli animali coinvolti negli allevamenti intensivi.
Dove va tutta l’acqua?
Il 98% dell’acqua viene usato per produrre i mangimi, un quinto dell’acqua è destinato all’allevamento dei bovini da latte e il terzo all’allevamento dei bovini da carne. Solamente l’1,1% serve per far bere gli animali che sono negli allevamenti. La produzione di alimenti di origine animale richiede più di 2×10^31 (1 seguito da 31 zeri) litri d’acqua, quantità inimmaginabile.
Water Footprint Network
Secondo il grafico fatto da Water Footprint Network, al primo posto per i litri di acqua necessari per produrre un kg di cibo c’è la carne bovina, all’ultimo ci sono verdure e legumi. “L’impronta idrica della carne di manzo (15.400 l/kg), è superiore a quella della carne di maiale (6.000 l/t) o di pollo (4.300 l/kg); tuttavia produrre carne animale richiede un dispendio di acqua di gran lunga maggiore rispetto alla produzione di qualunque tipo di verdura, per la quale servono in media 300 litri di acqua per chilo.”
Impronta idrica sulla carne animale
La carne di manzo consuma sei volte più acqua per proteina rispetto ai legumi. Tranne il burro, i prodotti di origine animale hanno un’impronta idrica maggiore rispetto ai prodotti agricoli, come cereali o patate.
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