Orazio De Attellis, il ritorno del gran massone, originario di Sant’Angelo di Limosano. Una due giorni di conferenze, due giornate di studio sull’aristocratico molisano che assurse al prestigioso ruolo di Gran Maestro nella Loggia Massonica degli Stati Uliti d’America. Ed è con gli Stati Uniti che Molise Noblesse sta costruendo ponti di contatto e di partenariato per rafforzare i legami tra le due nazioni e restituire dignità all’emigrazione molisana e italiana in generale
Orazio De Attellis, il ritorno del gran massone americano III edizione. La promozione della Regione Molise, nella visione Molise Noblesse, si fa, non solo attraverso fatti culturali sviluppati, sia in termini di studio, ricerca, convegni, giornate di studio, caffè letterari, cineforum, concerti, mostre d’arte, sia con un focus sugli intellettuali molisani emigrati anche attraverso la valorizzazione di personalità della storia regionale. L’obiettivo della nuova edizione 2019 di Molise Noblesse Festival è quello di affermare il Molise come polo attrattivo per un turismo di nicchia, un turismo slow, un turismo del benessere e della natura, sempre intimamente connessa allo sviluppo antropico.
Un ponte simbolico con i molisani all’estero
La figura di Orazio de Attellis rappresenta un ponte simbolico con i molisani all’estero, per l’importanza del personaggio ancora poco o niente conosciuto nella sua regione natale. Molise Noblesse, la nobiltà del Molise, è declinata sulla linea della nobiltà di un popolo e su quella della “nobiltà dell’emigrazione” intesa come campagna culturale volta a liberare dalle approssimazioni il concetto di emigrazione per come ordinariamente inteso. In casi notevoli e non marginali, inoltre, il fenomeno dell’emigrazione è stato generato da uno spirito imprenditoriale di “conquista” rapportabile a quello di “conquista della frontiera” di tradizione americana (il West). Molti italiani e molti molisani sono andati in America per fondare imprese e vincere lì dove c’erano le opportunità per concorrere nel libero mercato rispetto alle situazioni “ingessate” presenti in Italia e in Europa.
Sant’Angelo Limosano Pennsylvania solo andata
Orazio De Attellis originario di Sant’Angelo di Limosano è l’emblema dell’emigrazione molisana nel mondo è stato protagonista della due giorni tenutosi a Bojano il 9 e 10 gennaio 2019. Due giornate di studio che sono servite a raccogliere contributi di studiosi, esperti, appassionati, ma anche studenti universitari, sulla figura del De Attellis. “Il Molise esiste ed è Nobile” il motto dei creatori del Molise Noblesse Festival. Un vero e proprio brand per la promozione del territorio”. L’evento è stato un raduno di intellettuali, che hanno condiviso anche i momenti più conviviali. Atteso, tra gli altri, l’intervento di Giulio De Jorio Frisari, Istituto Italiano Studi Filosofici e visiting professor Università di Tessalonica; L’evento fa parte del Molise Noblesse Festival, ideato da Mina Cappussi, e organizzato con numerosi comuni molisani.
Il Molise terra di Cultura, di Viaggi e Memorie
“Il Molise – spiega la Cappussi – può situarsi a pieno titolo nella rete internazionale della Cultura e dei Viaggi tra Storia, Memorie, Arte e Territori sul filo conduttore della nobiltà di una terra che ha un grande potenziale da sviluppare.
E lo fa con una serie di iniziative volte a costruire una memoria collettiva nel senso dell’appartenenza e nel riscattare l’idea di emigrazione dalla sua genericità controversa e anonima, per avviare un percorso selettivo (con il carattere della continuità) di studi e ricerche destinate a far sì che l’emigrazione italiana nel mondo diventi suggestiva, indicando itinerari storici, letterari, filosofici, artistici alla scoperta del genio italiano e di ciò che, nello specifico, i molisani sono riusciti ad esportare oltre i confini regionali, contribuendo a costruire quell’immagine dell’Italia, patria universale della Cultura, della Bellezza, del Gusto e dell’Eleganza, che è alla base della fortuna economica del Made in Italy.
Lo facciamo attraverso ricerche e iniziative volte a valorizzare i personaggi storici e i talenti molisani, e a far conoscere i mille volti della regione, i paesi, le chiese, i castelli, le dimore storiche, i luoghi caratteristici, le tradizioni (anche attraverso esperienze sensoriali, percorsi d’arte, concerti. Intendiamo costruire una immagine suggestiva del Molise “La Grande Bellezza di una Piccola Regione” che sia appetibile all’esterno; gettare le basi per una lettura consapevole, dall’interno, da parte degli stessi molisani, della “nobiltà” del Molise autentico; sviluppare un focus sugli intellettuali molisani emigrati nell’ottica della valorizzazione del territorio attraverso la nobiltà delle genti molisane. Un progetto ambizioso, che sembrava impossibile da realizzare, ma che negli anni ci ha dato ragione, anche grazie al sostegno della Regione Molise, richiamando l’attenzione sulla bellezza della Regione.
