Istituto Spallanzani demolisce Greenpass Biologi, immunologi e virologi dell’Istituto romano per le Malattie infettive, hanno completato l’analisi di dati che condannano l’inutilità e il danno del passaporto sanitario. Che il Green pass fosse uno strumento vessatorio di nessuna utilità scientifica era noto a tutti, ma che ad avvalorarlo ci pensasse proprio uno studio dell’Istituto Spallanzani di Roma, in una ricerca finanziata dallo stesso Ministero della Salute
Istituto Spallanzani demolisce Greenpass l’ennesimo autogol di un Ministro senza speranza. La ricerca dimostra che la carica virale nelle narici dei vaccinati è molto alta perché, malgrado le due dosi, non sono immunizzati. Essi sono dunque parte attiva della catena infettiva. Pertanto il Green Pass premia chi si è prestato alla sperimentazione, ma non garantisce zone covid free. Il siero non conferisce immunità sterilizzante, fatto che suscita più di una preoccupazione. Ragione per cui le raccomandazioni sul distanziamento, le mascherine e l’igiene non possono venire meno.
Istituto Spallanzani demolisce Greenpass. Il Green pass non ci protegge.
Lo studio realizzato in una ricerca su soggetti vaccinati e su 94 infezioni registrate nel Lazio nel primo trimestre 2021, di cui il 47,9 sintomatiche e il 52, 1 asintomatiche, dimostra che il lasciapassare fa circolare individui infetti. Il Green pass non ci protegge, anzi ci espone agli effetti avversi di un siero, scelto, in alcuni casi, sotto ricatto, incapace di proteggere noi stessi e gli altri.
Varie nazioni bocciano l’iniziativa che non preserva l’incolumità.
Tutte le nazioni indietreggiano, bocciando di fatto un’iniziativa anticostituzionale che non preserva l’incolumità di nessuno, ma il governo italiano invece tira dritto. Se i vaccinati possono infettarsi e infettare a cosa serve allora una terapia poco sicura? Ci chiediamo inoltre come mai i vaccini tradizionali, come Silopharm o Novavax, non arrivino sul mercato europeo.
L’etica dei medici, anche loro sono sotto ricatto?
E perché si voglia inoculare il vaccino ai guariti dal coronavirus, gli unici dotati di un’immunità naturale di lunghissima, forse eterna, durata. Tanti gli interrogativi senza risposta. E una valanga di crudeltà da parte dei medici vaccinatori nel non voler esentare i soggetti a rischio dall’iniezione. Dov’ è finita l’etica dei medici? Sono anch’essi sotto ricatto? Una operazione voluta in nome di un Grande Reset come insinuano in molti?
Intanto la tv, complice di un imperdonabile silenzio, comincia a scricchiolare sotto i colpi di scure d’ inaspettate dichiarazioni che la fanno tremare. Come quella dell’ex Ministro Roberto Castelli su La7 nel programma ‘Tagadà’. Sua moglie, che ha avuto il Covid, è in perfetta salute, mentre lui, vaccinato da due mesi, ha febbre alta e il valore del D-dimero alle stelle. Dato che lo costringe a entrare e uscire dall’ospedale in quanto, soggetto a rischio, esposto ai trombi.
Su Raitre le cose non vanno meglio. Alberto Contri, docente di Comunicazione sociale e per anni Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso, ad ‘’Agorà’’ sconvolge una balbettante Luisella Costamagna, scoperchiando un anno e mezzo di balle vergognose sul Covid, i sieri e il green pass, ormai divenuto black e viscoso come la pece.