La mattanza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ha indignato tutto il Paese. L’inchiesta del giornale “Domani” ha fatto il giro del mondo e le immagini hanno evidenziato una violenza disumana da parte della Polizia Penitenziaria nei confronti dei detenuti. Celle stracolme, diritti violati, persone che dovrebbero essere reinserite nella società trattate con violenza
Un detenuto a terra: la schiena sanguinante a causa dei calci e delle manganellate. Queste le prime immagini catturate grazie ad una telecamera nascosta presente nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Un episodio repressione organizzata da parte delle forze dell’ordine per reprimere nel sangue le proteste pacifiche che i detenuti avevano organizzato per un caso di positività al Covid in una cella.
Mattanza nel carcere e la protesta dei detenuti
6 Aprile 2020. Era stata organizzata una protesta per chiedere maggiori tutele sull’organizzazione della quarantena e sulla mappatura dei contagi all’interno della struttura carceraria, a seguito di una positività al Covid rilevata tra i detenuti. La struttura non solo non ha accolto le richieste dei manifestanti, anzi, ha organizzato una squadra di oltre trecento agenti in tenuta antisommossa. Sparsi su tutti i corridoi, per <<dare una lezione>>.
La mattanza nel carcere viola la Costituzione
Questo episodio, non isolato, dimostra quanto il nostro sistema carcerario sia inadeguato. “La responsabilità penale è personale. – articolo 27 della Costituzione, comma 2 – Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.”.
Funzione rieducativa della pena persa nel sangue
In questo, come tanti episodi di violenza nelle carceri, non solo è venuta meno la funzione rieducativa della pena, colonna fondamentale del nostro ordinamento giuridico, ma anche l’umanità del trattamento. Questo caso probabilmente rappresenta una delle più grandi violazioni dei diritti civili su territorio nazionale dal dopoguerra ad oggi.
La mattanza nel carcere e la reazione delle istituzioni
“Oltraggio alla dignità dei detenuti e tradimento della Costituzione”. Così Marta Cartabia, già Presidente della Corte Costituzionale e oggi Ministra della Giustizia, ha commentato le immagini che tutti abbiamo visto. Da parte della guardasigilli non c’è solo la solidarietà verso i detenuti e la condanna, morale, alle forze dell’ordine coinvolte. Lei in prima persona si è impegnata per garantire una verifica sui fatti, il proseguo delle indagini e una discussione in parlamento. Garantendo quindi che questo episodio non resti un mero fatto giuridico, ma una questione politica nazionale sulla quale riflettere lungamente.
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