Ong nuovi pirati. Sono stati definiti così gli operatori delle Organizzazioni Non Governative dal giornalista Belpietro, che è stato rinviato a giudizio in seguito all’accusa di diffamazione pluriaggravata. Invece le offese contro il generale Vannacci, vengono derubricate a ironia. Il giornalista ha giustificato la scelta di quella copertina rivendicando la libertà di espressione e il diritto di critica. Il processo nei confronti di Maurizio Belpietro inizierà a marzo 2025, mentre le Ong chiedono giustizia contro la criminalizzazione del lavoro umanitario nel Mediterraneo
Ong nuovi pirati, definiti così dal giornalista Maurizio Belpietro, rinviato a giudizio dal Tribunale di Milano con l’accusa di diffamazione pluriaggravata per aver definito in quel modo, nel 2022, gli operatori delle Ong, sulla copertina del settimanale Panorama da lui diretto. Invece per chi ha insultato pesantemente il generale Vannacci, viene derubricato a ironia, come insegna l’assoluzione di Bersani.
Belpietro ha difeso, perciò, la scelta di quella copertina di Panorama, sostenendo la libertà di espressione e il diritto di critica.
Ong nuovi pirati: processo fissato per marzo 2025
L’esposto nei confronti di Maurizio Belpietro, attualmente direttore anche del quotidiano “La Verità”, è stato presentato dalle Ong Open Arms, AOI Rete Nazionale, Emergency e Sea Watch che avevano definito il titolo e l’immagine pubblicate “non veritiere e offensive del lavoro umanitario operato da chi nel Mediterraneo Centrale cerca di soccorrere vite umane”. Il processo, si legge in una nota congiunta, avrà inizio il prossimo 17 marzo 2025.
Cosa dicono le Ong
“Apprendiamo oggi – commentano le Ong – la decisione del Tribunale di Milano di rinviare a giudizio Maurizio Belpietro: la nostra è una richiesta di giustizia perché si ponga fine alla criminalizzazione del lavoro delle organizzazioni umanitarie che operano nel Mediterraneo centrale. La definizione di “nuovi pirati” comparsa sulla copertina del giornale diretto da Belpietro non offende solo l’operato di chi come noi lavora per soccorrere le persone costrette a intraprendere viaggi pericolosi e troppo spesso mortali, ma scredita tutti coloro che operano per il rispetto dei diritti umani”.
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