Attraverso 66 domande, Piero Tateo indaga l’emergenza Xylella che negli ultimi vent’anni ha portato all’eradicazione di milioni di ulivi monumentali. Un saggio-inchiesta attraverso sessanta sei domande, in cui l’autore Piero Tateo indaga sull’emergenza che ha colpito negli ultimi vent’anni i millenari ulivi, portando alla loro eradicazione.
Considerata dai popoli orientali e europei una pianta che simboleggia la pace e la rigenerazione, l’ulivo ha da sempre un forte valore figurativo, che ritroviamo persino negli Antichi Vangeli e nelle metafore religiose. La Puglia degli Ulivi. Dopo la Xylella – 66 domande sulla vita e sulla morte della pianta sacra del Mediterraneo, è il nuovo libro-inchiesta di Piero Tateo. Con questo saggio, edito dalla Fondazione AgriCulture Onlus di cui l’autore è presidente, Piero Tateo scava nell’emergenza Xylella che sta colpendo gli ulivi monumentali della Puglia. Dopo tante giornate passate insieme ai maestri potatori, capaci di “parlare” con le piante sacre, sono nate le 66 domande e risposte che formano il cuore dello scritto. Attraverso esse è possibile capire come muoiono gli ulivi e, soprattutto, come si può avviare un grande processo rigenerativo. Rassegnarsi alle essiccazioni, senza aver effettuato nessuno studio epidemiologico e in assenza di chiare evidenze scientifiche, è inaccettabile e pericoloso. A circa vent’anni dall’ingresso del batterio della Xylella fastidiosa in Europa sappiamo che l’infezione, ritenuta la principale causa del disseccamento degli ulivi, dipende da piante importate illegalmente. L’Unione Europea e i singoli Stati, che all’epoca non hanno bloccato questo patogeno da quarantena e che tutt’oggi continuano a procedere per tentativi, sono responsabili di ingenti danni. Di fronte alla stessa sub specie del batterio, a Mentone, in Francia, sono state abbattute tutte le altre piante “ospiti” e lasciati in vita i vecchi ulivi, mentre in Puglia si sta distruggendo la pianta sacra. Gli abbattimenti selvaggi degli ulivi secolari pugliesi, incentivati attraverso norme incostituzionali e ingannevoli “ristori”, conducono al terribile bivio che ci obbliga a decidere tra la vita o la morte di un inestimabile bene culturale, ambientale ed economico. Le politiche messe in atto, oltre a sconvolgere i valori identitari e distruggere la bellezza del paesaggio, intossicano la vita dei cittadini e mettono in pericolo biodiversità e vitalità del suolo. Attraverso la profonda conoscenza delle piante secolari e il sostegno ai contadini che le custodiscono, sarà possibile difendere e valorizzare l’olivicoltura e l’olio di qualità, i cui destini hanno da sempre segnato i processi di sviluppo della Puglia.
In questo saggio l’autore analizza la tragedia in atto e accompagna il lettore sotto la chioma di un grande ulivo, per riprendere l’ascolto delle parole sussurrate dalla pianta simbolo del Mediterraneo. Gli ulivi maestosi ci chiedono di trasmettere i messaggi che hanno scambiato con i nostri antenati ai nostri nipoti. Ascoltandoli capiremo perché il loro destino non è altro che il nostro. Il carattere divulgativo del saggio mira a raggiungere tutte le persone che amano la regione Puglia e i suoi bellissimi ulivi. L’opera, con le sue 192 pagine e alcune immagini, è accompagnata da documenti e fotografie consultabili attraverso il sito della Fondazione. I proventi del libro, acquistabile ad un costo di euro 9,90 saranno interamente destinati alla Fondazione Agriculture. Onlus senza scopo di lucro che da anni è impegnata in progetti di ricerca atti a valorizzare gli ulivi monumentali, la biodiversità del territorio e i cereali antichi della Puglia.
Piero Tateo, funzionario INPS in pensione, nasce nel 1954 in una famiglia di contadini pugliesi, impegnata per generazioni nella battaglia per i diritti e la giustizia sociale. Dopo il diploma diventa dirigente della Federbraccianti CGIL, il Sindacato fondato da Giuseppe Di Vittorio. Dal 1995 al 2000 matura esperienze politiche e istituzionali: ricopre i ruoli di Segretario della Federazione barese del Partito Democratico della Sinistra e di Consigliere Regionale della Puglia, facendo parte della Commissione Agricoltura. Dopo il 2000, inizia il ritorno alle radici contadine e alla coltivazione dei mille alberi presenti nei terreni di famiglia – in particolare 350 ulivi secolari e oltre 200 piante di frutti antichi quasi estinti. Nel 2004 pubblica il romanzo “Se non piove nevica”, uno spaccato di due generazioni e di due individui in conflitto, divisi dalle vicende sociali e politiche, ma uniti dall’amore per la Puglia contadina. Dal 2006 al 2016, è amministratore dell’Ente Ospedaliero “Saverio De Bellis”, Istituto di Ricerca Specializzato in Gastroenterologia e Nutrizione. L’impatto con la tragedia degli ulivi disseccati del Salento è determinante per costituire, insieme alla famiglia, la Fondazione Agriculture, che ha proprio nella tutela degli ulivi monumentali pugliesi la principale ragione della sua esistenza.
di Grazia De Gregorio
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