Modello Svezia gestione Covid: si tratta di una politica fortemente radicata nei valori culturali, tradizionali e sociali del Paese, infatti nella gestione della pandemia la Svezia ha seguito una strada diversa da quasi tutti gli altri Paesi
Modello Svezia gestione Covid-19, una politica dove il Paese scandinavo, durante la pandemia, ha preso decisioni molto singolari, al punto da far parlare di modello svedese. Si tratta di una politica fortemente radicata nei valori culturali, tradizionali e sociali del Paese, infatti nella gestione della pandemia la Svezia ha seguito una strada diversa da quasi tutti gli altri Paesi. Mentre in Europa si procedeva con forme più o meno rigide di lockdown per contrastare la diffusione del virus, Stoccolma andava avanti con una politica di sostanziale laissez-faire affidato in buona parte alle responsabilità individuali dei suoi cittadini.
Modello Svezia gestione Covid: DAD e divieto di assembramenti
Nel pieno della crisi globale la scelta della Svezia di non predisporre per legge la chiusura di tutte le attività non strettamente necessarie, e di non limitare la circolazione degli abitanti, ha aiutato a tracciare i contorni di quello che poi è stato identificato come il modello svedese. Questo non vuol dire che abbiano scelto di far finta di nulla o di ignorare il problema e continuare la vita di sempre. In primavera gli studenti di scuola con più di 16 anni hanno proseguito con la didattica a distanza, ogni giorno venivano incoraggiati i residenti a mantenere una distanza di almeno un metro dagli altri, sono stati impediti i grandi assembramenti.
Modello Svezia gestione Covid, una superpotenza morale
In un lungo articolo pubblicato sul Financial Times, il corrispondente dal Nord Europa Richard Milne ha provato a spiegare la strategia messa in campo dal Paese scandinavo, partendo dal presupposto fondamentale che viene prima di ogni scelta politica o valutazione economica. La Svezia si considera una “superpotenza morale”. “Cerca di agire razionalmente – continua Richard Milne – e si distingue dagli altri Paesi che si muovono seguendo calcoli politici o reazioni emotive”. È una sorta di particolarissimo svedese, che emerge anche nelle parole di Peter Wolodarski, direttore del quotidiano Dagens Nyheter. “Questa strategia – afferma Peter Wolodarski, al Financial Times – si adatta all’immagine che abbiamo in questa nazione di essere diversi e “superiori”, in qualche modo. In Svezia diciamo a noi stessi che abbiamo idee migliori di altri. Siamo una nazione estremamente laica in cui la razionalità è percepita come un valore superiore”.
Svezia, libertà individuale e fiducia nella scienza
È un motivo di orgoglio per gli svedesi. E la libertà individuale viene poi presa come un’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini. “In Svezia c’è una percezione positiva dello Stato – Anna Brannstrom, la docente di lingua svedese dell’Univerità di Milano – soprattutto in relazione alla capacità di provvedere all’individuo. C’è sicuramente una fiducia diversa nella classe politica rispetto a quella di altri Paesi europei, come l’Italia ad esempio. Ma il discorso della libertà individuale e della conseguente responsabilizzazione dei cittadini è ancora più forte. In estate sono stata a casa mia, a Kalix, un piccolo centro in Lapponia a 50 chilometri dalla Finlandia, ho visto un grande rispetto delle misure di sicurezza, delle distanze tra persone, grande rispetto dei suggerimenti arrivati dal governo”.
Un altro elemento per leggere il modello svedese è la fiducia nella scientificità di alcune decisioni. Da qui l’importanza e il peso che ha avuto e ha ancora l’epidemiologo Anders Tegnell, uno dei primi a spingere per una grande libertà individuale.
Modello Svezia gestione Covid, mostra le sue crepe?
Come scrive il New York Times,”Quella del modello svedese non è necessariamente una storia di successo –scrive il New York Times – il Paese infatti ha un tasso di morti pro capite più di cinque volte maggiore di quello della vicina Danimarca”. La scelta di non chiudere tutto avrebbe dovuto contribuire a tenere viva l’economia. Ma paradossalmente proprio il senso di responsabilità degli svedesi – al netto di restrizioni meno rigide – ha portato un considerevole calo dei consumi, con ristoranti, bar, cinema e altri luoghi non frequentati. Lo stesso vale per le grandi imprese. A fine marzo si era parlato molto degli stabilimenti Scania, uno dei grandi produttori europei di veicoli industriali. La produzione si era interrotta semplicemente perché mancavano alcune componenti per lavorare, non più reperibili in quanto provenienti da Paesi in lockdown.
Così anche l’economia svedese ha dovuto fare i conti con la crisi. Il modello però non è stato pensato per impedire l’arrivo della pandemia. Anche la Svezia avrà la necessità di convivere con il virus per diversi mesi, forse più di un anno.
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