Messa celebrata con l’altoparlante, conforto per i credenti, appuntamento quotidiano surreale in questa surreale realtà che stiamo vivendo. Accade a Bojano, dove ogni sera alle 19 la celebrazione eucaristica si diffonde tra i tetti, ascoltata ai balconi
Messa celebrata con altoparlante, senza cori, senza incenso, senza fedeli riuniti a scambiarsi il segno di pace. Quello proprio no, sarà vietato per parecchio tempo, nella tragedia della pandemia che ha cancellato il contatto fisico tra le persone. Che succede a Bojano? Sono le 19.00, sto portando a spasso il cane al parco sul fiume vicino casa. La signora Francesca è andata a fare al spesa, Antonio torna a casa dopo un turno in ospedale. E’ quell’ora magica che precede il tramonto, quando l’aria si fa di oro e di vermiglio e gli ultimi raggi di sole sembrano attardarsi sul volto per un’ultima carezza primaverile. Un quadro idilliaco sostenuto dal silenzio al quale ci siamo ormai abituati, all’assenza pressoché totale di auto e di passanti, alla piazza deserta sotto i platani secolari, alle strade vuote come buchi neri che corrono senza un suono, senza un alito di vento.
Messa celebrata con altoparlante per sostenere la fede, per far arrivare la speranza
Perché è un’atmosfera sospesa quella che scandisce il nostro tempo sconvolto dalla pandemia Sars-Cov2, quel coronavirus così grazioso a vedersi, ma che nasconde la malattia e la morte. La Peste del XXI secolo sembra aver fermato il mondo, e il mondo si è fermato senza replicare, attanagliato dalla paura. E’ proprio in questi momenti che abbiamo, più che mai, bisogno della fede.
Fede è sustanza di cose sperate
“Fede è sustanza di cose sperate E argomento de le non parventi” ci dice Dante e, se vogliamo una definizione più moderna, “il fatto di credere con assoluta convinzione nella verità e giustezza di un assunto”. Quaresima e quarantena quest’anno percorrono una strada comune, si sovrappongono e ci obbligano a ripensare la nostra fede ai tempi del Covid-19. Vietato celebrare la messa, vietato entrare in chiesa, vietato pregare insieme. E allora?
Messa celebrata con altoparlante, mentre il fiume scorre
Torniamo alla nostra scenetta al tramonto. Sono le 19.00, dicevamo, e come per magia il silenzio è rotto da una musica a tutto volume. Si fa fatica a capire. Chi sarà mai ad imporci i propri gusti musicali con tanto accanimento? Il fiume scorre tra i parapetti, le pietre e la vegetazione cresciuta nell’alveo. Ed è l’unica cosa che si muove. Ma la musica prosegue, non si capisce bene la provenienza, non si comprende il genere. Qualche uccello fugge via, strano, nessuno che esce sul balcone per contestare. Ma alle finestre si affacciano volti. E all’improvviso la musica zittisce.
Messa celebrata con altoparlante: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo
“Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo”. La voce è nitida, a tratti si perde, non ha provenienza, sembra arrivare da ovunque, si cala sui tetti, si diffonde tra i vicoli, scende su ogni balcone. A Bojano don Giovanni non si è lasciato fermare dal lockdown, munito di potentissimi altoparlanti continua a celebrare per far giungere la Parola in ogni casa. Ed è come tornare nella chiesa di Sant’Erasmo, nell’antica Cattedrale, a Sant’Emidio: riti antichi, consuetudini, cerimonie, funzioni, liturgie che ci hanno accompagnati da bambini quando, con la nonna, seguivano il rito dei Sepolcri.
Padre ricordati dei nostri fratelli e di tutti i defunti
“Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra, ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”. La voce del sacerdote è limpida come le acque che continuano a scorrere, surreale come il resto del mondo, mentre il tempo avanza nel nulla. Il pensiero va agli anziani delle case di riposo della Lombardia, del Veneto e delle regioni del Nord, morti forse per leggerezza, per incuria, per lentezza o carenze. Qui nel Molise, per fortuna, è un’isola felice. E così quello delle 19.00 diviene un appuntamento quotidiano, piace anche al cane, che se ne sta tranquillo a godere dell’aria, dei fiori, del cielo.
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