Nagorno Karabakh, diatriba infinita per un lembo di terra in posizione strategica nel Caucaso. L’articolo sulle elezioni recenti ha suscitato la risposta dura dell’ex ambasciatore d’Italia in Armenia, Bruno Scapini. Leggete i libri di storia
Nagorno-Karabakh, una regione senza sbocco sul mare, sita strategicamente nel Caucaso meridionale, l’antica, millenaria provincia armena di Artsakh è al centro di una annosa diatriba di natura politico-militare ed economico-culturale tra Repubblica Armena e Repubblica dell’Azerbaigian. Elezioni contestate, quelle che si sono svolte di recente, in piena pandemia Covid, e che hanno visto il trionfo del leader di Libera patria, Harutyunyan. L’articolo pubblicato da Un Mondo d’Italiani, a firma di Domenico Letizia, (LEGGI QUI L’ARTICOLO COMPLETO) ha suscitato l’intervento di Bruno Scapini, già Ambasciatore d’Italia, Presidente Onorario e Consulente Generale Ass.ne Italo-armena per il Commercio e l’Industria. Scapini si è detto indignato per la “faziosità” dell’articolo, riferendo di aver letto con “orrore negli occhi” la notizia delle elezioni nel Nagorno Karabakh.
Nagorno Karabakh, diatriba infinita e travagliata
“Non è mia intenzione – precisa Scapini – in questa sede rispolverare libri di Storia, né la memoria anche recente di fatti occorsi alla travagliata esistenza della Repubblica di Armenia, ma il senso etico, oltre che quello della spassionata obiettività, mi spinge a denunciare il contenuto di quell’articolo scritto in totale dispregio di qualsiasi verità. Presentare fatti in una prospettiva distorta, quasi di svendita ideologica al nemico, travisando la realtà e capovolgendo gli indici dei valori umani e democratici, non è buon giornalismo, mi creda! E’ quello che traspare dalle righe dell’articolista un atteggiamento negazionista della verità. Sappiamo bene il tipo di regime che regna a Baku e la sua deprecabile azione di propaganda che svolge all’estero (anche nel nostro Paese!).”
Osservare la storia
“Può forse trascinare dalla propria parte qualche lettore sprovveduto – prosegue l’ex ambasciatore – ma non certo ingannare chi conoscendo fatti e situazioni si pone nella prospettiva di osservare la Storia secondo criteri a-valutativi di stretta adesione alla concreta realtà storica e fattuale. Suggerirei all’articolista, pertanto, un approfondito esame su quanto risulta sul Nagorno Karabakh nella normativa ex-sovietica sulla secessione degli Stati e delle entità sub-statuali, come anche uno studio sul Diritto Internazionale e sulla condotta degli Stati su territori su cui esercita la sovranità dopo un conflitto bellico, e infine una riflessione sui grandi principi UNIVERSALI delle Nazioni Unite (più che chiamare in causa quelli a finalità eminentemente politica e regionale della CSCE) tra i quali quello dell’auto-determinazione dei popoli.”
Liberi dalla schiavitù
Scapini aggiunge che quello dell’auto-determinazione è “un principio grandioso che dovrebbe veramente prevalere nella coscienza dei singoli e dei Governi, quale irrinunciabile conquista dell’Umanità tutta! Gli uomini hanno lottato per secoli per ottenerlo! Ed è proprio grazie a questo principio delle Nazioni Unite che il mondo del dopo-guerra si è liberato della schiavitù imposta dal colonialismo delle Nazioni e continua ancor oggi a liberarsi, dove può, dalla oppressione delle tante dittature ancora esistenti. Dunque, una riflessione è d’uopo da parte del Suo Giornale. Un consiglio che mi permetto di suggerire avendo conosciuto certe realtà sia come ex Capo del Dipartimento degli Italiani nel Mondo, sia come ex Ambasciatore d’Italia in Armenia. Con distinti saluti, Bruno Scapini”
Nagorno Karabakh, diatriba infinita e possibilità di replica
Nagorno Karabakh, diatriba infinita e motivata da interessi economici innanzitutto. La ragione, come sappiamo, non sta mai tutta da una parte e che le valutazioni dell’articolista trovano riscontro in diverse notizie stampa. Un Mondo d’Italiani non si schiera dall’una o dall’altra parte, ma offre la possibilità di replica perché è questo il fondamento della democrazia. Pubblicheremo le diverse visioni e le opinioni più svariate sulla questione, di modo che il lettore possa farsi una opinione propria dopo aver letto entrambe le posizione. Quello che è considerato il giardino nero, per la ricchezza di petrolio resta una terra nevralgica nella scacchiera politica internazionale.
Nagorno Karabakh, diatriba infinita per una guerra congelata
Una diatriba infinita, quella di Nagorno Karabakh, una guerra congelata, un tempo sospeso nella storia. Ricordiamo infine che l’articolista che ha firmato il pezzo contestato, Domenico Letizia, è giornalista (scrive per il quotidiano “L’Opinione”, per il mensile Il “Previdente“, il quotidiano “Nuovo Corriere Nazionale“, il quotidiano “Cronache di Napoli“, il quotidiano economico finanziario “Money.it”, componete di Redazione della Rivista “Notizie Geopolitiche”, del mensile “Periodico Italiano Magazine” e della Rivista di Geopolitica e Affari Internazionali “Atlantis”)
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