Italiani abbandonano la carne scegliendo un alimentazione sana, favorendo i prodotti vegetali. È ciò che afferma il nuovo Rapporto Coop 2021, che fotografa i consumi e gli stili di vita degli italiani di oggi e di domani. Secondo i dati riportati – L’impegno a diminuire l’impatto sull’ambiente è entrato ufficialmente a far parte dei valori degli italiani e di conseguenza aumenta il numero di coloro che acquistano cibi più sostenibili
Italiani abbandonano la carne i dati sulle vendite lo confermano: nei primi sei mesi del 2021 le vendite dei prodotti vegani nei supermercati hanno raggiunto i 312 milioni di euro contro i 272 del 2020. Nel primo semestre del 2020 le vendite delle proteine vegetali hanno registrato un +15,6% e un’ulteriore +3,1 nei primi mesi del 2021.
Italiani abbandonano la carne dichiarandosi vegetariani o vegani
Sempre più italiani apprezzano prodotti plant-based e 1,5 milioni si dichiarano vegetariani o vegani, con un incremento dei vegani nell’ultimo anno del 9%. Crescono anche i flexitariani, i climatariani e i reducetariani.
L’aumento dei prodotti vegetali tra gli italiani segue un trend globale che si registra soprattutto nei Paesi occidentali, dove dal dopoguerra in poi il consumo di prodotti animali è cresciuto enormemente, con conseguenze ambientali e sociali che sono sotto agli occhi di tutti. Ma la pandemia sembra aver accelerato ancora di più questo cambiamento e i dati del Rapporto Coop confermano quelli di altri studi che hanno mostrato come dai primi mesi del 2020 sia aumentata radicalmente la consapevolezza dell’impatto che il consumo di prodotti animali ha sull’ambiente, la salute globale e il benessere degli animali.
Cos’è la dieta plant-based?
Uno degli ultimi trend alimentari, ancora non così noto in Italia come Oltreoceano, è la dieta plant-based, il nome stesso dice molto “plant-based” significa, tradotto alla lettera, basato sulle piante, quindi un’alimentazione a prevalenza vegetale, ma non solo. Infatti, non si tratta solo di consumare vegetali ma di assumere alimenti naturali: non processati industrialmente, non trattati, non derivanti da sfruttamento di risorse e animali, meglio se km zero. E’ un vero approccio alla vita, a partire dall’alimentazione: rispetto per la propria salute e il proprio organismo, in primis, che si riflette sul rispetto per tutte le forme di vita e per il Pianeta in generale.
Questa dieta è, in un certo senso, più stringente del veganismo, perché usa solo alimenti 100% vegetali. Mentre il vegano consuma anche cibi fortemente processati, chi segue la dieta plant-based non ammetterebbe mai alimenti fortemente raffinati.
Aumento del consumo di pesce: un male per animali e Pianeta
Un dato meno felice è l’aumento del consumo di pesce, percepito come un prodotto sostenibile e salutare. Ma non è affatto così: come ha recentemente dimostrato il documentario Seaspiracy e anche diversi studi, la pesca industriale e l’acquacoltura non sono affatto sostenibili, anzi, stanno causando problemi ambientali così devastanti da mettere a rischio il futuro sulla Terra.
La pesca cosiddetta “sostenibile” non può esistere in un mondo che consuma milioni di tonnellate di pesce ogni anno. Le organizzazioni che si occupano di certificare le attività di pesca, di questo tipo, non possono in alcun modo garantire che i prodotti ittici che finiscono sugli scaffali dei nostri supermercati provengano da attività legali.
Come affermano molti studi, nonché attivisti come Greta Thunberg, l’alimentazione vegetale è la più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, sotto ogni punto di vista.
Il futuro del Pianeta è anche nelle nostre mani.
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