Migranti positivi fuggiti dal centro che li ospitava a Campomarino, a parlare della vicenda, il Consigliere della Lega di Campobasso Maria Domenica D’Alessandro
Migranti positivi fuggiti dal centro che li ospitava a Campomarino, a esorimersi sulla vicenda il consigliere della Lega al Comune di Campobasso, Maria Domenica D’Alessandro che afferma: “L’arrivo improvviso di oltre 170 tunisini in Molise ha evidenziato, ancora una volta, la leggerezza con cui si continua ad affrontare l’emergenza migranti. La fuga di una trentina di loro dal centro che li ospitava a Campomarino ha poi fatto emergere la fragilità dell’intero sistema”. “Da un lato – commenta – la Regione non è stata informata dal Governo nazionale della venuta degli stranieri, chiaramente accolti e sottoposti immediatamente a tampone per scongiurare che fossero contagiati, seppur alcuni di loro sono risultati positivi al Covid-19. Dall’altro, le strutture individuate per ospitarli non sono tutte idonee, come testimoniato dallo Sweet Dreams di Campomarino, un hotel dismesso con troppe entrate ed uscite per poter tenere tutti sotto controllo, soprattutto durante il periodo di quarantena”.
Migranti positivi fuggiti, urge un intervento alle Istituzioni locali
“Del resto – continua D’Alessandro – l ’evasione dei tunisini ne è la riprova. Ed allora ci si chiede dove si stia andando. C’è irrazionalità in questo modus operandi e non si può restare in silenzio difronte alle evidenze. Serve una via maestra, ma urge principalmente un intervento mirato delle Istituzioni locali, a partire dalle Amministrazione comunali, le stesse che poi sostanzialmente ospitano i migranti. I Comuni dovrebbero fare rete e portare le proprie istanze nelle sedi romane, chiedendo concertazione, unità di intenti e condivisioni delle decisioni. Ciascun territorio conosce le proprie potenzialità ed è giusto che venga manifestata spontaneamente ‘disponibilità’ a fronte di determinate richieste. Chiedo, a tal proposito – conclude D’Alessandro – che il Comune di Campobasso faccia sentire la propria voce, magari in sinergia con altre realtà, affinché non piovano decisioni dall’alto, di frequente inopportune, a cui adeguarsi”.
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