Meloni ha ragione ma…, la Presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di risalire alle cause profonde dell’immigrazione per poterla affrontare efficacemente, enfatizzando il diritto di non essere costretti a migrare. Questo principio, sostenuto da attivisti e esperti di migrazione, trova un riscontro nei problemi strutturali legati al saccheggio delle risorse africane da parte dei paesi occidentali e alle ingerenze politiche che ostacolano l’autodeterminazione dell’Africa. Per risolvere la questione, sono necessari significativi investimenti in cooperazione internazionale. Analogamente, in Italia, il grave inverno demografico e l’emigrazione massiva causati da salari bassi e precarietà richiedono misure strutturali per garantire anche ai cittadini italiani il diritto di non essere costretti a migrare.
Meloni ha ragione ma…, questa è l’affermazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento al Trans-Mediterranean Migration Forum a Tripoli: “Non puoi risolvere il problema dell’immigrazione se non risali all’origine del problema. Intendo: se non affronti il problema che noi dobbiamo rispettare di più il diritto di non essere costretti a migrare”.
Meloni ha ragione ma…, l’importanza di risalire alle origini di questo fenomeno
“Facciamo un plauso alla Presidente Meloni, – dice il coordinamento nazionale FILEF nella nota del 18 luglio – perché risalire all’origine dei problemi e rispettare il diritto a non emigrare sono esattamente i punti fondamentali che da decenni chiedono gli attivisti e esperti di migrazione (insieme al parallelo e universale diritto di poter emigrare, scelta che è sempre molto difficile e il più delle volte dolorosa)”.
Le difficoltà nel garantire il diritto a non emigrare
Ma in questo processo si scoprirà che il territorio africano è stato saccheggiato, e continua ad esserlo, dai paesi occidentali, che ne depredano le risorse lasciando solo le briciole alle persone che lo abitano. Senza contare le pesanti ingerenze politiche e negli affari interni di questi paesi, che ne ipotecano e ne ostacolano la loro autodeterminazione. Difficile far valere il diritto “a non emigrare” in queste condizioni.
Investimenti e cooperazione: le soluzioni necessarie per l’Africa
Volendo essere conseguenti e provare seriamente a migliorare la situazione, oltre a fermare il depredamento delle risorse del continente africano, sarebbero necessari enormi investimenti in cooperazione internazionale per avviare dei processi virtuosi di sviluppo economico e sociale. Cosa che l’occidente si guarda bene dal fare, al di là delle roboanti dichiarazioni o dei debolissimi piani di cooperazione bilaterale.
La critica della FILEF alla Meloni
“Ma ci permettiamo di consigliare alla Presidente Meloni – continua la FILEF nella sua nota – di applicare lo stesso concetto anche al tema della emigrazione dall’Italia”.
Emergenza demografica e diritto a non emigrare: quali misure per l’Italia?
È ormai noto che l‘Italia è in pieno inverno demografico: scarsa natalità e massiccia emigrazione, ipotecano pesantemente il futuro del nostro paese. Più di centomila ogni anno, giovani e meno giovani, scappano all’estero per sfuggire a salari da fame, precarietà che non consente di immaginare progetti di vita durevoli, servizi scadenti soprattutto nelle aree più fragili del meridione e delle aree interne.
A quando quelle misure strutturali per “rispettare di più il diritto di non essere costretti a migrare” anche per chi abita l’Italia?
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