Praemium Imperiale a Paolini a Tokyo al Meiji Kinenkan dalla Principessa Hitachi, consorte del Principe Hitachi, Patrono onorario della Japan Art Association. L’Italia non vinceva dal 2014. L’arte concettuale del genovese prestato a Torino ha fatto il miracolo.
Praemium Imperiale a Paolini nella prestigiosa cornice del complesso architettonico del Meiji Kinenkan di Tokyo. La cerimonia per la consegna del Praemium Imperiale ai vincitori dell’edizione 2022 si è svolta il 19 ottobre. Premiati, ognuno con una somma di 15 milioni di yen: Giulio Paolini per la pittura, Ai Weiwei (Cina) per la scultura, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa dello studio SANAA (Giappone) per l’architettura, Wim Wenders (Germania) per il teatro/cinema e Krystian Zimerman (Polonia/Svizzera) per la musica. L’Italia, insomma, si è fatta onore tra nomi e altezze vertiginose.
Praemium Imperiale a Paolini per il suo contributo alla comunità mondiale
Il riconoscimento a Giulio Paolini segna un punto importante per l’Arte italiana, che non conquistava l’ambito premio dal 2014. L’arte concettuale del genovese prestato a Torino ha fatto il miracolo. Premiati per i risultati conseguiti, per l’influenza da essi esercitata sul mondo dell’arte e per il contributo dato alla comunità mondiale con la loro attività, gli artisti hanno ricevuto un premio di 15 milioni di yen (circa 105.000 euro), un diploma e una medaglia, consegnata dalla Principessa Hitachi, consorte del Principe Hitachi, Patrono onorario della Japan Art Association.
Praemium Imperiale, ossia il Nobel per l’arte
Il Praemium Imperiale corrisponde un po’ al Nobel x le arti. L’ annuncio era stato dato in precedenza a Roma all’Hotel Excelsior dall’on.Dini Presidente della Commissione, nonchè ex-presidente del Consigliodei ministri dal 17 gennaio 1995 al 18 maggio 1996 e ministro degli affari esteri dal 18 maggio 1996 al 6 giugno 2001, direttore generale della Banca d’Italia, ministro del tesoro nel primo governo Berlusconi.
Praemium Imperiale a Paolini, il suo intervento
Subito dopo la proclamazione, è arrivato il discorso di ringraziamento di Giulio Paolini. Padre dell’arte concettuale italiana, definito uno dei più raffinati interpreti dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra parla dei suoi momenti di ispirazione, dei modelli che hanno illuminato il suo cammino, ricorda lo scomparso Jean-Luc Godard. Paolini è critico nei confronti del mercato dell’arte. Lo è ancor più sulle derive digitali del contemporaneo, sugli NFT. Ed ecco che anticipa il suo prossimo progetto di mostra, probabilmente all’Accademia di San Luca a Roma, destinato ad esaltare il concetto di accademia, ormai relegato nel dimenticatoio, ma da recuperare come spazio ideale in cui coltivare, accarezzandole, le aspirazioni e il talento.
Lamberto Dini: l’arte che ci spinge ad interrogarci
Durante la cerimonia proprio Lamberto Dini, che presiede il Comitato italiano di nomina dei candidati, ha affermato che pochi artisti tuttora in attività hanno interrogato il mezzo e il significato dell’arte come ha fatto Giulio Paolini. Molte delle sue opere, infatti, si ispirano a capolavori della storia dell’arte e spingono lo spettatore ad interrogarsi su ciò che sta guardando. La sua arte pone in questione la natura stessa dell’arte.
Praemium Imperiale a Paolini Giulio: una vita ai vertici
Nato il 5 novembre 1940 a Genova, Giulio Paolini risiede a Torino. Dalla sua prima partecipazione a una mostra collettiva nel 1961 e dalla sua prima personale nel 1964 ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo.
Retrospettive e antologiche
Le principali retrospettive si sono tenute allo Stedelijk Museum, Amsterdam (1980), al Nouveau Musée, Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum, Graz (1998) e alla Fondazione Prada, Milano (2003). Tra le antologiche più recenti si ricordano quelle alla Whitechapel Gallery, Londra (2014), alla Fondazione Carriero, Milano (2018) e al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino (2020).
Ha partecipato a svariate rassegne di Arte povera ed è stato invitato più volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013). E’ presente in rinomate collezioni pubbliche e private sia nazionali sia internazionali.
Ha curato numerose pubblicazioni: Idem, con un’introduzione di Italo Calvino (Einaudi, Torino 1975), Quattro passi, Nel museo senza muse (Einaudi, Torino 2006) e L’autore che credeva di esistere (Johan & Levi, Milano 2012). Ha infine realizzato scene e costumi per spettacoli teatrali, tra i quali le scenografie per due opere di Richard Wagner per la regia di Federico Tiezzi.
PRAEMIUM IMPERIALE Premiati 1989-2022
Per la Pittura
1989 Willem de Kooning e David Hockney
1990 Antoni Tàpies
1991 Balthus
1992 Pierre Soulages
1993 Jasper Johns
1994 Zao Wou-ki
1995 Matta
1996 Cy Twombly
1997 Gerhard Richter
1998 Robert Rauschenberg
1999 Anselm Kiefer
2000 Ellsworth Kelly
2001 Lee Ufan
2002 Sigmar Polke
2003 Bridget Riley
2004 Georg Baselitz
2005 Robert Ryman
2006 Yayoi Kusama
2007 Daniel Buren
2008 Richard Hamilton
2009 Hiroshi Sugimoto
2010 Enrico Castellani
2011 Bill Viola
2012 Cai Guo-Qiang
2013 Michelangelo Pistoletto
2014 Martial Raysse
2015 Tadanori Yokoo
2016 Cindy Sherman
2017 Shirin Neshat
2018 Pierre Alechinsky
2019 William Kentridge
2021 Sebastião Salgado
2022 Giulio Paolini
e ancora