Pavese a 70 anni dalla scomparsa, il ricordo del Presidente Mattarella. Tra gli intellettuali più influenti del Novecento, grandi opere e profonda sofferenza interiore
Pavese a 70 anni dalla scomparsa commemorato dal Presidente Mattarella. L’intellettuale piemontese del Novecento, profondamente depresso, si tolse la vita prematuramente il 27 agosto del 1950, in una camera dell’albergo Roma di Piazza Carlo Felice a Torino. Sul tavolino, presente nella stanza, aveva lasciato Dialoghi con Leucò, sul quale alla prima pagina aveva scritto “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. Nato a Santo Stefano Belbo il 9 settembre 1908, nel corso della sua carriera scrisse molte opere: raccolte, romanzi e racconti, poesie, saggi e diari, sceneggiature, epistolari e traduzioni.
Pavese a 70 anni dalla scomparsa, il ricordo di Mattarella
L’Aise rende noto che, nel giorno del 70esimo anniversario dalla scomparsa di Cesare Pavese, uno degli autori che ha segnato in modo indelebile la cultura novecentesca italiana, Sergio Mattarella gli ha dedicato un pensiero. Dopo aver marcato il prezioso e originale apporto alla letteratura italiana, Mattarella continua: “Fu animatore tra i più importanti e prestigiosi dell’editrice Einaudi. Insieme ad altre personalità antifasciste riuscì a comporre un patrimonio di cultura, di pensiero, di letteratura, da cui il Paese ha tratto energia fin dagli anni della conquista della libertà e della democrazia e che poi ha contribuito alla formazione di tanti giovani”, e aggiunge: “nella tormentata esperienza di uomo e di scrittore, Pavese ha cercato di tenere in relazione la solitudine dell’individuo moderno con le vicende della storia e l’impegno nella comunità”.
Cesare Pavese e la sofferenza interiore
Profondamente tormentato, sin dalla sua difficile infanzia (dopo la morte del padre, la sua educazione fu affidata alla madre, donna autoritaria), la vita dell’autore è stata segnata da vicende difficili. “Ha pagato con sofferenze interiori un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune” – continua il Capo dello Stato – “Ma proprio questa inquietudine e questo desiderio di piena umanità rendono ricca l’eredità delle sue opere e fanno sì che un simile tesoro sia oggi un bene comune degli italiani, tanto apprezzato anche in Europa e nel mondo”.
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