Nuovi corpi a Pompei, per una scoperta straordinaria: rinvenuti i corpi di due uomini in fuga dall’eruzione. Un ritrovamento straordinario. La morte quasi istantanea, per l’intollerabile calore, è la diagnosi del 2020. Che ha colto i due uomini durante l’eruzione del Vesuvio del 24 ottobre del 79 dopo Cristo, alle 9 del mattino
Nuovi corpi a Pompei, intatti con il sangue che sembra pulsare ancora nelle vene di quelle mani poggiate sul petto, le dita piegate, il cotone della tunica arricciato sul ventre, sembra quasi che il tempo non sia mai passato. Sono i corpi integri di due uomini, un quarantenne avvolto in un caldo mantello di lana e il suo giovane schiavo già piegato dalle fatiche della vita. La nuova emozionante rivelazione di Pompei, frutto di uno scavo andato avanti anche in queste settimane più dure della pandemia e che l’ANSA ha potuto documentare in esclusiva.
Nuovi corpi a Pompei: una scoperta eccezionale
“Una scoperta davvero eccezionale – sottolinea entusiasta il direttore Massimo Osanna, da settembre 2020 alla guida anche della direzione generale dei musei pubblici – perché per la prima volta dopo più di 150 anni dal primo impiego della tecnica è stato possibile non solo realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con nuove tecnologie le cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione”. Un giallo ancora in parte da spiegare, chiarisce l’archeologo Osanna, perché saranno probabilmente gli scavi dei prossimi mesi a dirci dove questi due uomini fossero diretti e, chissà, forse anche a chiarire di più quale fosse il loro ruolo nella grande e fastosa residenza dove sono stati ritrovati. Anche il ministro Franceschini definisce la scoperta stupefacente, e ne sottolinea l’importanza per l’intero patrimonio culturale italiano.
Nuovi corpi a Pompei. Precisamente dove?
Luogo della nuova scoperta è la villa suburbana di Civita Giuliana, la lussuosissima tenuta di epoca augustea con saloni e terrazze affacciate con splendida vista sul mare. Già nel 2017 gli archeologi del Parco trovarono i resti di tre cavalli di razza. Uno bardato con una raffinata sella in legno e bronzo e scintillanti finimenti, quasi fosse stato preparato per l’uscita imminente del suo padrone. “Un comandante militare – ipotizza Osanna – o un alto magistrato, forse un esponente dei Mummii, blasonata famiglia romana dell’epoca imperiale, visto che sempre nella stessa villa sono stati ritrovati i resti di un muro affrescato con il nome graffito di una fanciulla, la piccola “Mummia”, appunto”.
Nuovi corpi a Pompei: gli scavi procedono
Attualmente gli scavi sono interamente finanziati dal Parco di Pompei con 1 milione di euro, sono figli di una operazione congiunta con la Procura di Torre Annunziata, il procuratore Pierpaolo Filippelli, e i carabinieri per bloccare i tombaroli, che qui hanno lasciato ampie tracce della loro attività. Dopo l’indagine nelle stalle da Gennaio 2020 si sta scavando intorno al lunghissimo criptoportico edificato sotto ad una delle grandi terrazze. “Abbiamo avuto anche fortuna – racconta Osanna – perché il vano nel quale abbiamo ritrovato i corpi dei due uomini era sfuggito sia agli scavi dei primi del Novecento, sia ai tombaroli: una trincea realizzata dai tombaroli passava praticamente accanto ai piedi di una delle due vittime”.
Un ambiente particolarmente prezioso.
Le ultime settimane sono state decisive. “Abbiamo avvertito la presenza di vuoti nella coltre di materiale piroclastico – sottolinea ancora emozionato Osanna – e da lì la sorpresa dei resti umani”. C’erano le condizioni ottimali per provare a ottenere il calco delle vittime, seguendo la tecnica messa a punto nel 1863 da Giuseppe Fiorelli. L’ultimo tentativo risale negli anni ‘Novanta del Novecento, purtroppo senza grandi successi. Ma stavolta l’esperimento è pienamente riuscito. “Ha funzionato anche per quello che i due portavano con se – afferma ancora Osanna – che si è rivelato essere un manufatto in lana, forse un altro mantello, forse una coperta”.
Nuovi copri a Pompei, resta il giallo dell’identità
I primi studi sembrano aver già individuato il momento della fine, la mattina del 25 ottobre, in base alla recente nuova proposta di datazione, di quel fatidico 79 d.C. Il direttore, cita il precedente della Villa di Diomede, dove i primi scavi, alla fine del ‘700 restituirono proprio nel criptoportico i resti di molte persone, uomini, donne, bambini che probabilmente in quegli ambienti sotterranei si sentivano al riparo dal cataclisma. Chissà, forse l’uomo col mantello e lo schiavo che era con lui stavano cercando di raggiungere il resto della famiglia, dopo aver vigilato fino all’ultimo all’esterno. Il mistero per ora resta aperto.
Il pensiero del direttore Osanna
“Adesso è fondamentale proseguire gli scavi – conclude l’archeologo Osanna, fra qualche mese lascerà le consegne al prossimo direttore – ci vorrà tempo, ma alla fine anche la tenuta del Sauro Bardato, come pure la Villa di Diomede i cui lavori si concluderanno in primavera, potrà aprire al pubblico con tutte le sue affascinanti storie”. “E in tempo di pandemia – sorride Osanna concludendo – anche il proseguire di restauri, scavi e studi è una luce accesa sul futuro”.
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