Miracolo di San Gennaro, apertura della cassaforte: il sangue del patrono di Napoli era già sciolto! Accade raramente e, in questo momento rafforza la speranza. Un “segno di predilezione e benevolenza nel tempo del coronavirus per la nostra Campania e per l’Italia intera” ha detto il cardinale Sepe. Napoli, la Campania e il Sud Italia salvaguardati dal virus
Miracolo di San Gennaro ancora una volta, in piena pandemia da coronavirus. Il sangue si è sciolto, gli auspici sono positivi e testimoniano che Napoli e la Campania, ma in realtà tutto il Sud Italia, sono stati salvaguardati dal morbo che ha falciato vittime nel Nord. L’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, ha infatti parlato di un “segno di predilezione e benevolenza nel tempo del coronavirus per la nostra Campania e per l’Italia intera“. A testimonianza di questa benevolenza speciale, il fatto che al momento dell’apertura della cassaforte il sangue del patrono di Napoli era già sciolto. Accade raramente e, probabilmente, in questo momento rafforza la speranza dei credenti. Il cardinale Sepe ha pronunciato il suo discorso in un Duomo incredibilmente deserto a motivo dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri che vieta le messe, a causa del rischio contagio. Un rito a porte chiuse, dunque, al quale era presente anche il sindaco, Luigi de Magistris, presidente della Deputazione di San Gennaro.
Al termine della celebrazione della messa, prima di riporre la teca del sangue nella cassaforte della Cappella, il cardinale Sepe ha voluto benedire la città di Napoli dal sagrato della cattedrale.
Miracolo di San Gennaro alle 19.04
Miracolo di San Gennaro, una speranza, un riferimento, un punto fermo a Napoli. Il sangue di San Gennaro si è sciolto alle 19.04 durante il rito a porte chiuse celebrato dalle 19 in solitaria via streaming, dal duomo di Napoli. Quest’anno non si è svolta la tradizionale processione dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara in ricordo della traslazione delle Reliquie dell’Agro Marciano alle Catacombe di San Gennaro. Al termine della messa, Sepe ha riportato l’ampolla nella Cappella. Tornando indietro con la memoria, la processione del pomeriggio del sabato che precede la prima domenica di maggio, si è sempre tenuta. In processione, dal Duomo alla chiesa di Santa Chiara, viene portata la teca contenente il sangue, il busto del Santo Patrono di Napoli e della Campania, assieme alle statue di alcuni Santi compatroni.
Processione negata. Per la prima volta nella storia
“Ricordiamo con questa particolare liturgia la traslazione del corpo di San Gennaro dal luogo del suo martirio, nei pressi di Pozzuoli, alle Catacombe – ha detto il cardinale Sepe – quest’anno però non potremo tenere la tradizionale processione a Santa Chiara. L’emergenza sanitaria, che in maniera inaspettata ha colpito e sconvolto le nostre comunità e il mondo, ci impone misure precauzionali per tutelare la salute di tutti” E ha parlato di una liturgia “austera, ma non per questo meno toccante”. E ancora. “Pur in questo stato di quasi solitudine – ha aggiunto Sepe – mi sento circondato dalla raccolta partecipazione di voi che seguite da lontano, dei tanti devoti che in tale ricorrenza abitualmente affollano la cattedrale e di tutti quelli che, sparsi nel mondo, ci seguono con costanza e attenzione. In questo clima di sconcerto generale avverto la silenziosa angoscia della nostra gente, l’inconsolabile dolore di chi ha perduto i propri cari, la preoccupazione di tante famiglie per un domani che appare ancora molto incerto».
Miracolo di San Gennaro: quando il sangue non si è liquefatto
Il miracolo, in alcune date non è avvenuto. Nella storia recente i casi di mancato scioglimento hanno coinciso con date funeste. Nel settembre del 1939 e nel 1940, per esempio, in coincidenza con l’inizio della seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia; nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista, nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli e nel settembre del 1980, anno del terremoto in Irpinia. Nei secoli passati è stato tramandato il ricordo di giorni in cui il miracolo non è avvenuto. Tali giorni coincidono con assedi, eruzioni e pestilenze.
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