Marcinelle, 262 morti, di cui 136 italiani e 7 molisani, a causa della tragedia che si verificò nella miniera di carbone di Bois du Cazier. Il ricordo del sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, per le vittime molisane
Marcinelle, 262 morti causati dall’immane disgrazia che colpì una miniera belga. Un anniversario importante e molto triste quello dell’8 agosto. Nella giornata, nota come la Giornata del lavoro italiano nel mondo, si ricorda la tragedia di Marcinelle. Un incidente, avvenuto in Belgio, nella miniera di carbone di Bois du Cazier, l’8 agosto 1956, che costò la vita a 262 persone, minatori sul posto di lavoro. Dubbi e perplessità sono emerse subito dopo l’accaduto. Dopo due processi, nel 1964, fu condannato un ingegnere. La miniera belga è, oggi, patrimonio Unesco, in ricordo del disastro.
Marcinelle, 262 morti, la tragedia
L’Italia, ancora sofferente per gli accadamenti della Seconda Guerra Mondiale, stabilì un accordo con il Belgio. 2mila uomini a settimana dall’Italia al Belgio, da impiegare nelle miniere di carbone nella Vallonia, in cambio di 200 chilogrammi di carbone al giorno, per ogni minatore. La mattina dell’8 agosto 1956, alle 8.10, un cortocircuito causò l’incendio di 800 litri di olio in polvere e delle strutture in legno presenti. 262 minatori morirono, di cui 136 italiani e 7 molisani, a causa di fumi e gas tossici e per le gravi ustioni. Dopo due settimane, i soccorritori trovarono solo cadaveri. Dal 2001, l’8 agosto viene celebrato come Giornata del lavoro italiano nel mondo, per commemorare e dare onore alle vittime italiane di quest’immane disgrazia.
Il ricordo del sindaco Gravina
“La data della tragedia di Marcinelle torna ogni anno a ricordarci come la dignità di chi affronta sacrifici immani per avere la possibilità di ottenere un lavoro che dia sostentamento a se stesso e alla sua famiglia, è un diritto che quando non viene garantito e tutelato con la giusta cura, innesca una spirale drammatica, capace unicamente di produrre dolori e lutti a tutte le latitudini. – commemora Roberto Gravina, sindaco pentastellato di Campobasso – In queste occasioni, la memoria va coltivata fuori da ogni canone retorico, come punto di contatto tra ciò che ha significato per intere generazioni lottare per vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori e ciò che ancora resta da fare per dare consistenza ad un sistema di tutele che renda i lavoratori realmente sicuri, a prescindere dai luoghi in cui operano e dai paesi in cui si ritrovano a lavorare.”