Presidente Toma sfiduciato dalla decisione assunta dall’aula consiliare, della regione che in queste settimane è assorta all’attenzione generale a causa della gestione sanitaria, dei malati trasportati fuori, lo scandalo del commissario Angelo Giustini, già dimissionario e indagato dalla Procura
Presidente Toma sfiduciato, con i suoi che gli urlano di aver gestito male. Dal centrodestra Aida Romagnuolo, Filomena Calenda e Michele Iorio hanno apposto la propria firma sulla mozione di sfiducia, che è sostenuta da 11 consiglieri: 8 del Movimento 5 Stelle, 2 del Pd e i 3 dissidenti. Le opposizioni, insomma, provano ancora una volta a far cadere il governo guidato da Donato Toma, ma questa volta potrebbero farcela, grazie all’appoggio di tre consiglieri di maggioranza. Pd e M5S depositano la seconda mozione di sfiducia, dopo quella di nove mesi prima.
Filomena Calenda: prima che il gallo canti tre volte
“Oggi avremmo dovuto dare una risoluzione ai problemi del Molise, invece il presidente Toma non c’è. Non ha saputo dare risposte e prendere provvedimenti nell’emergenza sanitaria. Quindi, prima che sia troppo tardi, poniamo fine a questo indegno spettacolo”. (LEGGI IL DIETRO FRONT DI CALENDA PER UN POSTO AL SOLE)
Presidente Toma sfiduciato, era a Roma. Assente giustificato
Toma non c’è in Aula, ma Calenda lo sa. Il gioco politico si regge su queste “logiche” incomprensibili al buon senso. Ma funziona così. Toma è assente per motivi istituzionali, come ha comunicato il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone. Si trova a Roma per incontrare i ministri Speranza e Gelmini in relazione alla nomina del nuovo commissario ad acta per la sanità molisana. Già, non ci dimentichiamo che si susseguono, di ora in ora, i colpi di scena. Il Commissario alla Sanità, Angelo Giustini, già dimissionario, indagato per abuso e omissione d’atti d’ufficio dalla Procura, nonché il sub commissario, Ida Grossi, che pure rimette il proprio mandato. Possibile che il Molise è un mondo a parte? O davvero il governo centrale non ha giurisdizione sulla “regione che non esiste”?
Presidente Toma sfiduciato: chi ha firmato?
Presidente Toma sfiduciato, con i suoi che gli urlano di aver gestito male. Dal centrodestra Aida Romagnuolo, Filomena Calenda e Michele Iorio hanno apposto la propria firma sulla mozione di sfiducia, che è sostenuta da 11 consiglieri: 8 del Movimento 5 Stelle, 2 del Pd e i 3 dissidenti. Le opposizioni, insomma, provano ancora una volta a far cadere il governo guidato da Donato Toma, ma questa volta potrebbero farcela, grazie all’appoggio di tre consiglieri di maggioranza. Pd e M5S depositano la seconda mozione di sfiducia, dopo quella di nove mesi prima. Allora il centrodestra decise di non appoggiare il testo nonostante fosse a pezzi.11 firme sotto il documento: i numeri, sulla carta, ci sono. La mozione dovrà essere calendarizzata: la prossima settimana il voto in Aula. Alle parole seguiranno i fatti oppure è l’ennesimo “teatrino” cui dovranno assistere i molisani nel pieno di una emergenza sanitaria senza precedenti?
Andrea Greco M5S
“Questa è già una sfiducia con 11 firme. Toma farebbe bene a prenderne atto e a dimettersi”, sono le dichiarazioni del capogruppo M5S, Andrea Greco che ha depositato l’atto all’Ufficio di Presidenza. “Questa legislatura – prosegue – ha offeso i cittadini molisani e il primo responsabile è Donato Toma. La sua inadeguatezza è alla base dello sfacelo della gestione della sanità regionale, della totale assenza di programmazione, del clima di tensione crescente tra i cittadini. Con cognizione di causa parlo di inadeguatezza politica e tecnica, visto il ruolo di Toma al vertice della Protezione civile”.
Micaela Fanelli Pd
Il capogruppo del Pd, Micaela Fanelli, parla di vera e propria catastrofe nella gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid, che in Molise ha causato 430 morti: “La Torre Covid non c’è – attacca la Fanelli – riscontriamo inappropriatezza sui controlli dei vaccini, la struttura commissariale si sta sgretolando. A questo si unisce l’incapacità dei vertici Asrem. Siamo costretti ad attivare la cross per trasferire i malati negli altri ospedali. Le somme di questo disastro diventano politiche, c’è stata incapacità di governare la pandemia e di tutelare la salute dei molisani” che “hanno diritto di scegliere una nuova classe dirigente per questa regione”.
Primiani M5S
“Dopo un anno non abbiamo il centro Covid, né a Larino né al Cardarelli, ci sono persone che scelgono di non curarsi perché hanno paura ad andare in ospedale. Ci sono colpe in capo alla struttura commissariale, all’Asrem e al presidente della Regione che è il primo responsabile della gestione sanitaria”.
Aida Romagnuolo
“Annuncio la mia firma sulla mozione di sfiducia” precisa la consigliera del centrodestra dissidente.
Vittorino Facciolla
“Abbiamo, per la prima volta, il numero sufficiente per mandare a casa Toma, per chiudere questo capitolo drammatico per noi molisani, per chiudere definitivamente una porta e provare a far ripartire il Molise”
Presidente Toma sfiduciato: Michele Iorio
L’ex governatore del Molise mattina aveva presentato un emendamento per correggere “l’inutile, incomprensibile e non condivisibile mozione a firma di Vincenzo Niro ed altri”. Un emendamento che bocciava senza possibilità di deroga, per “mandare a casa tutti i responsabili della catena di comando che ha gestito la sanità in questo periodo di pandemia” e a “sospendere la costruzione della torre Covid al Cardarelli, per le note ragioni progettuali, attraverso un’intesa con il governo nazionale e utilizzare le somme residue per ristrutturare il Vietri di Larino. Creando le condizioni per un ospedale Covid attrezzatissimo e funzionale come tanti altri ospedali in Italia”. “Ho sottoscritto la mozione di sfiducia al presidente Toma – ha spiegato Iorio – a causa della risposta della maggioranza che nelle dichiarazioni di voto, con protervia e con qualche offesa anche sul profilo personale, ha respinto ogni possibilità di intesa. Ho sottoscritto nella piena consapevolezza di aver preso la decisione più utile per i molisani”.
Presidente Toma sfiduciato, ma non è finita
Vedremo che i colpi di scena in politica non mancano mai, soprattutto se in gioco ci sono interessi grandi
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