Mal di Molise come il mal d’Africa. Sensazioni ed emozioni di Selvaggia Lucarelli ne “la regione che non esiste”. Terra ricca di storia, cultura e tradizione, ci arrivi e te ne innamori
Mal di Molise come il mal d’Africa, esiste? A rispondere è la nota giornalista italiana Selvaggia Lucarelli: “il mal di Molise esiste, io lo so”. Come è noto, la giornalista, blogger, scrittrice, con una vasta carriera in più ambiti, ha optato per delle vacanze all’italiana. Tra le regioni visitate figura il Molise, suscitando non poco sgomento nella popolazione regionale. Diciamolo chiaramente, la piccola regione, abbracciata dal mare e dalla montagna, è un’insolita meta per le vacanze estive. Insolita perché si opta sempre per destinazioni più conosciute, per località alla moda, o, nella stragrande maggioranza dei casi, si preferisce l’estero. Ma il Molise è all’altezza, seppur con qualche lacuna istituzionale, che non è passata inosservata agli occhi della visitatrice d’eccezione.
Mal di Molise, esiste? Il racconto di Selvaggia Lucarelli
Il mal di Molise colpisce ancora, è inevitabile, ci arrivi e te ne innamori. Ad esserne affetta stavolta è Selvaggia Lucarelli. “Il Molise che quando arrivi in un posto la gente ti guarda come fossi pazzo, come se davvero tu avessi sbagliato strada e fossi finito lì per caso. Per poi raccontarti la sua storia, la storia di questa terra, con la gentilezza modesta e luminosa dei molisani, che tanto ho amato in questo viaggio” – racconta la Lucarelli su Il fatto Quotidiano, con il quale collabora dal 2015. Proprio per la terra genuina e ricca di storia, per i borghi assopiti, ma ancora brulicanti per la vita passata, per le persone autentiche, la nota scrittrice se n’è innamorata, promettendo una nuova visita in futuro.
L’incontro con Lonely Planet
“È cosi poco raccontato, il Molise, che il Molise stesso ha perso la capacità di raccontarsi” – sostiene la Lucarelli, segno di una promozione territoriale inesistente da anni. I cittadini, le associazioni, i progetti, come Molise Noblesse, si organizzano come possono, ma è necessario il sostegno istituzionale. “Girovagavo tra i resti dell’anfiteatro romano di Larino con la valigia già in macchina e inciampo in quella figura mitica e misteriosa che è colui che scrive le guide Lonely Planet. Mi spiega che sta scrivendo la guida del Molise. “Sai che qui esistono delle cascate bellissime e sconosciute fino a ieri?” (ndr. Cascate di Carpinone), gli dico. Il tizio tira fuori un taccuino, e prende appunti.” – conclude la nota giornalista – “Io penso che vorrei essere lui e ricominciare il giro daccapo, avere il privilegio di svelare la regione che forse non sa abbastanza di esistere. Nel frattempo, so che il mal di Molise esiste”.
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