Mascherine FFP2 lavabili riutilizzabili, convenienti e preservano l’ambiente, ma risultano introvabili in farmacia. Attenzione a quelle on line che siano certificate, assicurarsi che accanto alla dicitura FFP2 ci siano le lettere R o RD. C’è questa scritta? EN 149:2001+A1:2009
Mascherine FFP2 lavabili riutilizzabili numerose volte, per preservare il pianeta dai risultati disastrosi della pandemia, che ha visto centuplicare i rifiuti per l’uso massiccio e continuato di mascherine, gel, disinfettanti, tamponi, detergenti.
Mascherine FFP2 lavabili riutilizzabili e salvastipendio
Le mascherine FFP2 sono sconsigliato dagli esperti perché maggiormente produttive rispetto alle mascherine in tessuto, dette anche “di comunità”, molto diffuse all’inizio della pandemia quando le mascherine chirurgiche e FFP2 erano difficili da trovare, oggi tornate alla ribalta per questioni ecologiche, dato che le persone scelgono di usare dispositivi di protezione lavabili e produrre in questo modo meno rifiuti, in aggiunta a tonnellate di disinfettanti e tamponi .
Obbligatorie sui treni, bus, aerei
Le mascherine FFP2 sono obbligatorie sui mezzi pubblici e in alcuni luoghi chiusi: i nostri lettori chiedono se esistano mascherine FFP2 certificate lavabili e riutilizzabili che permettano di usarne meno (una usa e getta dovrebbe essere utilizzata al massimo per 8 ore) e con meno spreco di plastica, ma con lo stesso livello di sicurezza. Le FFP2 lavabili esistono, anche se è ancora molto difficile trovarle in farmacia e quelle certificate sono poche. Si trovano soprattutto online, ma bisogna stare molto attenti a verificare che siano conformi prima di acquistarle.
Il codice a 4 cifre
Prima di fare l’acquisto è fondamentale verificare – come anche con quelle usa e getta – che sulla mascherina sia stampato il marchio CE, che indica che un prodotto è conforme alle disposizioni comunitarie europee. A fianco al marchio si trova un codice di 4 cifre, che identifica l’ente che ha certificato la garanzia della mascherina: si può controllare che l’ente esista e volendo si può contattarlo per avere la conferma che abbia veramente certificato il prodotto.
Mascherine FFP2 lavabili riutilizzabili EN 149:2001+A1:2009
La scritta EN 149:2001+A1:2009 riportata sulle mascherine FFP2, invece, indica la norma a cui hanno fatto riferimento i produttori per la loro realizzazione e quella a cui gli enti fanno riferimento per rilasciare le certificazioni.
FFP2 R: che significa?
Affinchè una mascherina sia riutilizzabile accanto alla dicitura FFP2 ci devono essere le lettere R o RD, che stanno per “riutilizzabile”. Sulle mascherine usa e getta invece si trova la dicitura NR, che sta, appunto, per “non riutilizzabili”.
Quanto costa una FFP2 lavabile?
A inizio gennaio è stato annunciato che nelle farmacie italiane le mascherine FFP2 usa e getta non potranno essere vendute a più di 75 centesimi l’una, ma ovviamente se comprate in grandi quantità si trovano anche a meno (30/40 centesimi). Per valutare la convenienza di una mascherina riutilizzabile quindi bisogna sapere quante volte può essere lavata (è scritto sulla confezione) e dividere il costo totale per quel numero: se il costo risultante è più alto di 75 centesimi, potrebbe non essere un acquisto conveniente. D’accordo, ma non lo facevamo per il futuro del pianeta? Se anche dovesse costare un po’ di più, comunque staremmo facendo una buona azione per noi e per il futuro dei nostri figli.
Mascherine FFP2 lavabili riutilizzabili, ecco i marchi di Amazon
In questo momento le mascherine FFP2 riutilizzabili non sono facili da rinvenire nei negozi e neppure online. Se si cerca “FFP2 lavabili” vengono fuori parecchi risultati, ma poi occorre verificare una ad una le proposte perchè non tutte sono effettivamente riutilizzabili. Tanto per fare degli esempi, troviamo mascherine del brand Unica Fanny e Medicina del Lavoro, le cui mascherine lavabili sono certificate dall’ente notificato 0598 (SGS FIMKO FINLAND). Ma già LUYAO, Spacewalker, Asso, Acewin, Jada, 3M, presentano tutte la scritta NR. Quindi, anche se digitiamo “lavabili” il motore di ricerca ci restituisce mascherine usa e getta.
Test della dolomite, test lavaggi
Perché una mascherina venga certificata come riutilizzabile (R o RD) la norma prevede che venga sottoposta a un test detto test della dolomite o test di intasamento: un modo per verificare che la mascherina abbia un buon livello di traspirabilità anche con concentrazioni di polvere molto elevate nell’ambiente. Con la pandemia e la produzione di mascherine lavabili è stata elaborata una procedura più complessa per certificare che le mascherine rimanessero conformi anche dopo diversi lavaggi. Ora, oltre al test della Dolomite e ai test per certificare la conformità della mascherina, che sono obbligatori, la procedura prevede anche che la mascherina venga sottoposta a un certo numero di lavaggi per vedere se, anche dopo i lavaggi, la mascherina rimane conforme.
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