Nordio supera sfiducia presentata dall’opposizione con 215 voti contrari e 119 favorevoli. La mozione era stata avanzata a seguito del caso del generale libico Almasri. Il Guardasigilli ha definito gli attacchi contro di lui come un tentativo di fermare la riforma della Giustizia, in particolare la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri
Nordio supera sfiducia presentata dal Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Più Europa e Italia Viva in seguito al caso del generale libico Almasri, inizialmente arrestato in Italia perché ricercato dalla Corte penale internazionale e poi liberato e riportato in patria. Il partito guidato da Carlo Calenda ha scelto di non partecipare al voto.
Nordio supera sfiducia con 215 voti
Nella mattina di oggi, 26 marzo 2025, l’Aula di Montecitorio ha respinto con 215 voti la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione contro il ministro alla Giustizia Carlo Nordio. 119 sono stati i voti a favore.
Tentativo delle opposizioni di fermare la madre di tutte le riforme
“Sospetto che dietro questi attacchi così smodati, – ha affermato il Guardasigilli Nordio – anche attraverso la stampa, via sia un tentativo di fermare quella che per noi è la madre di tutte le riforme: la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici e l’introduzione del sorteggio nei due Consigli superiori della magistratura.
La riforma andrà avanti
“Bene, la riforma andrà avanti. – ha proseguito il ministro della Giustizia – E più saranno violenti, impropri e sciatti gli attacchi, più forte la nostra determinazione. E se voi farete del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio”.
E ancora
- 93enne salvata dai Carabinieri di Bojano a San Polo Matese. Aveva solo 10 minuti di ossigeno
- Frittelle veg con farina di ceci
- Bedford (England): Tavola Rotonda sull’Associazionismo molisano in Europa
- 36 CFU abilitazione facile per chi ha già conseguito i 24 CFU. Si parte dal 2025
- Elezioni Nestico in Canada. Da Montreal a Ottawa a Toronto bagno di folla per il candidato al Senato