La fede dà gioia. Papa Francesco sempre più vicino ai suoi fedeli, ci illumina sull’importanza di mettere Dio al primo posto. Per il pontefice, ancora troppe le espressioni tristi sul volto dei suoi fedeli
La fede dà gioia, queste le parole di Papa Francesco che riflette sull’atteggiamento dei fedeli nella vita quotidiana. “Vedo ancora troppi cristiani con la faccia triste – afferma Papa Francesco – e se io non ho la gioia della fede gli altri diranno che se la fede è così triste, meglio non averla”.
La fede dà gioia. Le parole di Papa Francesco
Nelll’Angelus della terza domenica d’Avvento, quella del Gaudete, tradizionalmente dedicata proprio alla gioia, Papa Francesco riflette sull’atteggiamento dei fedeli nella vita quotidiana. “Un filosofo diceva che coloro che dicono di credere hanno la faccia della veglia funebre, ma Cristo è risorto – continua il Pontefice – Cristo ti ama. Chiediamocelo: io ho gioia perché il Signore è vicino a me e mi ha redento?” “La gioia deve essere la caratteristica nella nostra fede – continua Papa Francesco – anche nei momenti bui, nelle prove, il Signore è il centro della nostra vita. Più lui è vicino a noi, più siamo nella gioia; più è lontano, più siamo nella tristezza”.
Per un cristiano è importante mettere al centro Gesù
“La prima condizione della gioia cristiana è decentrarsi da sé e mettere al centro Gesù. Questa non è alienazione – spiega ancora Papa Francesco – perché Gesù è effettivamente il centro, è la luce che dà senso pieno alla vita di ogni uomo e donna che viene a questo mondo” . “E’ lo stesso dinamismo dell’amore che mi porta a uscire da me stesso non per perdermi, ma per ritrovarmi mentre mi dono, mentre cerco il bene dell’altro – continua ancora il Papa – certo, il cammino della gioia non è una passeggiata e ci vuole del lavoro per essere sempre nella gioia”.
Dio al primo posto, per papa Francesco
Ma Giovanni Battista, oggi ricordato nel Vangelo, dimostra che la gioia è questo, orientarsi a Gesù, ed è questo che caratterizza la nostra fede anche nei giorni bui. “Giovanni ha lasciato tutto, fin da giovane, per mettere al primo posto Dio – dice Francesco – per ascoltare con tutto il cuore e tutte le forze la sua Parola. Si è ritirato nel deserto spogliandosi di ogni cosa superflua per essere più libero di seguire il vento dello Spirito Santo”. Il Papa ammette che alcuni tratti della sua personalità sono unici, irripetibili, non proponibili a tutti.
Ma la sua testimonianza è paradigmatica per chiunque voglia cercare il senso della propria vita e trovare la vera gioia. In particolare il Battista è modello per quanti nella Chiesa sono chiamati ad annunciare Cristo agli altri. Possono farlo solo nel distacco da sé stessi e dalla mondanità, non attirando le persone a sé ma orientandole a Gesù.
La fede dà gioia: la benedizione dei bambinelli
Al termine dell’Angelus, Papa Francesco ha salutato in modo speciale il gruppo che è venuto in rappresentanza delle famiglie e dei bambini di Roma per la benedizione dei bambinelli, incontro organizzato dal Centro Oratori Romani.
“Quest’anno siete qui in pochi per la pandemia – conclude il pontefice – ma so che tanti bambini e ragazzi sono radunati negli oratori e nelle loro case e ci seguono attraverso i mezzi di comunicazione. A ciascuno rivolgo il mio saluto e benedico le statuine di Gesù che verranno collocate nel presepe, segno di speranza e di gioia». Dopo la benedizione il Papa ha raccomandato: «Quando pregherete a casa davanti al presepe con i vostri familiari, lasciatevi attirare dalla tenerezza di Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi per darci il suo amore”.
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