Primitivo in Sicilia e proteste in Puglia. Contro l’idea di una produzione nell’isola il richiamo del Gal: il Primitivo Dop e Igp è il simbolo della Puglia vitivinicola. L’autorizzazione per impiantare la produzione in Sicilia deve essere fermata
Primitivo in Sicilia? Il vino simbolo della Puglia, che incarna la specificità del territorio potrebbe essere prodotto nell’isola con le ripercussioni economiche, culturali, enogastronomiche e sociali facilmente immaginabili. Sulla questione interviene il Gal (Gruppo di Azione Locale) “Terre del Primitivo”, contrario all’apertura dell’impianto di produzione del vino “Primitivo di Manduria” in Sicilia, in quanto simbolo di identità pugliese apprezzato in Italia e nel mondo. “C’è stata l’autorizzazione per l’impianto e la produzione in Sicilia, – spiegano dal Gal – ma evidentemente a qualcuno stanno sfuggendo le implicazioni che tutto questo può generare. Intanto parliamo di un danno per la nostra identità e, non da ultimo, si rischia di creare un precedente per il futuro: altre varietà autoctone potrebbero essere scippate ad altre regioni, facendo venire meno una storia secolare.
Primitivo in Sicilia? Ma non si chiamava di Manduria?
Primitivo in Sicilia, uno schiaffo alla tradizione, al culto vero e proprio di un vino identitario. “Il suo valore culturale – continua il Gal – appartiene a questi luoghi e nessuno può appropriarsene. In fase di programmazione abbiamo deciso di puntare l’attenzione sul Museo diffuso delle Terre del Primitivo inteso come territorio da condividere. Un connubio tra risorse naturalistiche, artistiche, storiche, enogastronomiche e umane in cui emerge tutta la nostra autenticità, che è la nostra vera ricchezza, e non permetteremo a nessuno di portarcela via. Il vino Primitivo di Manduria, da generazioni, rappresenta l’immagine di questa terra, declinata nei suoi tanti aspetti che vanno dall’enologia all’enogastronomia, dalle tradizioni e alla vita rurale. È per questo che condanniamo con forza la possibilità che altre regioni coltivino questo vitigno autoctono pugliese. Siamo pronti a fare squadra con le istituzioni e le realtà che, come noi, hanno a cuore questo territorio, difendendolo da qualsiasi tentativo di usurpare la nostra storia e la nostra economia”.
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