Una nuova identità del Molise, il brand
Stiamo dando vita ad una nuova identità del Molise, un brand, da interiorizzare qui in regione e far veicolare alla comunità molisana all’estero. Il progetto parte dal messaggio virale che da qualche anno ha portato l’attenzione sul “Molise che non esiste” utilizzando a proprio vantaggio l’imprevista notorietà data alla regione. Ovvero, “il Molise esiste ed è Nobile”.
In particolare protagonista delle serate è stato il Massone Orazio de Attelis, marchese di Santangelo, che fu uno degli italiani più controversi tra quelli giunti in terra americana, portando seco un forte carico di polemiche.
1774, nasceva a Sant’Angelo Limosano
Orazio De Attellis, il ritorno del gran massone americano comincia nel 1774, quando questi nasce a Sant’Angelo di Limosano, in quegli Abruzzi che rappresentavano la linea di confine settentrionale del regno. Secondogenito di Dorotea D’Auria e del marchese Francesco. Il ragazzo iniziò subito un duro apprendistato alla vita a causa dell’avversione affettiva del padre. Dispotico e tiranno in famiglia il padre di Orazio approfittò della prima occasione per spedire l’inquieto figlio nel collegio dei nobili di Napoli. Ribelle a ogni disciplina il giovane molisano si dimostrò subito all’altezza della sua futura fama e a quindici anni interruppe gli studi per arruolarsi, insieme al fratello maggiore, in Spagna nelle truppe dei reggimenti “Toledo” e “Nàpoles”. Orazio decise di lasciare temporaneamente Napoli iniziando un suo personale percorso che lo avrebbe portato negli angoli più disparati del mondo. Decise di fare il grande salto verso gli Stati Uniti “Il solo soggiorno convenevole all’uomo pensante, onesto e libero.” Questo era il pensiero dell’ormai maturo avvocato molisano, all’approdo nel porto di New York, nel 1824. Stretta amicizia con Lorenzo Da Ponte e con Giuseppe Bonaparte egli aprì una scuola privata che durò un solo anno.
Nel 1825 De Attelis si spostò in Messico e nel 1827 l’ex rivoluzionario molisano fece ritorno a New York per prendere il posto, l’anno seguente, dell’amico Lorenzo da Ponte nell’insegnamento della letteratura italiana e spagnola al Columbia College. Arrivò dopo varie tappe a Roma per conoscere Mazzini durante i pochi mesi della Repubblica romana ma la sua presenza era ormai ingombrante. Estraneo ai nuovi pensieri repubblicani, e come tale accantonato a un angolo della scena politica. Il marchese morì il 10 gennaio del 1850.
Giulio De Jorio Frisari: lo spirito rivoluzionario
Intervento portante della serata tutta dedicata al De Attellis è stato quello del professore universitario Giulio De Jorio Frisari: “Gli eroi sono espressione di ragioni fondatrici del vivere civile, imposte dall’uomo stesso nella vita universale attraverso gli strumenti del fare, tra cui la guerra, che sono necessari ad affermare in senso assoluto un principio collettivo, come ad esempio la giustizia oppure la ratio agricola ed il governo dei territori. Tra le ragioni fondatrici c’è lo spirito poetico, che determina le modalità della conoscenza, infatti esso genera le parole in cui sono riposti i segreti dell’umanità. Con Orazio de Attellis lo spirito rivoluzionario settecentesco cerca in America le possibilità di un rinnovamento politico e va riportato a quella forza di volontà razionale che ha spinto Cristoforo Colombo eroicamente al grande viaggio con le Caravelle, va riferito anche allo spirito utopistico che determinò a fine Seicento William Penn a costruire nel territorio che verrà a lui dedicato, la Pennsylvania, un progetto politico utopistico dove si affermò una società di eguali. Il nobile molisano, “emigrante” per spirito di libertà, ma anche stretto da gravi difficoltà trovò in quelle terre lontane una società giovane, figlia di una rivoluzione per l’indipendenza, che stava costruendo se stessa”.
Molise e Stati Uniti, mai così vicini
“L’aristocratico molisano – le conclusioni di Mina Cappussi – assurse al prestigioso ruolo di gran maestro nella loggia degli Stati Uniti d’America. Ed è con gli Stati Uniti che Molise Noblesse sta costruendo ponti di contatto e di partenariato per rafforzare i legami tra le due nazioni e restituire dignità all’emigrazione molisana e italiana in generale”
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