Le Mele degli orsi, si ricomincia a raccogliere le mele invendute per poter offrire un pasto delizioso agli orsi ospitati nei Parchi molisani, e non solo…
Le Mele degli orsi, è ripartito il progetto che prevede la consegna di 12 cassette di mele da parte dell’Azienda agricola Melise di Castel del Giudice alla Riserva regionale del Monte Genzana Alto Gizio. La frutta biologica molisana rimasta invenduta, è donata per sfamare gli animali ospiti delle oasi. Questo è nato come supporto della tutela dell’Orso bruno marsicano per utilizzarle nelle aree faunistiche o per attività di ricerca e tutela. Il progetto “Le Mele degli Orsi”, promosso da Legambiente, dall’azienda agricola Melise e dal comune di Castel del Giudice. Dopo il coinvolgimento del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e del Parco nazionale della Majella allarga la sua sfera di interesse anche al comune di Pettorano sul Gizio. Da quest’anno utilizzerà le mele biologiche per le sue attività di ricerca e tutela degli orsi che gravitano attorno al territorio della Riserva regionale del Monte Genzana Alto Gizio.
Le Mele degli orsi, le parole di Nicoletti, responsabile Legambiente
“Con la consegna delle mele biologiche al Comune di Pettorano sul Gizio e quindi alla Riserva regionale – spiega Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – si compie un ulteriore passo, che auspicavamo da tempo. Per allargare la rete appenninica di soggetti che, in sinergia, collaborano nelle attività di tutela all’interno dell’areale dell’Orso bruno marsicano. Questa sottospecie – prosegue Nicoletti – è il simbolo della conservazione della natura appenninica. La sua tutela è un valore assoluto a cui contribuiscono anche i produttori di mele biologiche del Molise, ed anche per questo la nostra iniziativa è utile per ricordare l’importanza dell’agricoltura biologica per questi territori e per la salubrità della fauna che vi è ospitata.
Così com’è importante incentivare l’educazione ambientale, rilanciare la promozione turistica per il tramite di un’entità faunistica unica al mondo. Simbolo della conservazione della natura appenninica in grado di valorizzare il ruolo delle realtà territoriali. Un’occasione unica per riscoprire il valore della collaborazione tra le aree protette e le comunità locali”.
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