Per non perdere l’umanità. Nord e Sud del mondo visto da Enrico Landoni, modello ancora valido per comprendere e analizzare le attuali dinamiche economiche, socio-politiche e demografiche del pianeta
Per non perdere l’umanità, Nord e Sud del mondo visto da Enrico Landoni. L’ultima pubblicazione è una ricerca volta ad analizzare le dinamiche economiche, socio-politiche e demografiche del pianeta. Da giornalista e professore associato di Storia Contemporanea dell’Università eCampus, Landoni ha pubblicato numerosi articoli scientifici e diversi saggi. I suoi principali temi di ricerca sono la storia politica ed amministrativa dell’Italia del secondo dopoguerra, la storia del fascismo, la storia dello sport, sport e relazioni internazionali e la storia del giornalismo. Nel maggio del 2016 è stato selezionato come revisore per la campagna VQR 2011-14, rivolto alla valutazione dei risultati per la ricerca scientifica effettuata nel periodo 2011 – 2014 da tutti i soggetti e gli enti che svolgono attività di ricerca. Dal 2017, il prof. Enrico Landoni è impegnato anche a livello internazionale, nella didattica di importanti atenei.
Per non perdere l’umanità
Il volume è una ricostruzione storica della questione nord-sud. “Sono circa 820 milioni le persone nel mondo che soffrono la fame, cifra purtroppo in costante seppur lieve aumento dal 2016, secondo l’ultimo rapporto sulla sicurezza alimentare della FAO. – si legge nella descrizione – Al contrario, l’indice di sviluppo umano, che ha raggiunto livelli sempre più elevati nei paesi industrializzati, sta precipitando, specialmente in Africa e nel Sud-Est asiatico. Inoltre, nei paesi in assoluto più poveri un bambino che nasce oggi ha un’aspettativa di vita inferiore ai cinquant’anni”.
Schema Nord Sud: modello ancora valido
“La geografia dello sviluppo umano riproduce così, in tutto e per tutto, lo schema ormai classico della separazione Nord Sud, che si conferma un modello ancora valido per comprendere e analizzare le attuali dinamiche economiche, socio-politiche e demografiche del pianeta all’interno di processi di lungo periodo. Questo paradigma, reso in apparenza obsoleto dalla globalizzazione economica e dallo sviluppo di alcuni grandi paesi del Sud del mondo, resta dunque un’efficace chiave di lettura della realtà, di cui soltanto le lenti d’ingrandimento del metodo storico e di una ricostruzione di ampio respiro possono restituire appieno e in modo comprensibile la complessità e la problematicità”.
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