Undici giorni di anticipo per il lookdown di Wuhan sarebbero stati la salvezza dalla pandemia mondiale dovuta al virus Covid-19. A diffondere e portare il virus nel mondo sono state le 5 milioni di persone che hanno lasciato la capitale dell’Hubei
(UMDI-UNMONDODITALIANI) Potevano essere undici giorni a salvarci dalla pandemia mondiale dovuta al virus Covid-19 che è partita da Wuhan. Il primo deceduto colpito da una forte polmonite, causata dal nuovo coronavirus è stato un uomo di 61 anni di Wuhan nel periodo di inizio 2020, più precisamente il 9 Gennaio. A questo punto si inizia a indagare sulla provenienza del nuovo virus Covid-19 e si scopre che i primi contagi erano legati a coloro che avevano frequentato il mercato alimentare della città. Le autorità cinesi ipotizzano che il contagio possa essere stato innescato dalla presenza di un animale infetto e che si possa essere trasmesso all’uomo tramite il contatto, si pensa, quindi, che i possibili infetti riguardassero soltanto chi avesse avuto contatto diretto con l’animale. Però, emerge un nuovo particolare, la moglie della prima vittima di covid, dopo qualche giorno inizia a manifestare sintomi simili a quelli del marito, pur non essendo mai stata al mercato cittadino. Questo avvenimento fa subito pensare che il virus è trasmissibile da uomo a uomo. Nonostante il chiaro segnale, la Cina afferma che non ci sono prove per dimostrare che sia vero, e dichiara che è tutto sotto controllo, ma così non sarà purtroppo.
ECCO COME SI E’ DIFFUSO IL VIRUS IN TUTTO IL MONDO
Sfortunatamente, il periodo coincideva con il Capodanno lunare, e l’intero Paese si preparava per festeggiare, è stata organizzata anche una festa il 18 Gennaio, dalle autorità di Wuhan, nella metropoli di Hubei, ciò ha significato lo spostamento di milioni di persone per banchettare e riunirsi a magiare cibi preparati in casa. Nulla di sbagliato se non ci fosse stata la presenza di un virus altamente contagioso che da lì in poi si è iniziato a diffondere a macchia d’olio. Nei giorni successivi, è stato Zhong Nanshan, epidemiologico noto per il suo operato durante l’epidemia di SARS, ad ammettere alla tv pubblica che il covid-19 è trasmissibile da uomo a uomo. Da questa comunicazione alla morte del primo caso accertato sono trascorsi esattamente undici giorni, e se la Cina non avesse preferito il negazionismo, questi undici giorni sarebbero stati determinanti per evitare la pandemia che sta minacciando il mondo intero. Nessuno aveva avvertito i cittadini di Wuhan, e delle zone vicine, della presenza del virus. Nel momento in cui Zhou Xianwang svela al quotidiano Global Times che 5 milioni di persone hanno lasciato la sua città, scoppia il panico in Cina e nel mondo, ognuno inizia a dubitare sull’essere un possibile portatore del covid-19, e quanti, invece, sono a rischio di essere contagiate da loro. Il Presidente dell’Hubei, Xi Jinping, ha disposto il lookdown totale della città, ma ciò non è servito a bloccare la diffusione. L’Università di Southampton, in Gran Bretagna, ha condotto una ricerca che ha stimato che se la Cina avesse agito con tre settimane di anticipo rispetto all’oramai celebre data del 23 gennaio, il numero di casi complessivi di Covid-19 si sarebbe potuto ridurre del 95%. Ma anche una sola settimana avrebbe ridotto il contagio globale del 66%. Questi undici giorni che si sono rivelati fatali potevano essere, invece, la nostra salvezza.