Lotta alla mafia italo-americana, Joe Petrosino, poliziotto italo-americano, ha risolto i più grandi casi. Amico del Presidente Roosvelt, le tecniche da lui inventate per contrastare la criminalità organizzata sono praticate ancora oggi. Orgoglio italiano nel mondo, è stato commemorato anche dal Parlamento Italiano
Lotta alla mafia italo-americana, Joe Petrosino ne incarna il simbolo. Nato a Padula, cittadina campana, nel 1860, emigrò negli Stati Uniti con la sua famiglia per inseguire il sogno americano. Giuseppe Petrosino, diventato Joe, iniziò a lavorare come spazzino, ma, dopo aver compiuto 20 anni, optò per una carriera in polizia. Il ruolo che ricopriva gli consentì di conoscere persone importanti per la storia della nazione americana. Spiccò tra queste l’amicizia con Theodore Roosvelt, 26 esimo Presidente degli Stati Uniti d’America, all’epoca commissario di polizia di New York. Petrosino, ricordato dal Parlamento Italiano il 6 marzo dello scorso anno, rappresenta l’orgoglio italiano nel mondo.
Lotta alla mafia italo-americana
Negli anni precedenti al Primo Conflitto Mondiale, sbarcò sul territorio statunitense la mafia italiana. I capi di polizia non conoscevano bene il fenomeno con cui si stavano interfacciando, non ne comprendevano il modo in cui il movimento si articolava. Fondamentale risultò l’apporto di Petrosino, promosso a capo della divisione omicidi. Nel 1905, diventato tenete, al poliziotto italiano gli fu affidata l’organizzazione dell’Italian Brunch, squadra dedita al contrasto della Mano Nera. Attraverso il minuzioso lavoro, il team di poliziotti italiani riuscì a mappare le organizzazioni criminali della Grande Mela, praticando il sistema delle operazioni sotto copertura.
Joe Petrosino, il caso più importante
A Petrosino va il merito di aver risolto casi tra i più difficili. Il più celebre è il ‘delitto del barile’, del 1903, così conosciuto perché fu trovato chiuso in un barile abbandonato in una strada il corpo del mafioso siciliano Benedetto Madonia. Le tecniche da lui inventate per contrastare la criminalità organizzata sono praticate ancora oggi dalle forze dell’ordine
Vittima della mafia
Joe Petrosino è uno dei primi poliziotti uccisi dalla mafia. Venerdì 12 marzo 1909, fu assassinato con tre colpi di pistola in rapida successione e un quarto sparato subito dopo suscitarono il panico nella piccola folla che attende il tram al capolinea di piazza Marina a Palermo, dove si era recato per seguire una pista. Ad oggi si ritiene che il responsabile della sua morte sia il boss Vito Cascio Ferro.
Omaggio del Parlamento Italiano
Il Parlamento Italiano ha reso omaggio al poliziotto italo-statunitense presso la Sala Stampa di Montecitorio, il 6 marzo 2019. Presenti alla commemorazione Pizzo, luogotenente americano, Nino Melito Petrosino, pronipote di Joe Petrosino, Vincenzo La Manna, Presidente dell’Associazione Petrosino di Padula. “L’Associazione “Joseph Petrosino”, in America, ha come scopo e missione lo sviluppo della lingua italiana, del patrimonio e della cultura italiana e, inoltre, di onorare e non dimenticare mai l’ultimo sacrificio fatto da quest’uomo coraggioso – interviene Jerry D’Amato, Vice Presidente per la sede di New York dell’Associazione Petrosino – per sviluppare immagini positive di italiani e italoamericani”.
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