I 300 anni dell’ideatore degli ingegni, Paolo Saverio Di Zinno. Rinnovata anche quest’anno a Campobasso la tradizionale sfilata dei Misteri, carri religiosi allestiti in occasione della festività del Corpus Domini. Novità per il carro del Diavolo e la Donzella e una seconda uscita a dicembre.
(UMDI – UNMONDODITALIANI) Il diavolo ha una lingua rossa che brilla al sole di giugno, nero dalla testa alla “coda”, e le sue urla fanno rabbrividire una folla immensa. Un rito che si ripete da circa 300 anni e che potrebbe diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco. Sono i Misteri, una manifestazione intrisa di tradizione, fede, credenze, superstizione, devozione, sacro e profano. Una macchina operativa messa in moto sin dalle prime luci dell’alba per la vestizione dei figuranti, ma già attiva da inizio anno per la manutenzione, quella dei carri dei Misteri è una tradizione che non delude mai. Preceduta dalla Santa Messa celebrata da Monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo della diocesi Bojano – Campobasso, i carri hanno lasciato il Museo dei Misteri nelle prime ore della mattinata del 3 giugno. Una sfilata inizialmente timida, circondata dalle mura familiari dei vicoletti del borgo storico, ma dotata di fascino e maestosa imponenza nell’attraversare le vie principali del capoluogo molisano. Un anno importante questo del 2018, per la parata religiosa. Ricorrono, infatti, i 300 anni della nascita dell’ideatore dei carri allegorici: Paolo Saverio di Zinno, un Michelangelo tutto molisano. Gli ingegni, 13 in totale, insieme alla banda musicale, hanno reso omaggio e gratitudine all’artista, di fronte la sua casa e bottega di, in via Sant’Antonio Abate. Riconfermato il boom di presenze alla sfilata. Molisani e non, persone che hanno assistito all’ennesima rappresentazione, chi era presente per la prima volta e numerosi turisti stranieri hanno rispettato la tradizione con la loro presenza. Contornando le strade e i balconi di Campobasso, tutti hanno alzato gli occhi e hanno ammirato, con profondagioia, devozione e – perché no? – orgoglio, la parata dei carri religiosi, che raffiguravano Angeli, Demoni, Santi e Madonne, e per i quali il Mibact ha autorizzato l’utilizzo del logo ‘Anno europeo del patrimonio culturale 2018’. Ognuno, in questa giornata, si è sentito parte della storia e della tradizione di una regione, spesso dimenticata.
IL DIAVOLO E LA DUNZELLA
Ufficialmente è il carro di Sant’Antonio Abate, ma per i più affezionati è il <<carro del Diavolo e la ‘Tunzella>>. Con il suo fascino ambiguo, il retrogusto sinistro e grottesco, ma in fin dei conti divertente, il carro della ‘Tunzella è forse quello più atteso della sfilata. Il demone, che tenta la giovane donzella, quest’anno porta una novità: è stato da molti etichettato come carro multietnico perché la donzella, Sarah Khalaf, ha origini egiziane. La fortunata notorietà di questo carro risiede nella sua bizzarra particolarità: il demone. Satana, grida a pieni polmoni una frase in dialetto molisano, sempre la stessa: <<Tunzella, Tunzella, vietenn, vietenn…>>, mentre la donzella deve rimanere impassibile e resistere a queste grida di tentazioni. La sua indifferenza nei confronti del demone nasconde, in realtà, una verità molto più profonda: la donzella, infatti, sarebbe lei stessa una delle tante incarnazioni di Satana, sotto forma di una giovane e pura donna. Il carro ha affascinato persone comuni, che sono state sporcate di nero dal diavolo (il figurante si diverte a macchiare la pelle degli spettatori con lo stesso colore con il quale è dipinto), e i fotografi hanno catturato l’impassibilità enigmatica della donzella.
UN DOPPIO APPUNTAMENTO
Vari sono i dubbi e le perplessità, soprattutto climatiche, circa la seconda uscita dei carri, prevista per il 2 dicembre. Si vuole cogliere l’occasione dell’ultimo mese dell’anno, perché sarebbero 300 anni esatti dalla nascita di Paolo Saverio di Zinno. La ricorrenza potrebbe essere immortalata dalla auspicata concessione dell’Unesco, al quale è stata chiesta la dichiarazione, per i Misteri di Campobasso, di Patrimonio Immateriale dell’Umanità.